di Salvatore Leone

Il dubbio che la sovranità non appartiene più al popolo, ma allo Stato, arriva facilmente a molti eoliani. Attualmente sono tanti i principi anticostituzionali che vengono sottoposti alla Corte Costituzionale, sempre più oberata di lavoro. Per ultimo la bomba sganciata sulla legittimità del presidente Conte ad emettere DPCM che restringono la libertà dei cittadini. Adesso anche il Sindaco di Malfa pensa di sottoporre al popolo le valutazioni sull'Area marina protetta. Popolo sempre nell’ultima fila e messo di fronte al fatto compiuto. Ogni valutazione, anche quella per l'Aria marina protetta, va sottoposta prima al popolo e poi eventualmente a quelli che dall'alto cercano di imporre vincoli per limitare gli eoliani a godere del proprio territorio terrestre e marino.

Ci sono troppi vincoli che rendono le Eolie invivibili o per meglio dire vivibili solo fotograficamente. Aggiungerne altri è quasi disumano. Sono stati pagati lauti professionisti per redigere il programma di fabbricazione, il piano regolatore, il piano paesistico per poi lasciare un territorio pieno di rovi, di godibilità e di assenza di un piano per l'artigianato locale, di spazi dove potere tranquillamente tenere una barca, parcheggiare i mezzi di lavori o costruire un semplice capannone. Si ritornerà indietro ai tempi del Club Meditarrnée quando si produceva turismo con capanne e mezze capanne. Le Eolie risorgeranno con le capanne nascostamente “rovettate”. Poco futuro per gli eoliani e tante speranze per chi guarda da fuori…

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