di Cosimo Inferrera
Bene! Mi pare ottima, ottima musica quella che si coglie nell’articolo di Mario Primo Cavaleri che richiama la specialità siciliana a proposito del Ponte. Di quelle che dicono “Non ti scordar di me”!
Si, dico dello Statuto, strumento fatidico, che poteva essere il riscatto dopo sofferenze, offese, violenze, sopraffazioni indicibili: e invece, mal interpretato, mal impiegato è stata la tomba della rinascita, la culla di Autonomia come Anarchia, di Autonomia come Adinamia, di Autonomia come Abuso… Insomma, per dirla in termini pedestri Stato e Regione Siciliana (non Sicilia, perché dotata di Statuto mirabile al contrario di altra Regione della Repubblica, cosa sconosciuta ai più…) operino in regime di concorrenza. Il che vuol dire che lo Stato non possa far nulla che la Sicilia non voglia, cioè che la Sicilia pregiudizialmente non approvi in concordia, motivando. Sul punto invoco i costituzionalisti presenti in Agorà…!
Tirando le fila. Se, finalmente, la Regione Siciliana digrigna i denti e non ci passa sopra con l’espressione “Tanto qui non cambia nulla”, espressione biasimevole paramafiosa… Se l’ARS blocca l’ennesima intrusione dello Stato italiano sul territorio siciliano, vuol dire che la risoluzione dei 16 Esperti – che pare essere distocica come un parto infelice – debba essere valutata e poi votata dai parlamentari siciliani. Donde il resto deve venire ad opera di uno Stato arcigno con il Sud, benevolo e spendaccione con il Nord. A questo punto una sola raccomandazione. L’ARS voti solo se essere favorevole all’unanimità – e sarebbe l’ora – all’attraversamento stabile, il più rapido, il più sicuro, il meno esoso AL SERVIZIO DEL TERRITORIO nello Stretto di Messina non solo al servizio del transito Nord /Sud.
Lo Stretto non è uno zerbino al servizio dei potentati e a dispregio delle Città sorelle dello Stretto. Insomma basta con gli imbonitori, basta con gli affaristi, basta con i procacciatori, basta con i cacciatori di penali! Parlino finalmente i tecnici esperti di soluzioni tecniche fatte in ogni dove nel mondo, senza inseguire primati fasulli di progetti mai visti… Abbiamo le palle rotte di tentativi di violenze sull’aria lacustre di Ganzirri, l’unica in Italia e forse nel mondo. Se ne allontanino costoro con quelle torri alte 300 m, di violenza inusitata quanto inutile, se oggi si possono trovare soluzioni alternative più funzionali più a Sud… Comunque, sia la Commissione dei tecnici a parlare finalmente. E che Sicilia dica la sua, in forza dello Statuto insieme alla Calabria prima dello Stato italiano nella veste di usurpatore. Per dirla chiara finalmente!