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di Luisa Ciccone

La Libreria non è altro se non se stessa

Durante i mesi di vacanza, quest’anno sono stata alle isole Eolie, mi piace passeggiare nelle librerie, specie in quelle inedite dei luoghi di villeggiatura.

La Libreria, specie se è indipendente, ha un ruolo fondamentale e senza alcun dubbio dovrebbe essere un baluardo di cultura, l’identità del posto e rappresentare un vivace centro culturale per il paese.

Di certo la Libreria indipendente non dovrebbe essere un supermercato del libro, o peggio una vetrina allodola, dove il libro rappresenta l’esca per farti poi mangiare e bere, finte librerie che celano bar, pub o altro, rubando l’anima stessa della libreria che è invece luogo dove chi giunge possa avere la rivelazione di titoli rari e scoperte, attraverso il filo di Arianna di librai competenti, appassionati e capaci, in grado di suggerire i titoli nelle corde del lettore, ma anche di condurli verso nuovi approdi. Librai accoglienti e preparati, persone qualificate, che rendono ancora più prezioso lo spazio dei libri. Al lettore deve essere inoltre permesso di compiere un viaggio tra gli scaffali, inebriandosi di copertine e storie.

Non sto dicendo che non è gradevole sorseggiare un caffè, o bere un the, ma se da libreria diventa altro, tradisce la sua stessa natura. In ogni cosa occorre “equilibrio”.

Una libreria è inoltre un luogo di dialogo tra chi la vive e chi la abita, il terreno fertile dove s’instaura un rapporto di racconti nel tempo lento e soave della parola. Non può essere quindi un posto rumoroso e disordinato, dove magari si balla. Quella è, era, una discoteca, perché pare quasi che adesso sia fuori moda…

Oggi, nell’era del culto dell’immagine occorre difendere il libro nel suo valore puro, come porta dell’intelletto. Appare quindi fondamentale il ruolo delle librerie, giardini del libero pensiero e delle riflessioni, centri culturali dove organizzare incontri con gli autori, gruppi di lettura in rete con scuole e associazioni locali e nazionali e tanto, tanto altro.

La libreria deve essere un luogo aperto ai bambini, ai giovani e alle famiglie, dove germoglia il gusto per la lettura nei più piccoli e non solo. E per questo non ci s’improvvisa librai. Un libraio non è un commesso. Il suo è un mestiere che richiede molte arti, non senza una notevole dose di empatia e di ascolto. “Fare i librai non è mica un mestiere! [...] È uno stile di vita”. Cit. Anjali Banerjee

Una Libreria non è un punto vendita, è Altro: porto di scambio e di circolazione d’idee, con un importante ruolo culturale di fermento e di resistenza, spazio d’incontro, di condivisione delle idee e di promozione della lettura.

Diventa naturalmente difficile trovare tutto questo nelle grandi librerie, ma non riscontrarlo in quelle che si definiscono “Librerie indipendenti”, è davvero molto triste, come spacciare un vetro rotto di una bottiglia per una pietra preziosa.

E quanti ne ho visti di vetri rotti…

Una libreria non può essere un posto dove i libri sono un soprammobile per bere, magari il vassoio dove appoggiare un aperitivo.

Il libro non è un oggetto da esporre. Il libro vive, è una finestra, un viaggio, un panorama. Sempre un’opportunità di pensiero, di evoluzione e d’interrogativi.

Creare e portare avanti il progetto di una Libreria indipendente è impegnativo ed è un atto di responsabilità sociale, per questo una Libreria non può tradire se stessa.

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