Che cos'è la Via Crucis? E' una devozione popolare che si vive nelle Chiese in particolare durante la Quaresima ma rappresenta anche un momento cruciale della missione di Gesù, quella in cui si sviluppa lo scontro con l'Avversario. E' quindi il momento più tragico ma anche più denso di significati per la nostra fede. Quindi un momneto per pregare ma anche per riflettere e meditare. Ed é quello che è stato proposto ieri, venerdì pomeriggio , a cominciare dalle 17,30 ai fedeli convenuti nella Chiesetta del Pozzo.

La preghiera della Via Crucis  è stata presieduta dal Parroco Mons. Gaetano Sardella, a seguire la riflessione sulla Vis Crucis è stata guidata da MIchele Giacomantonio. La Via Crucis proposta da don Gaetano è stata una via crucis tradizionale nella forma anche se alle 14 stazioni di rito è stata aggiunta la quindicesima: la Resurrezione. Ed anche se nel pregarla si sono evitati quei riferimenti compassionevoli ( le tre cadute, le frustrate, i colpi di lancia,ecc.) qualche volta senza attinenza con i Vangeli canonici, riferimenti che hanno qualificato la Via Crucis che si pregava fino ad una trentina di anni fa quando Giovanni Paolo II nel venerdì santo del 1991 prese a proporre una versione più rispettosa dei Vangeli e quindi definita biblica.

Certo la Via Crucis compassionevole che risale a S. Bernardo, S. Francesco e S. Bonaventura e che nella stesura giunta a noi risale all'inizio del XVII secolo, nata nei paesi fiamminghi e diffusa poi in Europa ed in Italia ad opera dei francescani, ha avuto il grande merito di fare accostare alla passione di Cristo un popolo che non aveva molte conoscenze bibliche e teologiche parlando al cuore più che alla mente. Ma il rilancio degli studi biblici e della lettura della Bibbia nelle chiese e nei cenacoli che si sono sviluppati dopo il Concilio ha sollecitato questo cambio di passo: meno compassione e più riflessione.

E le riflessioni che ha suggerito Giacomantonio nel suo intervento hanno riguardato la sfida che Gesù lancia all'Avversario quando "é venuta l'ora"; il significato del tradimento di Giuda e la possibilità della salvezza della sua anima; il rinnegamento di PIetro ed il suo pentimento immediato a differenza di Giuda; la natura del processo del Sinedrio: irregolare nel procedimento, illegittimo nella sentenza; il ruolo di Pilato; quei duecento metri dal Pretorio al Calvario dove lo scontro supera il tempo e lo spazio perché lo sforzo di Gesù diventa corale in quanto include lo sforzo di tutti coloro che accettano di portare la croce in suo nome e vicario perchè è compiuto per sanare le colpe di tutti i peccatori; quindi il Cireneo che acetta costretto ma probabilmente alla fine si converte; le donne con cui si ferma a parlare dando un segno di attenzione che condanna le discriminazioni nei loro confronti della cultura ebraica del tempo; i peccatori che Gesù vuole riscattare spezzando la pratica dell'emarginazione. Quindi i due momenti cruciali: il dialogo col Padre sulla Croce dove Gesù rimprovera il Padre di averlo abbandonato perchè teme che non voglia portare a compimento il progetto per cui ha affrontato il martirio e la sofferenza e dopo la rassicurazione del Padre la morte e la Resurrezione che deve avvenire in modo che non violenti la libertà dell'uomo, lasciando la possibilità di negarla ma anche gli elementi per accettarla. 

Nell'allegato.il testo integrale della relazione di Giacomantonio

File allegati: 
 

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Venerdì 17 nella chiesa del Pozzo due appuntamenti. Alle 17.30 la terza Via Crucis di questa Quaresima. Alle 18, a seguire, il terzo momento degli incontri di catechesi per adulti che ha come tema proprio la Via Crucis.

La Via Crucis, nella sua accezione letterale, è il cammino percorso da Nostro Signore Gesù Cristo, il Venerdì Santo, quando, portando la croce, si recò dal Pretorio al Golgota. La trama è fornita dagli Evangelisti: Matteo 27, 22-61; Marco 15, 1-47; Luca 23, 1-56; Giovanni 19, 1-42.

L’esercizio della Via Crucis consiste dunque propriamente nel ripercorrere, fisicamente o idealmente, la stessa strada seguita da Cristo a Gerusalemme – dal luogo del suo arresto – il giardino del Getsemani - fino a quello della morte ignominiosa sul monte Calvario , partecipando in spirito alle sofferenze da lui patite  nel corso di questo tragitto.

La devozione alla Via Crucis comprende 14 stazioni  a cui , recentemente, qualcuno ne aggiunge una quindicesima dedicata alla Resurrezione. Essa costituisce l’ultimo anello di una lunga catena di pratiche e devozioni particolari in onore della passione, che si sono succedute e compenetrate nel corso dei secoli.

La devozione alla passione è antica quanto il cristianesimo, giacché è iniziata ai piedi della croce, nel cuore della madre, degli intimi e dei familiari di Gesù che partecipavano alle sue sofferenze e alla sua morte. E, da allora in poi, la passione e la morte di Cristo sono sempre state considerate come uno degli elementi essenziali della pietà cristiana e il centro di tutte le altre devozioni.

Ma a quando risale la pratica della Via Crucis nello spirito in cui ogni anno nella Quaresima la si ripete in moltissime chiese?

Un primo abbozzo risale sicuramente a  non prima degli inizi del secondo millennio, prima ci sono solo leggende. Quello che esisteva nei primi secoli a Gerusalemme era  il culto dei luoghi santi, con una processione che aveva due tappe fondamentali : il Calvario e il Santo Sepolcro. Tutti i racconti dei pellegrini sono precisi e unanimi in proposito.

Nel corso dei secoli questa processione si amplia e si arricchisce e certamente esercita una certa influenza sulle origini della Via Crucis. Possiamo dire quindi che  la devozione della Via Crucis esisteva già in maniera embrionale in quella processione?  Forse ma solo dal secondo millennio. Non prima . Perché nei primi dieci secoli, i santi Padri e gli scrittori ecclesiastici hanno visto nel Cristo crocifisso soprattutto il vincitore glorioso, che, con la sua passione e morte, aveva trionfato sull’inferno e sul peccato, aveva liberato l’umanità dai legami del demonio e fondato un regno, che non avrà fine; e così nei loro scritti hanno messo in luce, soprattutto, che Cristo è Dio. I Padri della Chiesa non considerano la Via Crucis come un percorso doloroso, ma piuttosto come una via trionfale, che Gesù ha percorso da vincitore, portando sulle spalle una croce  il simbolo della vittoria.

Una Via Crucis come si pratica ancora oggi in molte chiese si deve soprattutto a san Bernardo (1090- 1153) e risale a lui quel taglio compassionevole che l’ha resa popolare fra la grande massa dei fedeli.

La la Via Crucis non è solo una devozione, è molto di più. E'.in qualche modo il cuore del Cristianesimo. E' il momento in cui Cristo prende sulle spalle tutti i peccati del mondo a cominciare dal peccato originale di Adamo ed Eva e va a sacrificarsi sul Calvario per riscattare gli uomini che crederanno in Lui, che si identificheranno in Lui e aprire loro le porte del suo Regno e quindi l'eternità. E' un percorso drammatico e per certi versi anche tragico perchè sulla Croce Gesù teme di essere abbandonato dal Padre. In questo percorso sono almeno quattro i momenti più significativi: la preghiera del Getsemani quando Gesù sembra voler allontanare il calice che deve bere; i duecento metri del percorso dal Sinedrio al Golgota dove si consuma fino in fondo lo scontro fra Gesù e l'Avversario passando per Giuda, Pietro, Caifa e il Sinedrio, Pilato, il Cireneo, il ladrone pentito; il dramma della Croce dove si svolge il dialogo decisivo col Padre; la Resurrezione preceduta dalla morte e dalla discesa agli inferi dove libera le anime dei giusti.

In quesa riflessione non si vogliono toccare i tasti compassionevoli ma i profondi significati teologici di un evento che ha rivoluzionato la storia dell'Universo.

L'ultimo sforzo a cui ci chiama il Parroco don Gaetano è la raccolta di 10 mila €. Il restauro della facciato ed il rifacimento del campanile  che erano arrivati a € 90.000,000 sono stati contenuti grazie alla Ditta che ha fatto i lavori a 70.000 €.

Questo ultimo sforzo dovrebbe essere compiuto entro il 31 dicembre di quest'anno. Chi vuole contribuire potrò detrarre la propria donazione dalla dichiarazione dei redditi. Potrà richiedere in sacrestia i moduli sia della convenzione sia della ricevuta. La convenzione viene stipulata fra il donatore ed il parroco. La ricevuta va consegnata, al tempo della dichiarazione dei redditi, al proprio Patronato o al proprio commercialista a seconda a chi ci rivolge per la dichiarazione dei redditi.

Ogni donazione è gradita da 50€ fino a tutti i 10 mila€. Grazie.

Ecco il modello della convenzione e della ricevuta.

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