starFra la la sete di risate e la fame di lacrime, c’é una disgraziatissima Sicilia. Questo oggi dicono alcuni padri del giornalismo made in Palermo. Sete e fame da queste parti sono come il politico e il voto. Entrambi necessari per la gola e la “panza”. La politica del mangia-mangia, del mafia-mafia, dell’appalto-appalto, delle tangenti-tangenti e dei “motti-motti”. Niente di nuovo si spiega. Tutto si sa, tutto si dice e niente accade. E perché dovrebbe accadere qualche cosa. Per ordine di chi? Qui tutti comandano e tutti prendono ordini e poi ciascuno fa i “cazzisua”. Senza vergogna e con la coscienza a posto. I pastori dicevano sempre: “a Sicilia è cumu o zzimmaru. Futtiescorda”. Bisogna scriverlo e non solo belarlo. I marranzani sono quasi scomparsi, le lupare no. Perché sparano sempre all’asciutto e dove c’é il liquido riescono a prosciugarlo. Basta vedere i conti di tutti gli enti pubblici. Sarà un caso, ma la Sicilia questa é, beddaccussì”. Prendere o lasciare. Prendere per sete e lasciare per fame, a “minchiamotta”.

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