Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha varato la nuova giunta. "Preso atto della indisponibilità dell'avvocato Antonio Fiumefreddo, che ringrazio per l'impegno civile e il contributo amministrativo che svolge all'interno della Regione; valutata la necessità di assicurare immediatamente un governo alla Sicilia, comunico di aver provveduto a far repertoriare i provvedimenti di nomina degli undici assessori designati, mantenendo ad interim la delega della funzione pubblica". "Completerò la squadra di governo, - aggiunge il presidente - in accordo con la segreteria nazionale e regionale del Pd, per risolvere alcuni problemi politici rimasti in campo. Ringrazio i partiti e il segretario Fausto Raciti per il grande lavoro svolto per assicurare alla Sicilia un governo politico".
La nuova giunta è così composta: Mariella Lo Bello vicepresidente, assessore per le attività produttive; Antonello Cracolici assessore per l'agricoltura, sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Giovanni Pistorio assessore per le infrastrutture e la mobilità, Maurizio Croce assessore per il territorio e ambiente, Antony Barbagallo assessore per il turismo, sport e spettacolo, Baldo Gucciardi assessore per la salute, Gianluca Miccichè assessore per la famiglia, politiche sociali e lavoro, Alessandro Baccei assessore per l'economia, Carlo Vermiglio assessore per i beni culturali e l'identità siciliana, Vania Contrafatto assessore per l'energia e i servizi di pubblica utilità, Bruno Marziano assessore per l'istruzione e la formazione professionale.
RACITI. "Sono stati giorni difficili, sui quali ha pesato la fase particolarmente complessa che attraversa la Sicilia. Le nostre scelte sono state rivolte ad un solo obiettivo: dare risposte concrete ai siciliani". Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, a proposito della nuova giunta di governo in Sicilia appena comunicata dal governatore Rosario Crocetta, con l'ingresso anche di un esponente di AreaDem. "Alla luce di questo quadro, appesantito dalle difficoltà finanziarie della Regione, servivano decisioni forti: per questo abbiamo chiesto una svolta profonda con la nascita di un governo politico. E' quello che volevamo", aggiunge.
L'Assemblea regionale siciliana ha respinto la mozione di sfiducia al presidente della Regione, Rosario Crocetta: 37 i voti a favore della mozione, 44 i contrari.
La mozione unificata, di centrodestra e 5stelle, è stata bocciata col voto nominale. Tre i voti che alla fine sono mancati alle opposizioni rispetto alle 40 firme raccolte al momento della presentazione dell'atto parlamentare: assenti Vincenzo Fontana del Ncd e i due deputati Mpa-Pds Pino Federico e Dino Fiorenza; sei i parlamentari della maggioranza non in aula.
E' la seconda mozione di sfiducia, in due anni di legislatura, che viene bocciata dall'aula. Per Crocetta si tratta del primo banco di prova rispetto alla tenuta della maggioranza dopo l'azzeramento della sua giunta e la formazione del nuovo governo, il terzo, di cui fanno parte anche i 'cuperliani' che era rimasti fuori dal secondo governo in polemica col presidente della Regione.
IL DIBATTITO IN AULA. I capigruppo di Forza Italia, Marco Falcone, e dei 5stelle, Valentina Zafarana, hanno illustrato nell'aula del Parlamento regionale le due mozioni di sfiducia nei confronti del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, presente tra i banchi del governo.
Marco Falcone, leader di Forza Italia all'Ars, ha enumerato quelle che ad avviso dell'opposizione sono le gaffe di Crocetta dall'inizio della legislatura: «Volevate mettere le ali all'Ast - ha detto Falcone ricordando il progetto che puntava a creare una compagnia aerea siciliana - e invece non riuscite neppure a garantire gli stipendi». Falcone ha ricordato le polemiche sul Muos di Niscemi ai problemi sulle discariche e all'emergenza formazione professionale. «A distanza di due anni - ha concluso Falcone - quali sono i risultati del governo? Chiediamo che anche la maggioranza voti questa mozione. La voti anche quella parte del Pd che da un anno e mezzo punta l'indice contro il governo».
PD UNITO. Il Pd ha deciso di sostenere il presidente della Regione nel voto di sfiducia chiesto dal centrodestra e dai grillini. Dunque, in parole povere, i democratici hanno votato contro la sfiducia impedendo alle opposizione di ottenere il quorum di 46 voti per mandare a casa il presidente e tornare alle urne.
È l'esito di un lungo vertice all'Ars fra i 19 deputati del Pd e tre dei quattro assessori designati (Bruno Caruso, Antonio Purpura e Cleo Li Calzi). L'altro assessore, il magistrato Vania Contrafatto, non può ancora partecipare a riunioni politiche perchè non ha ancora ottenuto il via libera dal Csm.
Nel corso della riunione Crocetta, che non era presente, ha chiamato il deputato Pippo Digiacomo per cercare di chiudere una polemica che aveva duramente contrapposto i due. Le parole del presidente, che rientrano nel percorso di ritrovata unità della maggioranza, hanno convinto Digiacomo a votare contro la sfiducia malgrado gli annunci dei giorni scorsi.
L'INTERVENTO DI CROCETTA. «Il solo obiettivo della sfiducia è la delegittimazione di un presidente eletto dal popolo. Ma la verità è che lo sfiducia day dei grillini si è trasformato in un boomerang day per Grillo. Ormai il Movimento 5 Stelle è razzista, omofobo e filomafioso»: ha esordito così Crocetta all'Ars replicando a Valentina Zafarana. La capogruppo dei 5 Stelle ha illustrato la propria mozione di sfiducia sottolineando che nella convention organizzata da Grillo domenica scorsa erano state raccolte 25 mila firme contro il presidente.
A conclusione del suo intervento, Crocetta ha sfidato l'opposizione: «Non temo le elezioni. La sfida elettorale la vinceremmo con una maggioranza più ampia di quelal attuale. Voi - ha detto riferendosi a centrodestra e grillini - oggi siete uniti contro di me ma vorrei vedervi in campagna elettorale. Non sareste uniti. Noi invece lo siamo». È il segnale del clima di ritrovata intesa fra Crocetta e la sua maggioranza, che sembra rassicurare il presidente.
LA TELEFONATA DI BERLUSCONI. Telefonata a sorpresa di Silvio Berlusconi ai deputati di Forza Italia durante la seduta parlamentare dell'Assemblea regionale sulle mozioni di sfiducia al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. L'ex premier, che era in compagnia del coordinatore regionale degli azzurri Enzo Gibiino, ha parlato al telefono con alcuni dei deputati mentre era in corso l'intervento in aula del capogruppo di Fi, Marco Falcone. "Ci ha incitati ad andare avanti, cercando di essere più incisivi nella comunicazione con la stampa", riferisce il deputato azzurro Giuseppe Milazzo.
PDS-MPA. "I deputati del PdS-MpA avevano sottoscritto e quindi coerentemente votano la mozione di sfiducia al presidente Crocetta, ma è evidente che, anche alla luce dei fatti di questi ultimi giorni e alla nascita di un governo quasi completamente rinnovato, l'aver portato alla discussione la sfiducia è stato un errore. Si tratta probabilmente di una conseguenza nefasta del patto del Nazareno, di un tentativo di una parte del PD di condizionare le scelte del governo e del governatore della Sicilia". Lo ha dichiarato Roberto Di Mauro, presidente dei deputati del Partito dei Siciliani MpA all'Ars, intervenendo stasera nel dibattito sulla mozione di sfiducia al Presidente della Regione. "In questo gioco delle parti - prosegue l'esponente autonomista - è evidente che il ruolo di Forza Italia è stato del tutto deleterio e che quindi da domani si apre una fase nuova nelle relazioni con quel partito, anche in sede parlamentare." "Per quanto ci riguarda - conclude Di Mauro - rispetto all'operato del nuovo Governo, valuteremo di volta in volta il lavoro e le proposte che verranno dagli assessori, alcuni dei quali conosco e stimo".
---La task force creata dal presidente della Regione Rosario Crocetta ha concluso la sua ispezione sulle aziende partecipate della Regione.
«I dati - dice il presidente - presentano comportamenti di amministratori del passato che, in presenza del divieto di assunzione vigente sin dal 2009, hanno assunto globalmente diverse centinaia tra dipendenti e progressioni verticali. Diverse partecipate in parte, inoltre, non hanno provveduto a equiparare i contratti dei loro dipendenti a quelli dei regionali, mantenendo sacche di privilegio. Per Riscossione Sicilia e Irfis, non sussiste l'obbligo di equiparazione avendo contratti specifici di settore». «Tale modo di gestione - ha spiegato Crocetta - è una delle cause principali dell'indebitamento e di crisi delle partecipazioni della Regione e intendiamo avviare immediatamente i provvedimenti in autotutela, invitando il Servizio partecipate a contestare le violazioni riscontrate e quantificare il danno, avviando azioni risarcitorie nei confronti di chi ha compiuto atti illegittimi». Crocetta ha annunciato che il dossier verrà presentato in conferenza stampa nei prossimi giorni ma intanto è stato inviato alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Palermo, per «consentire agli organi di giustizia una valutazione corretta per le valutazioni di competenza». «Chi ha sbagliato – ha detto Crocetta – paghi, non ci si può illudere che la Regione possa permettere che tali comportamenti si possano ulteriormente protrarre. La relazione deve determinare un immediato cambio di passo nella conduzione delle partecipate, ma anche del modo di attuazione dei programmi loro assegnati. Allo stesso tempo dovrà anche essere uno strumento di valutazione dei dirigenti di tali enti».
«Occorre verificare anche su tali partecipate - ha aggiunto – aggiunge Crocetta -, l'acquisizione della documentazioni sulla regolarità delle assunzioni o della permanenza di dipendenti che si siano macchiati di reati per i quali è prevista la possibilità di assunzione in aziende controllate o partecipate della Regione. È necessario verificare gli affitti e le consulenze. Queste ultime sono un numero esorbitante e a volte con compensi sicuramente eccessivi. Tali fenomeni sono stati bloccati dall'attuale governo, però va verificata la congruità, la necessità di tali incarichi e gli eventuali danni prodotti».
Verifiche saranno estese, oltre che sul personale assunto, anche in presenza di eventuali incompatibilità a ricoprire incarichi nella Pubblica amministrazione, anche alle modalità di affidamento di beni e servizi per vedere quante volte si sia ricorsi ad aste pubbliche, affidamenti negoziati, affidamenti diretti e se tali appalti erano conformi alle normative vigenti in materia. Dall'insediamento di questo governo - ha detto Crocetta – - sono cambiate tantissime cose, con un notevole risparmio, per via del blocco delle assunzioni, delle consulenze nei limiti previsti dalla legge, perché sono state bloccate le progressioni di carriera e ridotti in parte i contratti di locazione del 15%. Le partecipate – ha concluso il presidente – non saranno più corpi separati dove era possibile qualsiasi illecito».