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di Salvatore Leone

Gli eoliani hanno perso la loro più importante causa. Hanno ricevuto, a loro insaputa la licenza per finita locazione ben due anni prima della scadenza della proroga che il governo aveva concesso per il mantenimento della sede distaccata del Tribunale di Lipari e delle Eolie, in attesa della stabilizzazione. Incredibile ma vero. Non c'era tutta questa premura di svuotarlo delle nuove cause. Il nuovo va direttamente al Tribunale di Barcellona. Il vecchio rimane a Lipari in attesa dello svuotamento definitivo entro e non oltre al 2022. Un progetto di svuotamento del Tribunale di Lipari che tanta giustizia negli anni ha dato alle 7 isole con l’edificio comprato appositamente, pagato e messo a disposizione gratuitamente dal Comune di Lipari e quindi dai suoi cittadini. Un Tribunale che ha fatto conoscere a tanti avvocati, locali e forestieri, la giustizia con il codice eoliano, così veniva interpretata da molti magistrati. Svuotare il Tribunale in fretta e furia  per azzerare il ruolo e per ingolfare ulteriormente quello di Barcellona, già saturo di suo. Un drastico provvedimento senza ascoltare gli eoliani appesantiti anche dagli aggravi di costi.

Un nuovo colpo negativo per l'economia eoliana. Fuori tutto, fuori dalle Eolie e dentro tutti i disagi per un dilaniato Patrimonio dell’Umanità che da quando è sbarcato alle Eolie ha portato solo sfiga. Dire che le prove testimoniali si possono assumere alla sezione di Lipari è quasi una bufala. Non sarà possibile in quanto non si potrà mai trovare un accordo. La controparte ha l'interesse ad assumerla fuori, a meno che non si modifichi l'articolo del codice di procedura civile sulla prova delegata con l'aggiunta: le prove testimoniali delle cause dell'arcipelago eoliano, verranno assunte presso la sezione distaccata del Tribunale di Lipari. La casa della Giustizia di Lipari come sarà nel 2022? Ricordare il primo trasloco dei fascicoli a Barcellona che poi ritornarono a Lipari e adesso ritornano a Barcellona con gli eoliani sempre al seguito. Giusto per partire e come sempre senza sapere quando si ritornerà in nome della legge.

 

L'INTERVENTO

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di Angelo Pajno

Caro Salvatore, ricorreremo in Appello!
Ho letto l’accorato intervento del Collega Leone che insieme al sottoscritto, così come agli altri colleghi eoliani (fatte, purtroppo, alcune eccezioni), ha masticato amaro nel leggere l’ultimo decreto del Presidente del Tribunale di Barcellona che si è affrettato, con evidente soddisfazione, a dar seguito alla sciagurata deliberazione del Consiglio Giudiziario di Messina che ha concesso il via libera all’ingiustificato depauperamento delle competenze della Sezione di staccata di Lipari.

La carenza di organico, sia giudicante che di cancelleria, si appalesa avere le sembianze di un pietoso paravento dietro il quale celare quella volontà di distruggere il presidio eoliano conseguita alla cervellotica riforma della geografia giudiziaria italiana che menti non avvezze alla frequentazione delle aule dei tribunali, ma ben accomodate sulle poltrone ministeriali, hanno partorito una decina di anni fa.
Per anni, infatti, la gestione della sede di Lipari è stata mirabilmente garantita da magistrati, sia togati che onorari, provenienti dalla sede principale, spesso titolari di ruolo anche presso quest’ultima.

Il mantra “dell’aggregare è bello e renderà più veloce ed efficiente la Giustizia ”, all’epoca della riforma alquanto in voga, si è miseramente schiantato contro il muro di una realtà che solo chi non voleva vedere non ha visto.
Quale “efficientamento” è derivato da tale riforma alla gestione della giustizia non è dato comprendere visto l’arretrato sia del civile che del penale ed il ricorso oramai costante all’indennità della c.d. “legge Pinto” stante l’esasperante allungamento dei tempi di definizione di una causa.

Bravi, davvero meritevoli di plauso quelle eminenti figure padri della riforma: da un lato si è falcidiata la giustizia di prossimità quella che, comunque, non affaticava ulteriormente i carichi dei tribunali “maggiori” - oggi al collasso - giustificando tale “pregevole” iniziativa anche con un presunto risparmio di spesa mentre, dall’altro, indennizzano i cittadini con milioni di euro ogni anno a titolo di indennità per la sempre maggiore durata dei processi.
Comunque, caro Salvatore, sai beni che una causa finisce in Cassazione (e talvolta nemmeno, allorquando si ottiene un annullamento con rinvio), per cui è auspicabile che gli eoliani tutti, dalla politica alla imprenditoria ai professionisti alla gente comune, si uniscano per …ricorrere in appello!

I presupposti ci sono tutti e mi piace ricordare di quella dirigente di cancelleria, all’epoca in servizio a Barcellona, la quale, informata delle iniziative in essere per la riapertura della Sezione dopo la prima chiusura, ebbe a dire convinta ….”se Lipari riapre io mi faccio monaca”; non è più a Barcellona, che abbia preso i voti?
Concludo con una frase apparsa in questi giorni nelle stazioni della metro parigina: “Abbiamo una buona notizia: è finito il 2020”.
Auguri!

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