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di Ginni Nuresse

Vorrei aprire una finestra su un calciatore che ha messo le radici a Firenze, come molti suoi colleghi, anche dopo la fine della propria attività agonistica.Ci riporta a uno dei momenti più tristi della storia viola che in quell'anno non poté chiamarsi Fiorentina ma Florentia Viola per il fallimento della società.
Apro una parentesi per rispondere, metaforicamente, ad Adani in merito alla "sapiente e oculata" contabilità del presidente, ex produttore cinematografico.
"Mi ricordo che ogni anno Cecchi Gori rinnovava il contratto a Batistuta e gli aumentava lo stipendio di almeno di un miliardo. Lo stesso faceva con Rui Costa e Toldo. Quello di rinnovare ogni anno ai giocatori più importanti, nonostante le richieste, non lo fa più nessuno in Italia".

Quel calcio ci portò a giocare a Gubbio e in Val di Sangro con un'umiliazione che nemmeno si può immaginare. Il tribunale ci aveva lasciato il colore del simbolo, l'anima e la Fede ma solo perché non poteva essere "portata a credito ai finanziatori".
Che a un'altra società capitolina sia stato permesso altro spalmando il debito erariale a trenta anni è un altro discorso, seppur doloroso.

Riganò è nato a Lipari dove ha iniziato la sua carriera a livelli dilettantistici, lavorando fino all'età di 25 anni come muratore. Come affermerà lui stesso in seguito, si adattò a fare più mestieri, riuscendo ad allenarsi nella squadra del Lipari durante il tempo libero.
Fu un'intuizione di Giovanni Galli, all'epoca direttore generale, prelevandolo dal Taranto facendo presa sulla bontà del nuovo progetto tecnico ma soprattutto calcistico.
Ricordo ancora la prima partita disputata il 21 agosto 2002 contro i cugini del Pisa con la "Fruit" bianca perché non c'erano ancora le fidejussioni. Riporto per curiosità la prima formazione di allora. Onore a Di Livio Capitano di una squadra che aveva, ai nostri occhi, più le sembianze di una formazione da scapoli-ammogliati.

Ivan, Biagianti, Mugnaini, (58’ Scarpellini), Persico, (60’ Parrini), Bambi, Andreotti, Di Livio, (83’ Zagaglioni), Guerri, Bartalini, Melzi, Quagliarella., All. Vierchowod.,
Christian Riganò ha parlato ai media ufficiali della Fiorentina, queste le parole dell’ex attaccante della Fiorentina, simbolo del rinascimento viola dopo il fallimento: “Firenze aveva bisogno di un nuovo bomber dopo Batistuta. Lipari la si conosce per le vacanze ma a livello calcistico è dura perchè non ci sono le strutture per giocare a calcio, si giocava solo per strada, ma anche adesso la situazione non è diverso. E nessuno viene su un’isola a vedere le squadre che giocano a calcio.
Dopo un momento triste la gente aveva bisogno di aggrapparsi a qualcuno, io sono stato un giocatore normale messo tra i grandi, appena sono arrivato mi hanno subito paragonato a Batistuta perchè avevo la 9, un paragone che non esiste però mi piace ricordare che gli avversari cambiavano stadi perchè non potevano ospitare i tanti tifosi della Fiorentina che arrivavano, con le società contente perchè facevano l’incasso della vita. Qualcuno guarda con nostalgia a quel campionato, io dico che è stato bello perchè è durato poco.

Siamo partiti bene, poi c’è stato un periodo di appannamento dove ha pagato per tutti Vierchowod, e per quello mi è dispiaciuto tanto perchè era uno di quelli che diceva le cose in faccia e parlava chiaro, poi in campo ci vanno i calciatori, è la stessa cosa che penso anche adesso, non è colpa dell’allenatore perchè lui non va in campo. La svolta c’è stata a Rimini, gara in notturna, scontro diretto e siamo andati in onda in tutto il mondo, abbiamo vinto 2-0 e da quella partita poi abbiamo vinto il campionato.
Questo è stato il mio regno per 3 anni, mi sono sentito il condottiero di tutti. Mi chiedono perchè non vengo quasi mai allo stadio, io rispondo che quando vengo allo stadio vorrei sempre giocare”.

Ti ringraziamo ancora Riga-Gol! Ti ricordiamo, oltre che per i goal, anche per il tuo modo di essere che non è mai mutato.
Ci hai fatto capire che bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più di una. In fondo i mercanti non hanno solo orecchie ma anche bocca...

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