di Marcello Sorgi
Ogni tanto viene da chiedersi cosa stiano diventando i partiti: in particolare quelli di governo. Se al momento di votare in Parlamento la riforma del Mes, cioè una scelta su cui il ministro dell'Economia Gualtieri ha già messo in gioco la propria faccia in Europa, nel Movimento 5 stelle nasce una fronda di oltre 50 parlamentari (tra cui 15 senatori in grado di mandare sotto Conte); e se nel Pd ne spunta un'altra più o meno corrispondente, guidata al Senato dal capogruppo Marcucci, vuol dire che ci siamo persi qualcosa.
Poi magari l'allarme cesserà perché si troverà un compromesso, le due rivolte rientreranno, o arriverà il soccorso dell'opposizione: ma possibile che nessuno si chieda che figura fa l'Italia a Bruxelles nel momento in cui l'Unione europea sta per elargirle 209 miliardi di aiuti?
Intendiamoci, nulla di nuovo sta accadendo sotto il sole. Le ribellioni parlamentari avvenivano anche ai tempi della Dc e della Prima Repubblica, ed era già successo che a guidarle fosse un presidente dei deputati come Bianco, poi divenuto segretario del Partito Popolare. La Dc aveva un metabolismo regolare dei governi, li metteva su, li rosicchiava e li digeriva mediamente ogni anno.
E la Prima Repubblica poteva consentirsi un così frequente ricorso al turnover delle crisi (teoricamente, ma solo teoricamente, traumi istituzionali che bloccavano o rallentavano il funzionamento dell'intero sistema), perché rotture e ricomposizioni avvenivano all'interno del recinto delle stesse forze politiche, non essendo previsto, per ragioni internazionali, che il Pci, il maggior partito di opposizione, potesse andare al governo.
Ma ora che questa possibilità esiste da almeno un quarto di secolo, da quando, appunto, centrosinistra e centrodestra si sono alternati alla guida del Paese, è davvero impossibile comprendere la logica della dissoluzione dell'alleanza giallorossa.
Specie dopo che il Capo dello Stato ha fatto sapere che in caso di crisi scioglierà le Camere, chiedendo agli elettori di indicare la strada da seguire. Il suicidio della maggioranza: ecco cosa sta prendendo forma. Con l'aiuto di Grillo, che ieri ha sparato a zero sul Mes, e con il vano tentativo di Di Maio di fermare il frullatore grillino, stavolta è possibile che ci riescano.(lastampa)