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di Adolfo Sabatini*

Ritengo doveroso, e non per protagonismo, esporre sinteticamente quanto a mio avviso sarebbe necessario ottenere dopo la fatidica data del 3 aprile.
Non è LA soluzione né una ricetta magica. È una necessaria azione politica che la nostra comunità, attraverso l’autorevole voce del Sindaco, deve chiedere alle autorità costituite, e cioè il riconoscimento di alcune deroghe per una parte delle categorie produttive della nostra comunità al momento “indenne” al Coronavirus, grazie all’azione del Sindaco e della Sua Amministrazione.

Condivido totalmente quanto il Sindaco ha fatto per garantire la nostra incolumità, lo stop degli arrivi di “esterni” ed il rispetto tassativo del Decreto Presidenziale, e questa “chiusura” dovrà continuare ad essere attuata fino a quando sarà necessario.

Premesso ciò, credo che dopo il 3 aprile si possa, anzi si debba, necessariamente valutare l’opportunità di consentire ad alcune categorie di tornare ad una “pseudo normalità”, di tornare a produrre “reddito” per le proprie famiglie. Non certo un “rompete le righe”, non certo una totale libertà di azione, ma l’individuazione di ulteriori categorie - oltre quelle già individuate nel DPCM - che in considerazione dell’assenza del virus nel nostro territorio possano tornare a lavorare e produrre per sostenere le proprie famiglie.

*Consigliere comunale

Coronavirus: 100 milioni dalla Regione per le famiglie disagiate

Cento milioni di euro dalla Regione Siciliana per consentire alle famiglie disagiate di accedere all'assistenza alimentare. Lo ha deciso il governo Musumeci, riunito in mattinata a Palazzo Orleans, in seduta straordinaria e urgente.

"Si tratta di una prima necessaria risposta che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, da me più volte sollecitati. In queste settimane di paralisi - aggiunge il governatore - sono cresciuti a dismisura nella nostra Isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all'emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat.

Le risorse verranno assegnate, in più tranche, a tutti i Comuni, che nella distribuzione - si legge nella delibera - dovranno prestare particolare riguardo “alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria”.

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