GIACOLINO3Lipari - Nella provinciale per Pianoconte, all'altezza dello svincolo per Pianogreca l'assessore alla viabilità Giovanni Sardella stamane ha fatto collocare lo specchio e lo stop per disciplinare il traffico ancor di piu'.

Secondo il dottor Giovanni Iacolino non bastano "occorre un'adeguata segnaletica orizzontale che indichi che si è prossimi ad un incrocio ed una chiara, lunga, linea bianca, continua, che impedisca i sorpassi in quel breve e pericoloso rettilineo, in prossimità del famigerato incrocio. Senza la segnaletica orizzontale sulla provinciale, il cartello dello stop e lo specchio serviranno a poco.

stop

---di Gianni Iacolino

L'ennesimo regalo (ore 13) dell'incrocio piu' a rischio della strada provinciale Lipari-Pianoconte. Incrocio privo di qualunque tipo di segnaletica. Si attendono altre disgrazie perchè chi di dovere intervenga? Nel corso di quest'anno - sempre in questo incrocio - sarà il decimo incidente cui assisto.

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE GIOVANNI SARDELLA.

di Giovanni Sardella*

La segnaletica era stata già preparata, ma per motivi tecnici non è stata ancora sistemata. Spero entro luned' di mettere uno stop e uno specchio. Già è stata programmata la messa in opera.

LA REPLICA.

di Gianni Iacolino

Mi rincresce dovere nuovamente intervenire sul tema sicurezza stradale. Tanti anni lavorativi alle dipendenze di una pubblica amministrazione , che ancora oggi mi invia corrispondenza indirizzata sempre ad un fantomatico " Comune di Filicudi ", mi spinge ad essere molto pessimista su una conclusione ragionevole e valida per la soluzione delle gravi carenze di segnaletica e di opere adeguate , come da anni cerco invano di suggerire. Eppure si tratta di soluzioni alla portata delle disponibilità sia del nostro comune che della Provincia cui spetta il compito di tracciare adeguata segnaletica orizzontale che indichi che si è prossimi ad un incrocio ed una chiara lunga linea bianca continua che impedisca i sorpassi in quel breve e pericoloso rettilineo, in prossimità del famigerato incrocio. Senza la segnaletica orizzontale sulla provinciale, il cartello dello Stop e lo specchio di cui parla l'assessore Sardella servirebbero a poco. Mi chiedo perché è tanto difficile per una pubblica amministrazione portare a termine un intervento che soddisfi pienamente al suo scopo, senza correre sempre il rischio che il risultato sia del tutto inadeguato.

pianoconteprovinciale

LE REAZIONI NEL WEB.

di Giovanna Profilio

Oggi vi racconto una storia... l'ennesima direte voi, ma sì, abbondiamo!
Da (non so quanto con esattezza ma fingiamo che siano mesi per ridurre la vergogna a un tetto sopportabile) mesi, le strade di Pirrera sono IMPRATICABILI. Infatti, se vi mettete in testa di acquistare un nuovo motorino o una nuova auto, dovete prima farvi due-tre (ma facciamo dieci) conti a riguardo. La strada di Pirrera, come tutti i Pirreroti sanno, è composta per il 90% da fossi, strada dissestata, (e da qualche giorno anche dall'erba che hanno tagliato e lasciato per terra), come se questo non fosse già abbastanza Emoticon smile NON ESISTE L'ILLUMINAZIONE nelle strade, anzi, l'illuminazione esiste ma solo in stile albero di Natale (in alcune zone sì, in altre buio totale). Ad esempio, il tratto di strada subito dopo la chiesa a Serra (sì esatto a Serra) fino alla casa di Davide Raffaele è totalmente al buio e via via salendo stessa situazione. Emoticon smile Okay che non volete mettere la luce ma quanto meno, abbiate la decenza di sistemare la strada e soprattutto a Pirrera alta dove c'è la chiesa, nella strada che va verso Madre Florenzia Profilio è TOTALMENTE DISASTRATA e quando si scende col motorino, si rischia di fare un volo bello e buono! Bisogna fare lo slalom con il mezzo per non affossare con la ruota e spezzarsi una gamba! Chiedo alla giunta comunale, visto che abbiamo avuto un afflusso maggiore di turisti quest'anno che hanno regolarmente pagato il ticket di ingresso, di sborsare qualcosa anche e SOPRATTUTTO per le strade di quest'isola che ne hanno seriamente bisogno. Bene, direi che per adesso è tutto. Buona giornata e scusate le chiacchiere.

di Carlo D'Arrigo

Sarebbe opportuno installare i "dossi", chiaramente segnalati.

Perché il mio Sud non ce la può fare di Myrta Merlino

É la verità!

Myrta Merlino Headshot
 

Perché il mio Sud non ce la può fare

"Passione, competenza, professionalità e qualità. Su tutto questo nasce e continua la nostra storia..." è quello che si legge aprendo il sito di Ustica Lines, e curiosi ci si chiede chi siano. È una compagnia di navigazione, genericamente parlando, che si è aggiudicata tra l'altro il servizio di collegamento da e per le isole Eolie, meta desiderata dai vacanzieri di ogni età e censo nei mesi estivi. Con i connessi contributi di una Regione, la Sicilia, in dissesto da molti anni, per non dire decenni.

Affollatissime le Eolie, soprattutto quest'anno che la Grecia appare pericolosa e instabile. E poi funzionano pure i bancomat e non bisogna privatizzare i porti, come è costretto a fare Tsipras. Chissà se i potenti armatori greci avranno da rimetterci... Invece quelli italiani dormono tra due guanciali, danno lavoro, magari stagionale, a molti e, come nel caso del comandante Morace, patron di Ustica Lines, comprano pure squadre di calcio: il Trapani. Che dopo anni bui galleggia sicuro in serie B. Proprio come i suoi aliscafi.

E quando minaccia di interrompere i collegamenti con le isole Eolie, come nello scorso maggio, basta una telefonata del Governatore Crocetta per rassicurarlo e far riprendere il servizio. Con i soliti standard di efficienza e professionalità, del resto lo dice il sito...

Anche io quest'anno ho rinunciato a incontrare Varoufakis, per recarmi alle Eolie. E due sere fa sono andata alla biglietteria di Ustica Lines dovendo rientrare sul continente. Mi è stato proposto un biglietto per l'aliscafo dell'indomani per Reggio Calabria. Partenza alle 10.40 dal porto di Marina Lunga ai piedi del castello, arrivo, a detta del professionale impiegato della compagnia, alle 12.40 a Reggio Calabria. Che bello! Ho pensato, solo due ore per percorrere circa 50 miglia. Non proprio l'alta velocità francese e neppure i piroscafi norvegesi, ma certo meglio dei barchini che settant'anni fa conducevano sull'isola, come magistralmente raccontato da Marcello Sorgi, Edda Ciano costretta al confino.

Poco dopo, la prima sorpresa. Il modernissimo sito di Ustica Lines contraddice le informazioni del solerte impiegato. L'arrivo a Reggio è previsto alle 13.45 e non già alle 12.40. Le due ore diventano tre. Ma io il biglietto l'ho già fatto e pagato. L'aliscafo si fermerà a Vulcano e a Messina. E vabbè, ci può stare, siamo in Sicilia in un torrido mese di agosto. E io da "terrona" sono abituata a ritardi e cambi di programma.

La mattina dopo, puntuale, con il mio bagaglio, arrivo sul molo, m'intruppo in una lunga e disordinata fila, salgo sul natante, intitolato a una congiunta del comandante Morace, Mirella, che parte in perfetto orario.

Tout va bien! In un quarto d'ora eccoci a Vulcano e poi in poco più di un'ora e mezza a Messina. È lì che accade l'incredibile: ci comunicano che l'aliscafo deve fare carburante e che per ragioni di sicurezza bisogna scendere lasciando a bordo il bagaglio. Sono le 12.30. L'equipaggio ci fa sapere che "in mezz'ora, massimo 40 minuti" saremo reimbarcati.

Ma, attoniti, su un molo incandescente dal sole agostano, ci chiediamo: "ma il carburante non si può fare a Reggio che è proprio lì di fronte dopo che i passeggeri sono scesi?". La risposta di un graduato della compagnia è inesorabile. "A Reggio Calabria non abbiamo il deposito."

D'improvviso, mentre noi ci sciogliamo sotto la canicola, l'aliscafo molla gli ormeggi e si sposta. Ma che fa? Se ne va? Chiede qualcuno. "No, mica pretenderete che il carburante lo faccia qui?" Intanto, il mio bagaglio è a bordo e io sono prigioniera. Riuscirà l'aliscafo a fare il carburante ed io, prima o poi, ad arrivare a Reggio?
Passano i minuti, poi un'ora, e dell'aliscafo nessuna traccia.

Alla fine, alle 14.10, dopo un'ora e quaranta di attesa (più o meno il tempo che un atleta allenato, o Beppe Grillo, impiega ad attraversare a nuoto lo stretto), il Mirella Morace si materializza.

Arriviamo esausti a Reggio Calabria alle 14.40. Molti hanno perso la coincidenza col volo aereo, qualcuno anche la fidanzata che urla "alle Eolie mai più!"

In quale Paese del mondo per fare 50 miglia marine con un aliscafo si impiegano 4 ore?

E in quale Paese del terzo mondo un'azienda che riceve contributi pubblici per svolgere un servizio di collegamento essenziale può permettersi di dire che servono due ore, scrivere che se ne impiegano tre e mettercene quattro? Per fare carburante lungo la rotta solo perché nel porto di arrivo non ha il suo deposito?
Nel nostro Mezzogiorno d'Italia è possibile.

Altro che piagnistei e "scateniamo l'inferno".

All'inferno ci siamo già.

Così il mio Sud non ce la farà mai.

LA REPLICA DELLA SOCIETA' USTICA LINES.

"E' proprio vero. Ecco perché il nostro Sud, che può farcela, stenta a "decollare". Perché c'è chi arriva qui a Ferragosto, quando come in qualsiasi porto, casello autostradale, aeroporto, stazione metropolitana, stazione ferroviaria, fermata dei bus il numero dei passeggeri diventa enorme, con i disagi che ciò può comportare, e racconta di una situazione da terzo mondo, che non esiste, descrivendola come se fosse ordinaria, quando non è così, ed infarcendo il tutto di fantasia per rendere più accattivante il proprio scritto. E non usa certo lo stesso metro di giudizio che userebbe se dovesse subire, nel giorno di Ferragosto, disagi ben peggiori al Nord o in qualsiasi altra parte del mondo, perché parlare del Sud in un certo modo è facile, poiché appare in linea con l'immaginario collettivo che fa di questa nostra terra un posto di nullafacenti, scansafatiche, indolenti. Poco importa che ciò contribuisca a danneggiare il nostro Sud, a parole amato, descrivendolo per quello che non è, ed a mortificare il lavoro di quanti al Sud vivono, lavorano e mettono tutto il loro impegno per farlo crescere, restando qui e scommettendo su questa terra.

I fatti: Ferragosto, Isole Eolie affollatissime. L'aliscafo dell'Ustica Lines, che assicura il servizio di collegamento tra Lipari e Reggio Calabria in virtù di un regolare contratto stipulato con la Regione Siciliana (che non elargisce contributi, ma paga un servizio che ha l'obbligo di assicurare), registra un ritardo di 55 minuti rispetto al tempo previsto ed indicato alle biglietterie e sul sito ufficiale dell'azienda (partenza ore 10.55, arrivo ore 13.45). Ritardo accumulato in questo modo: 15 minuti alla partenza per le operazioni di imbarco di un numero considerevole di passeggeri, 30 minuti per rifornimento di carburante. Un disagio, certamente, vissuto dai passeggeri, come sicuramente accaduto in tantissimi altri luoghi (e non solo del Sud), che però non può portare né a generalizzazioni, né alla mistificazione della realtà.

L'Ustica Lines, che l'autrice dell'articolo "Perché il mio Sud non ce la può fare" certamente non conosce, è un'azienda che opera nel settore del trasporto marittimo veloce per passeggeri da oltre un ventennio, all'avanguardia dal punto di vista tecnologico, del comfort e della sicurezza, che assicura l'occupazione, qui al Sud, di oltre trecento persone. L'Ustica Lines effettua 59.000 partenze l'anno ed ha una media-ritardi, determinata da evenienze non prevedibili, assolutamente irrisoria. L'Ustica Lines effettua i servizi di collegamento a seguito dell'aggiudicazione di bandi europei, che impongono, com'è giusto che sia, una serie di parametri in termini di sicurezza, affidabilità e quant'altro necessario per garantire servizi efficienti ed i bandi sono stati sempre onorati dall'Azienda. Non si tratta di "contributi", ma del pagamento di un servizio che dovrebbe essere assicurato dalla Regione. L'Ustica Lines, inoltre, non "minaccia" la sospensione dei collegamenti, ma ha comunicato a suo tempo l'impossibilità, senza rischiare il fallimento, di sostenere i costi di un servizio richiesto dalla Regione, che per oltre un anno non ha pagato il corrispettivo dovuto. Ed ancora oggi la Regione non ha totalmente onorato il proprio impegno, ma, nonostante ciò, l'Ustica Lines, proprio per garantire un servizio necessario per lo sviluppo di questo territorio, continua ad assicurare i collegamenti. L'Ustica Lines, infine, ha realizzato, qui al Sud, non altrove, un cantiere navale unico al mondo, al servizio di chi investe nel settore del trasporto marittimo veloce per passeggeri con aliscafi.

Se questo è il Sud, l'Ustica Lines e tutti i suoi dipendenti sono orgogliosi di farne parte, di contribuire allo sviluppo di questa terra con il proprio impegno, di viverlo direttamente, ogni giorno, e non solo per le vacanze, e di credere fortemente che questo Sud, così tanto offeso, può farcela perché qui c'è gente che lavora e vuole il bene di questa terra.

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