"Tutto fa brodo" (Edizioni Lombardo) è il libro-documento di Mimmo Nania presentato presso Palazzo D'Amico a Milazzo.
Il testo affronta i due tentativi (2006-2011) perpetrati per sciogliere il Consiglio Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Come è noto i due maldestri accessi hanno fatto un buco nell'acqua. In riferimento al secondo tentativo (2011), relativo al parco commerciale per il quale si è celebrato un processo, "il partito della morale" rappresentato da due associazioni antimafia è stato sconfessato. Emerge dalla lettura del libro-documento una verità sconvolgente: la capacità di manipolazione della mafia dell'Antimafia.
Il dittico coniato da Leonardo Sciascia ha avuto, nella vicenda barcellonese narrata, la più plastica rappresentazione. Presente il Sindaco Giuseppe Midili e organizzata dalla associazione Sciarpa Bianca presieduta da Maria Rosaria Cusumano, la presentazione è stata moderata da Diego Celi. Con l'autore, Mimmo Nania, hanno discusso il Professore Raffaele Manduca e l'ex Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Nicola Morra.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
22 MARZO 2024
L’intervista del Notiziario al Prof. Diego Celi autore del libro “Giustizia e sanità”
Il politicamente corretto
Le cosiddette forze di opposizione contestano tutto: forze dell'ordine, la proprietá, il merito, Israele, l'Ucraina, i respingimenti degli immigrati irregolari e persino l'esito delle elezioni quando sono sconfitti. Non manifestano dubbi nei confronti della magistratura, sulla adozione di diritti indiscriminati e nel fomentare odio nei confronti di chi non condivide tali visioni. Accoglienza, integrazione, ambientalismo, cultura woke e teoria gender sono gli argomenti sciorinati e ripetuti con ossessiva costanza.
Diritti senza doveri, superbonus, reddito di cittadinanza, gogne mediatiche, inchieste giudiziarie e soprattutto la fucilazione di chiunque osi opporsi al politicamente corretto. È questo un atteggiamento fariseo e privo di reali principi, basato su una presunta superiorità etica e intellettiva. Vivono in ambienti protetti, frequentano le terrazze e i salotti resi celebri dai films di Sorrentino, soffrono di uggia, di crisi esistenziali e per questo propugnano una società aliena e immaginifica.
Poichè non riescono a concretizzare le utopie che professano, in quanto virtuali e non possibili, si aggrappano ad inchieste giornalistiche al cui confronto il sito Dagospia sembra una rivista letteraria. I dossieraggi criminali, oggetto di cronaca, assumono pertanto un significato biblico, le interferenze della magistratura sono considerate opere di Michelangelo, Bersani pontefice, Conte fulgido punto di riferimento dei progressisti, Schlein sacerdotessa del Sacro Romano Impero, di contro Meloni è il male assoluto da combattere con ogni mezzo.
Soumahoro e Salis, deputato nazionale il primo e deputata europea la seconda, sono il frutto dei concetti cardine del politicamente corretto: integrazione e tolleranza. Non ci si stupisce, quindi, se le forze dell'ordine sono vilipese, gli insegnanti bullizzati e il modello occidentale criticato. Altri valori affascinano gli apostoli del politicamente corretto per i quali la figura del padre e della madre è un concetto arcaico responsabile di trauma nei bambini, meglio genitore uno e due. Non è bastato il dittico "uno vale uno".
I democrats
Rinchiusi nelle loro case, assisi su comode poltrone e attenti maniacalmente alla glicemia e al colesterolo, i democrats, sentono sulle loro spalle il peso delle ingiustizie. Fanno finta di vergognarsi del loro benessere e tengono le finestre chiuse per non sentire il maleodorante olezzo di una plebe sofferente. Con arroganza discutono di ricette salvifiche e miracolose per superare le disuguaglianze, etichettano come fascisti e trogloditi quanti (la maggioranza) non comprendono il loro vangelo.
Il consenso degli avversari politici è una anomalia storica, un peccato mortale irredimibile, frutto di profonda ignoranza. Ritengono essere unici eredi del Rinascimento e considerano gli altri un lascito medievale, un bubbone pestilenziale pandemico. Poichè non sono in grado di diffondere il loro verbo con azioni e opere si rivolgono alle star della musica, del cinema e alla magistratura per essere compresi. Ma, nonostante godano di stampa compiacente, non riescono ad avere il consenso di quel popolo che fanno finta di amare.
Non comprendono che economia, sicurezza e immigrazione, per i cittadini, sono concetti più importanti della cultura woke, della teoria gender e della sopravvivenza di lupi e orsi. Eppure si ostinano a volere imporre un nuovo mondo incuranti dei problemi reali delle persone. Non discutono, i democrats, vorrebbero imporre la loro verità, convinti di essere unici depositari del bene. La vittoria epica di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti li ha feriti e tramortiti ma non li ha rinsaviti. Non hanno dubbi: il popolo ha sbagliato! L'incurabile narcisismo di cui sono affetti offusca la ragione e li rende ancora più irrilevanti: i commenti e le valutazioni che esternano richiedono l'intervento di bravi psichiatri forse di un ricovero. Per loro fortuna possono distrarsi e alleviare il loro astio leggendo editoriali di Repubblica e ballando musica rap.
Orlando furioso
La bellissima Angelica (la Liguria) rifiuta il paladino Orlando (il piddino Andrea Orlando) e sposa il musulmano Medoro (Marco Bucci, sindaco di Genova): come il paladino celebrato nel poema di Ludovico Ariosto, il piddino impazzisce.
I lettori sorrideranno per questa ardita metafora con cui si vuole descrivere con ironia lo scoramento in cui versa il campione del PD sceso in campo per vincere il torneo e governare la Liguria. I commentatori hanno adoperato un gergo calcistico, rigore sbagliato a porta vuota, per descrivere l'amara sconfitta del cavaliere spezzino al torneo che lo doveva incoronare governatore. Nonostante l'aiuto dell'arbitro (la magistratura), che aveva assegnato un rigore inesistente, il bomber della sinistra ha fallito l'occasione e ha deluso le aspettative della tifoseria.
La sofferenza delle testate giornalistiche e dei conduttori TV è palese, il dolore profondo, l'onore macchiato: di conseguenza bisogna trovare il colpevole, responsabile dell'umiliazione.
Il poema epico diviene allora un talk-show dove nani e ballerini discettano e diventano analisti di geopolitica nazionale e regionale. Il conte di Montecristo (Conte) e il giglio fiorentino (Renzi) occupano pagine e dibattiti: chi è il più bello del reame?
In realtà il consenso dei due galli cedroni non esiste più da tanto tempo, come i risultati elettorali certificano ormai in maniera notarile, tuttavia il dibattito viene polarizzato su M5S e IV. Sarebbe opportuno invece che i Compagnucci riflettessero sui disastri da loro provocati quando hanno governato anche senza vincere le elezioni: riduzione numero parlamentari, abolizione finanziamento pubblico dei partiti, trasformazione della scuola in un centro di accoglienza, modifica irresponsabile titolo V della Costituzione, appecoramento al potere giudiziario, mancata visione dei veri problemi sociali sostituiti dalla cultura woke e dal delirio gender, sovvertimento del sistema sanitario in un sistema aziendale, opacità in politica estera, assenza di cultura di governo.
Sono questi i motivi per cui il campione del rodeo non ha conquistato Angelica. Andrea Orlando, poi, non è mai stato vincitore in altre giostre cavalleresche nelle quali si è cimentato: perdente alle primarie per la segreteria del PD e eletto sempre nel plurinominale (cioè nominato).
Certo ha fatto il ministro della Giustizia e del Lavoro, pur non essendo nè giurista nè esperto in lavoro, solo perchè capocorrente dei giovani turchi,ormai divenuti giovani-adulti, e fedele tesserato del PCI, PDS e PD. Avrà pensato che l'appartenenza al PD insieme all'aiuto della magistratura e dei compagni giustizialisti fosse sufficiente per diventare governatore, ma chi ha votato ne ha decretato la sconfitta. È comprensibile che sia furioso.
Grillini e Contini
Il doppiopesismo dei compagnucci
Singolare il comportamento di Bonelli che passa le giornate a presentare denunce in Procura, non commentabili PD e M5S (basti ricordare la manifestazione in piazza contro Toti) di fronte alla richiesta ungherese di revoca dell'immunità parlamentare alla Salis. Vomitevole la critica nei confronti delle forze di polizia e il compiacimento manifestato per il giudizio di razzismo espresso da parte di un organismo del Consiglio di Stato europeo nei confronti delle nostre forze dell'ordine.
Questi compagnucci sono sempre stati contrari alla immunità parlamentare, hanno sempre sostenuto che bisogna difendersi nel processo non dal processo, ma tutto questo è rivolto a quanti sono ritenuti fascisti o comunque avversari politici non deve riguardare i propri rappresentanti. Ancora una volta viene fuori il concetto di superiorità morale e intellettuale di cui i sovrani sono depositari per lignaggio. Sentirli argomentare crea veramente disgusto e suscita una profonda inquietudine. Pur di raggranellare qualche voto hanno trasformato Hamas in una forza di liberazione, gli Hezbollah in assistenti sociali, Ilaria Salis in una studentessa iscritta ad un corso di buone maniere.
Al contrario Israele e Ucraina sono divenuti Stati-canaglia colpevoli di crimini contro l'umanità. Sono umani i Compagnucci: perchè accoglienti, perchè generosi, perchè sostenitori della cittadinanza per tutti e perchè capaci di trovare risorse e benefit, risolvere le diseguaglianze e abolire per incanto la povertà. Non bisogna, tuttavia, lambire i loro spazi nè i loro privilegi, soprattutto contraddire la loro narrazione: se qualcuno osa manifestare un dubbio o evidenziare contraddizioni, viene subito denigrato e esposto al pubblico ludibrio. Come una falange si oppongono alla riforma della giustizia, di più nominano parlamentari dei magistrati (unicum assoluto in occidente).
La Costituzione, poi, viene interpretata come una clava per colpire gli avversari politici e manipolata come sanno fare solo i Compagnucci! Esempio: la vituperata autonomia differenziata, male assoluto, non è frutto della modifica del Titolo V voluto, votato e attuato dai Compagnucci? Ma se cè qualcosa da imparare da questi falsi rivoluzionari è la menzogna e la capacità di mistificare. Lo dimostra la storia.
Cani da guardia del potere o manipolatori?
Il giornalismo si è sempre accreditato come il cane da guardia del potere, come il vangelo da leggere e su cui riflettere. Da molto tempo, purtroppo, questa funzione è stata cancellata e sostituita dall'appartenenza a schieramenti. Ne consegue che le notizie sono manipolate, i commenti inquinati e l'analisi dei fatti asservita all'appartenenza politica: più grave l'appecoramento di certi giornalisti alle procure e il relativismo etico con cui la colpa viene giudicata.
Le modalitá con cui stampa e TV hanno trattato i dossieraggi realizzati da esponenti della Procura Nazionale Antimafia, il caso Toti e il feuilleton Sangiuliano-Boccia sono plastica raffigurazione di come il giornalismo sia divenuto una curva da stadio privo di luciditá, equilibrio e obiettiva capacitá di analisi. Inconfutabile (anche da parte di Travaglio, Gruber, Formigli, Floris e tanti altri) è il modo con cui queste vicende sono state esposte: con fanfare e enfasi lirica Toti e Sangiuliano, con assoluta superficialità addirittura con complicità imbarazzante, il dossieraggio perpetrato dell'antimafia.
Stupefacente il silenzio di Corrado Formigli, che pare portare sulle spalle la sofferenza cosmica del male, sulla vicenda del presunto stupro della sua giornalista Sara Giudice e del marito Nello Trocchia indagato insieme a Striano e Laudati. Indisponente l'arrogante Gruber per il modo con cui tratta gli ospiti che non approvano i suoi commenti: soprattutto che Giorgia Meloni è responsabile di ogni nefandezza.
Disgusta in Floris l'assoluta imparzialità analitica e l'indecenza con cui intervista il pontefice emerito della Ditta (Bersani), il cardinale dell'ipocrisia del politicamente corretto (Augias) e personaggetti pagati a gettone come l'ex grillino Di Battista. Non si vuole censurare a questi conduttori o agli editorialisti il pensiero, si vuole arginare la loro partigianeria insopportabile: più chiaramente si vorrebbe che facessero i giornalisti e non i lobbisti. Il lettore e il telespettatore vogliono conoscere i fatti, non vogliono la loro interpretazione confezionata e manipolata. Il tentativo di orientare e indirizzare l'opinione pubblica, da parte di questi apostoli dell'informazione, non pare abbia fino adesso avuto successo (basta leggere i sondaggi).
Eppure l'ostinazione è divenuta fobia e la verità dei fatti sovvertita: conta lo scoop non l'analisi della societá. Fa più notizia la prestazione da cantante-ballerina della segretaria del PD rispetto al disegno politico da lei proposto. In realtà descrivere e spiegare a lettori e telespettatori la politica del PD, del M5S e di AVS, anche per questi insigni giornalisti, sarebbe una fatica improba: più semplice continuare a scrivere di Ruby e Boccia. Ci vuole meno impegno.
La gratitudine sentimento del giorno prima
" La gratitudine è il sentimento del giorno prima", asseriva con sarcasmo Giulio Andreotti. Ma sebbene siano passati molti anni e, l'intelligenza artificiale pare debba sostituire la realtà, l'aforisma coniato dal Divo Giulio è sempre attuale.
Non stupisce, che il deputato regionale di Sud chiama Nord, Ismaele La Verdera, abbia cambiato casacca voltando le spalle a Cateno De Luca, quanto che un personaggio pirotecnico, sicuramente intelligente e capace, si sia circondato di personaggi cosí volubili.
In un recente passato un'altra statista (Dafne Musolino) ha abbandonato la causa del vulcanico sindaco di Taormina insieme ad altri deputati regionali che grazie al De Luca siciliano si sono assisi su poltrone damascate da dove non si schioderanno fino a fine mandato.
È il vincolo di mandato il nodo del problema! I deputati eletti e/o nominati rispondono solo alla loro insindacabile coscienza: non debbono rendere conto nè a chi col proprio carisma (De Luca) li ha scelti e messi in lista nè agli elettori (i cittadini) che li hanno votati. Possono pertanto cambiare casacca impuniti mantenendo il seggio e lo stipendio.
Si tratta di voltagabbana che, adducendo motivazioni etiche frutto di un relativismo cinico e opportunistico, si posizionano per tentare di essere rieletti in schieramenti più forti. Cateno De Luca pare appannato dopo il risultato ottenuto alle elezioni europee, e i suoi colonnelli non vogliono combattere battaglie il cui esito è molto incerto perchè tengono famiglia. L'acclamato e idolatrato condottiero, prima considerato una sorta di CID Campeador viene pertanto abbandonato al suo destino, di più diviene oggetto della sindrome rancorosa di questi beneficati senza arte nè parte che hanno avuto in dono il biglietto vincente della lotteria.
Ma guai a parlare loro di gratitudine, sono convinti di essere stati loro stessi artefici del seggio ottenuto in quanto sacerdoti di valori e visioni. Addirittura ritengono che colui che fino a ieri era il Vate sia un traditore, un incompetente, un satrapo da cui stare alla larga. Cosa dire del leader di Nord chiama Sud? Ha dimenticato gli insegnamenti della storia: Caligola voleva nominare Incitatus (il suo cavallo) Senatore in spregio al Senato romano, ma comprese che non era opportuno. Purtroppo, Cateno De Luca, ha fatto eleggere soggetti meno leggiadri di Incitatus.
Giano bifronte
Come il dio dei due volti l'antimafia sembra avere due facce. Leonardo Sciascia fra i più lucidi conoscitori della società italiana coniò il termine "mafia dell'Antimafia". Nè stupisce che un simile ingegno abbia avuto la capacità di capire il suo tempo e preconizzare il futuro, la cronaca di questi mesi, infatti, sembra un libro inedito dello scrittore di Recalmuto.
Pignatone, Natoli, Scarpinato e de Raho, bandiere dell'Antimafia e vessilli di legalità sono assurti agli onori della cronaca per vicende che gettano ancora una volta un'ombra sinistra sulla magistratura. Questi personaggi, si ribadisce con forza sono innocenti fino a sentenza definitiva, tuttavia pare opportuno sottolineare che Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato (parlamentari M5S) e membri della Commissione parlamentare Antimafia dovrebbero dimettersi da questa Commissione: la loro presenza in questo organismo parlamentare stride con i valori che i due soggetti hanno sempre sbandierato.
Le indiscrezioni che solo alcuni organi di stampa hanno riportato e le indagini in corso impongono un passo indietro (dimissioni dalla Commissione parlamentare antimafia): ciò sarebbe giustificato dall'infinito amore verso la Costituzione che da sempre hanno professato. Parimenti Giuseppe Conte (il nuovo Messia dell'etica) dovrebbe dimettersi dalla commissione-Covid in cui si è intrufolato. Queste dimissioni garantirebbero trasparenza e ridarebbero un pò di credito alla Magistratura percepita dai cittadini come una satrapia la cui indipendenza si fonda solo su privilegi e impunitá.
È doloroso osservare come i cantori dell'uguaglianza siano afoni e ciechi di fronte a queste vicende, disgustoso praticare da parte di certe forze politiche una doppia morale, inconcepibile minimizzare o ignorare fatti che minano il diritto e offendono quanti con coraggio e abnegazione hanno donato la loro vita per ideali.
Dossieraggi e manipolazioni stanno caratterizzando questa legislatura: essi minano la democrazia e feriscono il libero arbitrio (il voto dei cittadini) già miseramente svilito da una legge elettorale scandalosa che impone parlamentari non scelti dagli elettori. Tutto questo purtroppo è sottaciuto per complicità e correità da quasi tutti gli organi di stampa e dalla gran maggioranza di politologi e intellettuali che preferiscono dissertare di fascismo e di romanzi rosa d'appendice.
Sarebbe opportuno che il Presidente della Repubblica facesse sentire la sua voce!
L'orgoglio e la fortuna di essere europei
L'impero romano d'Oriente fu sintesi della cultura greca, del diritto romano e del cristianesimo. La cilviltá europea poggia su questi tre pilastri di cui il monachesimo italo-greco è stato apostolo e cultore: di più, se queste tuniche nere, non avessero trasmesso al popolo questi principi culturali, giuridici e religiosi l'Europa sarebbe stata islamizzata e non sarebbe fiorita la civiltà occidentale. Da tanto tempo falsi maestri della cosiddetta sinistra minano le basi della civiltà europea e strizzano l'occhio a Maometto.
È vergognoso il clima antisemita che si respira, nonostante l'aberrazione dell'olocausto, disgustoso osservare la manipolazione dell'eccidio compiuto da Hamas il 7 Ottobre 2023. Terroristi vengono celebrati come dei martiri rivoluzionari e considerati come un corpo politico liberale con cui discutere, argomentare e negoziare. Macellai privi di scrupoli e killer sanguinari pongono come unica condizione l'annientamento dello Stato di Israele, ma nonostante la natura omicida e illiberale appartenga al loro DNA, questi mostri della civiltà vengono vezzeggiati da intellettuali della cosiddetta gauche italiana. Salottieri senza pudore si strappano le vesti per i morti palestinesi scudo dei terroristi, piangono lacrime di coccodrillo e sventolano bandiere palestinesi per deprecare crimini attribuiti al governo di Israele.
Per queste menti raffinatissime Hamas e Hezbollah sono dei francescani mentre l'Iran è un santuario mariano dove svolgere esercizi spirituali e purificare l'anima. Cosa spinge queste anime pure a simili comportamenti? Nonostante la ragione e la storia contraddicano le loro tesi e la veritá dei fatti sconfessi le argomentazioni si ergono a giudici e emettono sentenze contro Israele reo solamente di difendere la propria esistenza.
Per fortuna il popolo ebraico ignora tali atteggiamenti e difende la propria indipendenza con tutte le sue forze, incurante dell'odio antisemita di cui è fatto oggetto. Tale forza ha radici storiche e sicuramente anche spirituali. Questo popolo, anche se i propal italiani non lo capiscono, sta difendendo i valori dell'Occidente rappresentati dalla libertá dell'individuo e dalla tolleranza pietre d'angolo della civiltà giuridica e sociale, fondamento dell'orgoglio e della fortuna di essere europei.