di Carlo Lanza
Gli abitanti di Stromboli hanno arginato a mani nude il fuoco che divampava e il fuoco ha avuto pietà di loro. Hanno resistito alla forza dell'acqua che li trascinava e l'acqua ha avuto pietà di loro. Piangevano mentre spalavano. E ogni volta che sollevavano gli occhi dal fango vedevano la propria terra devastata e si riconoscevano devastati anch'essi . Hanno ricostruito mentre la montagna si ricostruiva. Signori della fiction non mi illudo che capiate. Il canto del denaro vi ha accecati nella vista e nel cuore.
Al punto di credere che si possa comprare la dignità di un'isola risorta. Forse riuscirete a vendere il maledetto film un giorno e sarà comunque un film indimenticabile. Un film che porterà la memoria di come l'uomo miserabile, in nome del denaro, é stato capace di ferire la vita e di devastarne la bellezza, senza rimpianti.
E come cantava de André.. 'Anche se vi credete assolti siete comunque coinvolti' . Ma se, per uno scherzo del destino, questo film si intitola 'la protezione civile', vi suggerisco di ribattezzarlo con un nome più adatto: 'La produzione incivile'. Almeno su questo dovremmo essere tutti d'accordo.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Guardo e riguardo la Montagna…
“Nun ristau mancu un filu d’erba”…
E penso che mancano le scuse dei responsabili.
Certamente non restituirebbero le ginestre, i capperi, le querce, gli ulivi secolari ereditati dai nostri nonni.
O gli animali che questa primavera, nel tempo dell'amore, hanno ricevuto la morte.
Ma è un atto dovuto nei confronti della vita, spezzata e mortificata. Nei confronti di chi la abita e vive in questo momento un lutto inesorabile, di perdita e di mancanza…
Mancano le scuse per non aver saputo rispettare Stromboli, una terra sacra e generosa che meritava un calpestio gentile e attento.
Comincio io.. Scusa Stromboli. Scusami. Scusami per non averti saputo proteggere come meritavi. E scusami anche ora che cerco colpevoli che se ne lavano le mani quando invece dovrei vivere il tuo dolore con il mio.
Chiedo scusa a mio nonno che questa terra l'ha custodita e difesa come io non ho potuto fare. E infine chiedo scusa a me stesso che sono umano e qualche volta ho bisogno di scuse..
Ma sono sicuro che nella Fiction “La Protezione Civile” anche Ambra avrebbe chiesto scusa...
di Benito Merlino da Parigi
Ho letto sul Notiziario delle Eolie, l'articolo di Carlo Lanza con le foto dell'incendio di Stromboli del maggio 2022 durante le riprese della fiction della RAI. E qui volevo ricordare che "Nun ristau mancu un filu d'erba" è il titolo della canzone che scrissi nel 1978 per denunciare l'incendio che a suo tempo distrusse il vecchio cratere di Capistello, le mie vigne curate da Gaetano Peluso e da sua moglie, gli alberi d'ulivi centenari, che danneggiò la mia casa e quella del vicino, la mia chiesetta del 1661 e che ho dovuto riparare a poco a poco con tanti sacrifici e stenti.
Durante l'incendio di Capistello, che fu doloso perchè i nostri politici di allora volevano costruire un dissalatore in una delle contrade più belle dell'isola, io, mia moglie, i miei due bambini Silvia e Christophe ci siamo dovuto buttare a mare per salvarci. Enzo il Negro che passava non lontano da Praia Ferrante con la sua barca è venuto a recuperarci per portarci a Marina Corta.
Nessun Carabiniere, nè guardia municipale, nè la protezione civile son venuti a ispezionare i luoghi per constatare i fatti, il disastro ambientale. Allora, ho composto un disco su quella storia che ho inciso a Roma con la partecipazione dei Folk Musici delle Eolie di mio fratello Angelo, che all'epoca fece scalpore e che si può ascoltare su youtube. Ho appena finito di scrivere un libro che parla, fra altro, di quell'incendio.
Il dissalatore fu costruito più tardi a Canneto dentro, ed io, dopo avere pubblicato il mio disco, ho fatto realizzare dal grande architetto Sergio Brenna, docente di urbanistica al Politecnico di Milano, un progetto di Teatro e di Museo etnico nella Fossa di Capistello che rimisi al Dott. Letterio Corbo, commissario prefettizio, inviato nell'isola dalla Regione Siciliana per vedere più chiaro nei conti del Comune di Lipari. Il progetto piacque al Dott. Corbo che mi promise di farlo realizzare... Potrete leggere il seguito e che seguito ! nel mio libro... In attesa propongo foto del disastro ambientale di Capistello.
Volevo dirvi infine che quello che stanno facendo i Strumbulani è una cosa importante e ammirevole. Difendono la loro isola dalle speculazioni e dalle invasioni barbariche che vorrebbero sterminare il loro "borgo selvaggio" dove i loro nonni avevano piantato ulivi, carrubi, ghianni dove fioriscono le ginestre, i capperi e dove le lucertole in primavera hanno ricevuto la morte. Caramente,
Lipari - Andrea Traviglia ha conseguito la laurea in ingegneria industriale a Reggio Calabria
È domenica 15 Agosto, Matteo Scibila ha la giornata libera e ha promesso ai suoi figli di portarli al mare....
Ma la voce della Loveral gli cambia i programmi... gli operai già sono pochi, ma nelle emergenze, ne prestiamo uno agli amici di Panarea...
Ed allora Matteo non si tira indietro, indossa pantaloni pesanti e alle prime luci dell’alba già raccoglie rifiuti per le stradine del paese con la maglietta zuppa di sudore e un sorriso disarmante ...!
Sono certo non lo faccia solo per “Lavoro”... ma lo spinge l’amore per la sua terra, il desiderio di vedere la sua Stromboli brillare anche dentro una bottiglia di vetro, dove dietro il ruzzolare della lattina sente il suono melodico dell’artista....
Grazie Matteo e Buon Ferragosto
Vorrei rivolgere il mio personale saluto e ringraziamento al Comandante dei Carabinieri di Stromboli, Mar. Eugenio Gregoraci, che termina il Suo Servizio nella nostra isola.
Grazie per l’impegno costante che lo ha contraddistinto nel perseguire con determinazione e prestigio il Suo lavoro, in quel “complicato" ruolo di rappresentante delle Forze dell'Ordine sul nostro territorio.
Uomo capace di affrontare con tenacia e passione anche momenti importanti e difficili, come le Emergenze legate ai fenomeni vulcanici delle scorse stagioni e per il grande senso del dovere e professionalità con cui ha gestito, seppur con pochi militari, l’espandersi della pandemia.
Uomo di grande garbo e spessore umano, che ha usato, maniere forti al momento giusto ma che ha saputo anche mettere da parte l’uniforme mostrando il sorriso del buon padre di famiglia.
Grazie per aver lasciato un bel ricordo della Sua presenza in questa Comunità.
A Lei Comandante gli auguri per una nuova avventura ricca di soddisfazioni. Con stima
Eolie, Max Biagi gira le sette isole con il gommone della "EolMare" di Luca Finocchiaro
Nella foto con Antonio Costa