di Alessio Pracanica
Seconda vodka a destra
(l’isola che c’è)
A Lipari, nell’ultima settimana, ci sono state più risse che in un film di Sergio Leone.
Cose che capitano, quando si seleziona, negli anni, un turismo di personcine colte e aggraziate. Capaci di mandar giù intere bottiglie di vodka, senza intaccare il robusto analfabetismo funzionale di cui madre natura li ha dotati.
Un turismo che costa, in termini di disturbo alla quiete, sporcizia, danni all’arredo urbano e interventi sanitari e polizieschi, ben più di quanto produce.
Frutto di lungimiranti scelte strategiche, che tra l’uovo di oggi e la gallina di domani, hanno preferito ingoiare il pulcino, senza neanche spennarlo.
Forse, invece di lamentarsi, bisognerebbe prenderne atto e omaggiare tali scelte cambiando anche la toponomastica cittadina.
Avremmo dunque Corso del Mojito, Taverna Corta, Taverna Lunga e magari, al posto di Padre Pio, una bella statua all’Alcolista Anonimo, per aver tanto contribuito al riposo e al benessere dei cittadini eoliani.
Quanto a via Maurolico, ribattezziamola vicolo Covid e non se ne parli più.
Proprio quest’anno, il sottoscritto, prevedendo tempi grami, ha iniziato una serie di articoli dedicati al patrimonio museale e archeologico delle Eolie, pubblicati da uno dei più importanti blog culturali italiani.
Insieme ad alcuni amici e con l’indispensabile collaborazione del Centro Studi e di Eleonora Zagami, ha invitato a Lipari personalità dello spessore di Luigi Ciotti e Salvo Vitale. Senz’alto scopo che promuovere la cultura, giacché non nutro alcun tipo di interesse imprenditoriale o velleità politica.
Mi sa che abbiamo sbagliato tutto.
Per l’anno prossimo organizzeremo un torneo di rhum & pera e parecchi interessantissimi convegni su traumatologia delle risse, psicopatologia del gomito e distillazione frazionata.
L'INTERVENTO
di Roberto Sauerborn
Povere Eolie
Già, perché la povertà o la ricchezza di un territorio, di una cultura non si misurano certo con un conto in banca, ma da quello che ne resta, nella storia, della sua cultura.
Cosa resterà, allora, delle Eolie di oggi? Se, per esempio, se ne dovessero conservare le testimonianze in uno di quei luoghi sconosciuti dove vengono conservati gli elementi salienti di una cultura, di una ecumene, cosa salveremmo delle Eolie degli ultimi 50 anni che meritano di essere raccontati e tramandati ai posteri?
Non mi viene in mente nulla che non abbia più di 50 anni, almeno...
Negli ultimi 50 anni nelle Eolie sono state realizzate : migliaia di interventi abusivi non di necessità ; una viabilità terzomondista; un depuratore sottodimensionato; un dissalatore inefficiente; decine di discariche nelle zone di riserva; mortificazione del Patrimonio Vulcanologico UNESCO; ignorante gestione urbanistica ed architettonica dei centri storici e del territorio; cementificazione delle coste e degli approdi millenari; indirizzi scolastici inutili per garantire un futuro sostenibile agli eoliani, ecc..
Ricordo, come, da ragazzi, si aspettava l’estate con trepidazione, si aspettavano i turisti, non più pochi, ma rispettosi dei luoghi e, a volte, portatori di “futuro”, di cultura; oggi, portatori di che? Solo orde informi scaricatrici di spazzatura; certo non tutti ma, quasi.
Eolie, isole ostaggio di ascari interessati per farne merce da portafoglio...
Per non parlare del carico ambientale che ogni anno, ignorantemente, queste meravigliose isole devono subire per colpa di una gestione politica e amministrativa ove interessata, ove incapace e arrogante, ove ostaggio di modelli culturali estranei ai luoghi e solo interessati a farne serbatoi elettorali.
Invocare un intervento del Governo Nazionale per gestire un territorio come quello delle Eolie, ci da il metro dei nostri amministratori locali che da un lato osteggiano assurdamente l’applicazione di strumenti di gestione sostenibile, per poi vantarsi sulla carta intestata di essere Patrimonio dell’ Umanità.
Io chiedo e faccio appello al Presidente Conte e al Presidente della Regione Musumeci e a tutti i deputati, nazionali e regionali di tutte le forze politiche affinché tale riconoscimento venga rispettato, questo sì, con un intervento del governo nazionale e venga, così, subito attivato il Parco Nazionale delle isole Eolie, unica cosa, degli ultimi 50 anni, che lascerei ai posteri.
Povera terra mia ...
VIDEO
Bartolino Leone