di Roberto Puglisi
Non si può restare inerti davanti alle lacrime di Serse. Strazia il cuore vederlo rimpicciolito in una panchina troppo piccola per la sua amarezza, a stento contenuto, mentre si passa le mani sulla faccia buona da Brontolo cresciutello e scoppia in un pianto dirotto. Dice: ma esistono cose più importanti per cui lasciarsi andare alla pena. E chi può dirlo davvero? Siamo stazioni che aspettano il treno giusto da una vita. Se passa, se capisci che è già passato, se ti hanno fatto ciao con la mano dal finestrino, ma non si sono fermati per prenderti con loro, ecco un buon motivo per riscoprire il consòlo della tristezza sotto la buccia della fierezza. Serse Cosmi, alla fine di una stagione incantata culminata in un ingiusto disincanto, ha compreso che il diretto per la serie A non si sarebbe fermato a Trapani. E ha dato sfogo al suo umanissimo cordoglio: è vero, se sei un allenatore professionista sei anche un viandante, un cacciatore in cerca di fortuna, un rabdomante che elegge la sua dimora sporadica, lì, dove trova l'acqua, la sorgente di un giorno.