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di Maurizio Pagliaro

l nostro Governo è riuscito a dimezzare l'onda d'urto dei ristoratori e dei proprietari di bar, accontentando chi ha un dehors e colpevolizzando chi non ce l'ha. A noi, colpevoli di non avere sale all'aperto, promettono un indennizzo, ma come sara' valutato? Come ci censiranno? Non solo per i mancati incassi, facciamo solo asporto ( nulla ), ma ripartire con magari 2 mesi di ritardo ed inseguire i colleghi "fortunati", è un bell'handicap.

Come si intende valutarlo? La scelta del dehors: pensiamo a un ristorante di Torino, tavoli all'aperto, giornata di pioggerellina, temperatura non proprio estiva. Si debbono riparare i commensali, pannelli in vetro o plexiglass o plastica o tende, magari un " fungo " per riscaldare........ma che differenza c'è dai locali al coperto? Condividete questo post, non per mia soddisfazione, ma per farlo arrivare ai furboni che ci governano.

CREDITO D'IMPOSTA E CIFRE A FONDO PERDUTO.

Al signor Sindaco Comune di Lipari, al governatore della Regione Sicilia, al premier Conti: nei vari Decreti sfornati tra il mese di Aprile e Maggio, si leggeva sempre, cifre a fondo perduto e credito d'imposta. Sembrano quasi la stessa cosa, dato che si annunciavano entrambi con enfasi. Precisiamo, in un momento di ripartenza, riapertura , rilancio, c'è bisogno di cifre a fondo perduto in tempi rapidi, come nel calcio la ripartenza, il rilancio sono decisivi in rapporto alla loro rapidita' di esecuzione, o si rigioca a difesa schierata.

Nella spinta alla riapertura delle attivita', il credito d'imposta: Si definisce credito d’imposta un credito di natura tributaria, che un soggetto economico vanta nei confronti dello Stato. Non servono crediti verso lo Stato quando per riaprire, ripartire si accumulano solo debiti ( e non sono d'imposta ) verso altri enti o addirittura privati con gli stessi problemi. Ci sono attivita' che hanno riaperto con la voglia e la passione, che ogni piccolo imprenditore ha in corpo dalla nascita, ma non basta: incassi zero o quasi, bar con personale assunto registrano incassi ridicoli che non coprono lo stipendio di un solo impiegato, ristoranti e pizzerie, i primi costretti al riciclo cronico, i secondi a cercare come pagare la legna occorrente per il forno. Nella situazione da me descritta o si rilancia subito o " il credito d'imposta " non avra' destinatario (attivita' chiusa) 

 

 

Riapertura per masochisti!

Con le norme note, (c'è ancora molta confusione), nel campo della ristorazione, bar e discoteche, si calcola che il 65/70% delle strutture non apriranno, non ci sono le condizioni. < Riaprire lunedì? E come facciamo? È già venerdì e non esiste un atto che ci dica chiaramente quali regole osservare". Andrea Graziano è uno dei ristoratori che hanno deciso di non ripartire: 43 anni, catanese, Graziano è il titolare delle botteghe Fud, che fra la città etnea, Palermo e Milano ha costruito il brand di successo dell'hamburgeria siciliana.

Un piccolo impero della gastronomia che conta 158 dipendenti e prima della pandemia progettava l'apertura di altri due ristoranti. Adesso l'imprenditore non sa neppure quando e come proseguire l'attività. Al governo rimprovera "difetti di comunicazione, di coerenza e di tempismo".> Aggiungo: ci hanno scambiato per barboni, quando arriveranno, bonus ( molti come me, in attesa del bonus di marzo ), somme a fondo perduto, saranno delle elemosine, certo sufficienti " a fare la spesa ", ma non a ripartire. Uno stato che ci tassa per il 70%, ci riconosce come fondo perduto il 10% dell'incasso di aprile 2019, sono caramelle per bambini, ridicolo!

Un governo che voleva farci ripartire, DOVEVA ,mettere a disposizione delle imprese liquidita' , subito in modo celere, non dopo 3 decreti e due mesi e mezzo elargire elemosine, bloccare pagamenti corrente elettrica e poteva farlo dato che si tratta di " Servizio NAZIONALE Elettrico", bloccare o anticipare i canoni affitto locali, invece di creare dei crediti d'imposta, inutili ed anacronistici, prestiti a tasso agevolato, inutili e pericolosi. Di fatto ha decretato la " morte " della Ristorazione. Continuo con le parole di Andrea :<"Guardi, ci tocca un contributo pari al 10 per cento di quanto fatturato l'anno scorso ad aprile: non esattamente una grande cifra.

Poi il credito d'imposta sugli affitti dei locali pagati a vuoto, la defiscalizzazione delle bollette, il rinvio del pagamento delle tasse. Ma il vero limite è la temporaneità di queste misure, valide qualche mese. Il governo ha messo delle toppe, ma senza una vera strategia di rilancio, che accompagni a lungo la nostra ripartenza, non ce la faremo. Sarà un bagno di sangue, non so quante imprese sopravviveranno. E ci sono grandi lacune nelle disposizioni adottate". Servono invece provvedimenti di lungo respiro: altrimenti, è chiaro, chi riuscirà a riaprire chiuderà dopo poche settimane".> Dato che non sono masochista, con molta umilta' preferisco rimanere un povero ex Ristoratore.

 

Da anni si parla di evitare l'assalto indiscriminato alle nostre isole da parte di falso turismo, leggi barconi, Tavernello etc.

Come ci riporta, il sempre attento alla questione, dott. Aldo Natoli. Copiamo, ed è il momento, i sindaci di Ponza e Ventotene, e facciamo selezione qualitativa. 

---Egregio Direttore, il 2 maggio ho scritto: sollevo una questione che interessa molti, anzi moltissimi. Ho 67 anni, sono cittadino di una Nazione che si professa civile e moderna, aspirerei da persona libera a fare uso di cannabis nella privacy di casa mia, ne ho diritto! Non vorrei incorrere in atti illegali, quindi nessun contatto con la criminalita'. In Italia la cannabis per uso personale non è reato. La Cassazione sentenzia: coltivazione in casa non è reato. Ma si è soggetti al sequestro. Le promesse di tanti governi per la liberalizzazione, sono rimaste tali. Mi sorge il dubbio di un diktat da "patti ucciardonensi ". Ricordiamo la famigerata Fini-Giovanardi, che ci ha reso lo zimbello del mondo civile. La Consulta, dopo 8 e dico 8 anni (sic), ha dovuto delegittimare la stessa. Oggi riporto una intervista di Palmira Mancuso di " Messinaora.it "

Quest’uomo ci ha spiegato che appena scattata l’emergenza Covd19 e le conseguenti restrizioni, gli stessi spacciatori finite le scorte hanno proposto ai consumatori un hashish chiamato “plutonio”, venduto a 50 euro al grammo ed “erba” a 20/25 euro al grammo (contro i 5/10 euro). Nella foto in apertura un esempio di come appare, ovvero simile alla normale cannabis e al normale fumo.

Lavorando nei circuiti dell’intrattenimento e della notte, questo messinese ha raccolto diverse testimonianze e lui stesso ha acquistato questa sostanza capendo che non si trattava di semplice “cannabis”: “Un mese fa mi è arrivato in mano un pezzettino di questa chiamiamola erba, ho fatto due tiri contati e mi è venuto un giramento di testa, mi tremavano le gambe, mi sono dovuto sedere: non riuscivo neanche a vedermi le mani per almeno venti minuti”.

Effetti che hanno portato diversi giovani in ospedale, senza che poi siano seguite denunce. Ma da qui l’appello a non usarla pensando che sia cannabis.>
I nostri ministri si riuniscono ( giustamente ), quasi ogni giorno.
Vogliamo e dobbiamo diventare un Paese civile.....LIBERALIZZIAMOLA!

--Spiegatemi come si potrebbe fare? Attualmente nel mio locale ho a disposizione 14 tavoli, col distanziamento richiesto arriverei a 6, cioè 12 coperti.

Divisori in plexiglass ( costo 100 /150 euro cadauno ), guanti mascherine e sanificanti, affitto locale, 2 addetti ( uno per la sala, uno per la cucina, meno non potrei fare il servizio ), spese luce-gas-acqua, areatori e messa a norma cucina e bagni, materie prime etc.

Incasso auspicato in due turni circa 700 euro, ma ci sara' clientela per farli ?

A queste condizioni, senza conteggiare il mio lavoro, avrei una perdita giornaliera di circa 500 euro o dovrei far pagare 170/200 euro un pasto.

Nelle stesse condizioni saranno i miei colleghi. Quindi presidente Conte, presidente Musumeci e company......NON APRO!!!!!

*Ristorante " La Forgia da Maurizio " Vulcano Porto.

Egregio direttore, per la cronaca ( forse non interessera' ), ho mangiato la superiora polenta con gli inferiori finocchietti selvatici, risultato ottimo.

Diretto a chi vuole dividere l'Italia e gli italiani, aveva cominciato Bossi e Feltri ne è un suo seguace.

Ancora non si sa niente dei 49 milioni scomparsi ed erano anche del sud, sarebbero molto utili adesso, Salvini restituiscili.

Solo assieme si puo' uscire da questo momentaccio e mostrarsi all'Europa, specialmente in un giorno particolare come il 25 Aprile che segna la Liberazione dell'Italia da gente come loro. 

---Come dai miei interventi precedenti: Fu Ristorazione e Comparto turistico, abbiamo bisogno dallo stato di aiuti " sostanza " ( leggi fondo perduto ) e non bollette, scadenze, affitti o prestiti. Come, con molto realismo, esposto dal professore Alessio Pracanica, non ci sara' una stagione turistica alle Eolie.

Scordiamoci le invasioni di: vandali, alemanni, burgundi, franchi, visigoti o unni, né lombardi, piemontesi, veneti etc. Allestire lidi a Canneto aspettando masse di turisti liparoti o salinari, preparare i lidi di Lipari aspettando, cannetari , strombolari o panarellesi. Ma restiamo con i piedi per terra e speriamo che qualcosa cambi nel 2021, se cambia.

Pensare in modo diverso è fantasioso ed utopistico. Lo stato ci deve ridare quello che abbiamo dato, in modo forse piu' del dovuto, nel passato. Sono pagati, anzi strapagati, per lavorare, cosa che non hanno fatto fino adesso.

Concludo complimentandomi col signor Alessio Pracanica per il suo articolo ed esortando i nostri governanti a LAVORARE, verbo che non rientra nel loro DNA. 

---Fu Ristorazione. Il virus maledetto ha ucciso diverse arti e mestieri. Le nuove norme per i ristoranti prevedono : tavoli distanziati con un divisorio in plexiglass fra i commensali (sportelli postali degli anni '50'e '60), camerieri con mascherina e guanti in lattice (infermieri), vassoi e posate usa e getta confezionati in cucina e trasferiti ai tavoli (catering da cabina d'aereo). La Ristorazione quella con la "R" maiuscola è finita.

Noi che abbiamo cominciato o nel Ristorante di famiglia, o lavorando per altri e ci siamo appassionati a quest'arte. Noi che lavoravamo quando gli altri facevano festa, chi di noi ha trascorso in famiglia, un Natale, un veglione di San Silvestro, una Pasqua, un Ferragosto. Noi che non sapevamo contare le ore trascorse nel locale, noi che non dormivamo pensando all'indomani.

Ci costava, ma la passione di vedere i clienti soddisfatti, un piatto ben riuscito, un servizio perfetto, uno scambio di battute con i nostri ospiti, una spiegazione sugli ingredienti, ci appagava e ci dava energia per continuare. Adesso il nostro futuro sarebbe il nulla. Noi che siamo stati " la spalla destra" del turismo sia popolare che d'elite, contribuendo alla crescita delle nostre isole e della nostra economia, dovremmo cambiare perchè chi ci doveva tutelare è stato assente e incapace.

No egregi signori in "poltrona"! Rimarremo, orgogliosamente, umili, poveri e disoccupati Ristoratori, mai gestori di mense asettiche, aziendali, ospedaliere o ancora peggio distributori di catering.

---In questo momento particolare ed aggiungo sempre, bisogna stare attenti alla nostra alimentazione ed è facile, basta ritornare alle nostre sacre e sane tradizioni. Vedo, purtroppo, nei banchi dei nostri negozi proliferare prodotti inutili e dannosi: dolciumi, scatolame vario, cibi precotti, creme da cucina al gusto di ???? per finire con i pani imbustati a lunga conservazione.

Stiamo attenti leggiamo nelle confezioni da cosa sono composti, è cibo industriale, processato chimicamente che ha come solo scopo non la nostra alimentazione, ma l'arricchimento dei produttori. Ora che abbiamo piu' tempo in cucina, non ci sono alibi. Mettiamo a " moddu" i legumi ed usiamo tanto le verdure di stagione, il pesce nostro: smiriti, opi, acchiati, ciauli, aluzzi etc. per favore evitate il salmone o arriveremo a mangiare pangasio,per le nostre isole sarebbe una disfatta.

Si leggono on line e si vedono in televisione, pseudo cuochi e pasticcieri che sciorinano ricette non ce n'è bisogno, chiedete alle nostre anziane e soprattutto, semplicita'. Il pane, panificato, è buono anche raffermo e "caliatu" completa molte zuppe, non dimentichiamo, pani cu latti, favi chi guidi, vrocculi e patati etc. In questo periodo, broccoli ,cavolfiori, cime di rapa, fave , piselli, carciofi e tante verdure selvatiche, non hanno bisogno di concimi ne' fertilizzanti e mi raccomando olio d'oliva, il burro non ci appartiene!

P.S. Poco facebook e tanti libri con un buon mazzo di carte,

Precisazione ricette di Pina Mandarano. Per evitare confusione: camommo alias pimento, pepe di Giamaica o pepe garofanato, cardamomo alias elettaria, illacci' in hindi, hal in arabo. STATE A CASA.

 

---Che vergogna italiana! Le promesse: , il freezer non ha funzionato, , una pallina ogni mille punti totalizzati come i vecchi flipper, , solo JaMES il resto si vedra', , Chi l'ha visto, servirebbero C.I.A e KGB assieme per scovarla. I tempi non ci sono piu', SBUROCRATIZZATEVI.

 

NOTIZIARIOEOLIE.IT

In aggiunta al mio scritto "comparto turistico" del 3/4/2020. Gli imprenditori turistici, con tutto l'indotto, sono e quindi SIAMO I NUOVI POVERI! E lo Stato? Assente ed incapace. Dopo il caos e l'insufficenza del bonus, se si vedra', si assiste ad un altro gesto di incapacita' statale: continuano ad arrivare le bollette del Servizio NAZIONALE Elettrico, ma di quale " NAZIONE " si tratta? 

P.S. Non pagate bollette! Sarebbe un ulteriore "abbassamento dei pantaloni"

---Ai colleghi, imprenditori turistici. Coronavirus, lo sfogo di una ristoratrice: “Anni di lavoro, adesso sopravviviamo e dopo?" Ilenia ha un ristorante con la sua famiglia, chiuso da quasi un mese come gli altri a causa del Coronavirus. Chiede quali aiuti lo Stato ha previsto per chi ha attività come noi?

E noi Eoliani? Il nostro comparto che sostiene buona parte dell'economia delle isole, ed è uno dei piu' colpiti, cosa deve aspettarsi? I barili non hanno piu' fondi da raschiare. Ben venga il bonus, " a caval donato non si guarda in bocca ", ma è un cavalluccio a dondolo senza bocca!

Tra affitti, bollette e spese varie, si rischia di non poter ripartire, o arrivano aiuti, sostanziali, dallo Stato o si chiude. Facciamo gruppo o sara' la fine dell'economia eoliana, abbiamo dato tanto nel passato, forse piu' del dovuto, si aspetta un ritorno. 

LE RICHIESTE

di Christian Del Bono*

Accogliamo con grande favore l'istituzione di una task-force per coordinare le misure finanziarie ed economiche necessarie a fronteggiare l'attuale crisi provocata dall'emergenza Coronavirus in Sicilia.
Offiriamo sin da subito e, ovvamente, a titolo gratuito tutto il nostro contributo e supporto all'individuazione delle misure economiche per il comparto turistico-ricettivo. Il team, costituito con un decreto dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, è formato dal ragioniere generale della Regione, dai dirigenti generali dei dipartimenti Finanze, Programmazione e Attività produttive e dalle Autorità di gestione dei Fondi europei e nazionali e dall'Autorità regionale dell'innovazione tecnologica, oltre che dal capo di Gabinetto vicario del presidente Musumeci. A coordinare la struttura - alla quale non spetterà nessun compenso - sarà Benedetto Mineo, già capo dell'Agenzia delle dogane e ai vertici di Equitalia.

*Presidente Federalberghi

AGRICOLTURA, DALLA REGIONE 40 MILIONI

Agricoltura: 40 milioni dalla Regione per investimenti nelle aziende

Quaranta milioni di euro per investimenti nelle aziende agricole siciliane. Lo prevede il bando pubblicato dalla Regione Siciliana, attraverso l'assessorato dell'Agricoltura, a valere sulla Misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale 2014/2020. Si tratta di una delle procedure più attese dal comparto agricolo, grazie alla quale sarà possibile acquistare macchine, attrezzi agricoli, per trasformazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti; realizzare e ristrutturare allevamenti (stalle, ricoveri, recinzioni) oltre che punti vendita aziendali e sale degustazioni; e ancora serre e tunnel per colture protette e florovivaismo; operare miglioramenti fondiari e sistemazioni idraulico-agrarie (recinzioni, terrazzamenti, recinzioni, viabilità aziendale ed elettrificazione).

Una quota dei finanziamenti sarà destinata all’agricoltura delle isole minori: Pantelleria, Eolie, Egadi, Ustica, Lampedusa e Linosa, che erano rimaste escluse dai bandi emessi dalla precedente programmazione.

In linea con la nuova Pac, verranno premiati gli interventi dei cosiddetti “genuine farmers”, ovvero dei “veri agricoltori”, la cui principale attività economica è quella agricola: così come le produzioni certificate di qualità (Bio, Dop, Igp e Qs-Qualità sicura garantita dalla Regione Siciliana, di neo introduzione) e ancora gli investimenti che puntano alle strategie di adattamento al cambiamento climatico, come la realizzazione di laghi collinari.

Tra le novità importanti del nuovo bando la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure amministrative. Determinante sarà infatti il ruolo dei tecnici progettisti: con le “perizie asseverate”, nelle quali saranno riportati la fattibilità degli interventi, i punteggi e l’attestazione di conformità in materia di edilizia ed urbanistica, eviteranno agli agricoltori di dover chiedere pareri e autorizzazioni, che in passato hanno causato aggravio di costi e una notevole dilatazione dei tempi di presentazione delle domande.

«Il Governo Musumeci ha mantenuto fede all’impegno preso - afferma l’assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera - rispondendo alle reali esigenze dell'agricoltura siciliana e semplificando le procedure. Si tratta di un bando molto atteso, grazie al quale le aziende agricole potranno ammodernare le loro strutture, migliorandone reddito e competitività ma soprattutto, a fronte del massimale di 5 milioni di euro previsto dal precedente bando, abbiamo previsto un tetto massimo di 300 mila euro a progetto, rispondente alle reali esigenze del tessuto produttivo siciliano, fatto per lo più da piccole e medie aziende. La percentuale di contributo a fondo perduto prevista è pari al 50 per cento, elevabile di un ulteriore 10 per cento, nel caso in cui i proponenti siano giovani con meno di 40 anni d'età. Anche la cantierabilità del progetto, che ha costi elevati, dovrà essere prodotta solo se e nel momento in cui il progetto verrà finanziato».

---Art.49 Decreto Cura Italia - serissimi problemi di accesso alla liquidità promessa

In questo momento l'unico strumento a disposizione delle imprese per disporre di liquidità è l'art.49 del decreto "cura Italia", che definisce le procedure e le modalità delle cosidette "misure a sostegno della liquidità".

Le risorse a disposizione sono quelle del Fondo di Garanzia per le PMI, attualmente il principale strumento di garanzia pbblica a favore delle PMI, gestito da Medio Credito Centrale.

Tale fondo sembra essere lo strumento principale tramite il quale lo Stato intende fornire "immediata liquidità" alle imprese, adesso ed infuturo con i nuovi provvedimenti legislativi annunciati. Ebbene non sarà così. Le interlocuzioni di questi giorni con gli Istituti Bancari, portano a scenari decisamente diversi e preoccupanti.

La richiesta di accesso al Fondo va fatta tramite MCC, compilando il Modello 4 (scaricabile dal sito MCC), composto da ben 25 (venticinque!) pagine, dense di tabelle, richiami di legge e sottigliezze finanziarie e bancarie.

Dopo avere compilato il modulo, esso va inoltrato alla propria banca di riferimento la quale provvede all'inserimento nelle proprie piattaforme informatiche e, dopo una prima elaborazione, la pratica (suppongo corredata oltrecchè dal modulo, dai bilanci, certificaziono CCIAA, Dichiarazioni varie….) verrà inviata al centro di elaborazione Mcc di Verona che provvede alla istruttoria vera e propria, finita la quale la pratica viene inviata al Comitato Mcc di Roma il quale (nel corso della unica riunione settimale prevista) provvede ad approvare (previo esame della pratica) e deliberare.

Dopo di che la pratica deliberata viene reinviata alla banca di riferimento la quale dovrà contrattualizzare il beneficiario e quindi erogare il finanziamento. Tempi previsti, a dire dei Direttori di Agenzia, non meno di 40/45 giorni!

A questo si aggiunga che fino a quando l'art. 49 sarà soggetto alla condizionalità del regime "de minimis" relativo agli aiuti di stato, l'importo e la platea delle erogazioni sarà molto limitata; parecchie aziende potranno non usufruire di benefici o solo in parte in quanto già beneficiarie nel triennio pregresso di aiuti in regime "de minimis", per esempio per crediti di imposta goduti.

Quindi al momento lo strumento offerto dall'art.49 è fortemene condizionato e limitato fino a quando non sarà espressamene precisato che non ricade nell'ambito del regime "de minimis" e soggetto a procedure di istruttoria condizionata che prevedono tempi di eventuale erogazione incompatibili con le attuali esigenze delle aziende.

Si chiede quindi: di non assoggettare l'art. 49 alle procedure ed al regime "de minimis" degli aiuto di stato, di togliere qualsiasi condizionalitò di erogazione che dovrà essere basata solo sulla base degli "indicatori economico e finanziari" ed includendo anche le imprese in difficoltà.

di prevedere procedure di presentazione e di erogazione estremamente semplificate che nell'arco di qualche giorno assicurino la liquidità alle imprese.
Maurizio Vaccaro, Angelo Maimone.

----Coronavirus: sindaci siciliani a Conte, servono provvedimenti straordinari. L’appello di oltre settanta primi cittadini dell’Isola al Premier

“Situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo richiedono risposte straordinarie” è l’appello lanciato da oltre settanta sindaci siciliani al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con un articolato documento che contesta le misure prese dal governo nazionale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Il documento, che ha raccolto consensi trasversali tra i primi cittadini dell’Isola, definisce i provvedimenti governativi “illusori e palesemente insufficienti”. Critiche ai 4,3 miliardi stanziati, bollati come un anticipo dovuto ai comuni, ma anche alla cifra di 400 milioni che per gli amministratori locali dell’Isola non consentirà di “rispondere adeguatamente alle necessità di quasi ottomila comuni su tutto il territorio nazionale”.

L’epicentro della protesta delle fasce tricolori è la provincia di Messina dove il primo firmatario Matteo Francilia, sindaco di Furci Siculo, ha raccolto numerosissime adesioni: “il vasto consenso al documento - spiega Francilia - dimostra che questa non è una battaglia di una parte politica ma di tutti gli amministratori locali che in questo momento drammatico sentono il dovere di dare risposte concrete ai loro cittadini sia nel campo della tutela della salute pubblica sia nel fronteggiare l’emergenza socio economica”.

Non soltanto sindaci del Messinese, perché fra i primi firmatari vi sono anche diversi sindaci di comuni del Catanese, con il testa il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese, ma anche di altre province. Quella dei sindaci – sottolinea il sindaco Pogliese - è una iniziativa importante che propone una piattaforma organica di proposte finalizzate a sostenere gli enti locali che rischiano di essere i terminali di questa drammatica situazione e di subire gravi problematiche aggiuntive in termini di introiti di bilancio: infatti, dobbiamo dare le prime immediate risposte ai cittadini, ma avremo i bilanci massacrati in termini di tributi locali, addizionali ecc”. “Lo Stato – prosegue – deve pensare misure compensative che certamente non possono essere rappresentate dai 400 milioni di aiuti che serviranno per non più di due settimane”.

Oltre alla protesta c’è però anche la proposta. Sul tavolo del Premier i sindaci siciliani mettono, infatti, una serie di proposte concrete a cominciare dalle misure di natura economico finanziaria come il rimborso Imu 2020, la possibilità di utilizzo avanzi in spesa corrente o l’estensione della moratoria sui mutui anche ai prestiti contratti dagli enti locali con la Cassa deposito e prestiti. Non mancano poi le richieste per il potenziamento dei servizi sociali, dei poteri ai primi cittadini per il controllo dell’ordine pubblico, e per una decisa azione di semplificazione amministrativa.

“La critica fine a se stessa non serve a nessuno - aggiunge Francilia - abbiamo inviato al Presidente del Consiglio le nostre proposte concrete per mettere le amministrazioni comunali nelle condizioni di essere realmente una prima linea efficace nel fronteggiare l’emergenza.

“Dalla capacità del Governo del Paese di rispondere prontamente e concretamente e con la massima trasparenza al grido di aiuto degli enti locali e dei cittadini ma anche delle imprese e dei lavoratori dipenderà la tenuta sociale ed economica del sistema Italia”, concludono i sindaci siciliani.

---Credo che anche i colleghi imprenditori siano nelle stesse condizioni. Arrivano, nonostante la gravita' del momento, bollette per luce, gas etc. Mi sembra quel "bastardo" che possiede un bicchiere d'acqua nel deserto e lo vende a 10.000 dollari. Ma finiamola!

---Qual è il colmo per una milanese che va in Sicilia alla ricerca dei dolci delle Feste? Ritrovarsi a Licata, a casa di una zia 98enne che, alla fine della cena, ti offre il “panetùn”! Ero atterrata a Catania con due buoni propositi: fare visita alla zia e andare a caccia dei dolci di Natale siciliani. Ora che il panettone è sulla bocca di tutti, l’idea era di portare a Milano qualcosa di “originale” per stupire parenti e amici. L’impresa si è rivelata più ardua del previsto, visto che il lievitato milanese è diventato tradizionale un po’ ovunque in Italia.>> Caro Bartolino, questo raccontato dalla turista milanese è quello che purtroppo succede nelle nostre isole ed è sintomo di poche tradizioni, poca personalita' e poca professionalita'. Quindi invece di fare le terrazze " martini "...…< facimu i bagghi ca loggia e manciamu "nacatuli e spicchitedda >.

 

Caro Matteo (questa volta) Salvini, hai governato per 1 anno, 3 mesi e 4 giorni, hai spacciato tabacco e alcol, hai ucciso 100.000 persone con il tabacco, 52.000 sono state le vittime dell'alcol....la canapa fa male solo a te. 

 

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