di Felice D'Ambra
Foto storica di tre ragazzi di Lipari, che oltre 50 anni fa, lasciarono Lipari per strade diverse, alla ricerca di lavoro e miglior vita.
Un bentornato a casa e cari saluti.
Viaggio in Sardegna nel Circuito "Autunno in Barbagia".
L’autunno ancora in atto, anche se a causa dell’inclemente tempo meteo che ha profuso lutti nella popolazione e danni incalcolabili in tutta la nostra Penisola, continua. Siamo a novembre e ancora in pieno autunno, si spera anche che torni a essere la stagione ideale, per trascorrere una breve vacanze e un fine settimana all’insegna del romanticismo. L’autunno di solito è considerato come il turismo vacanziero della bassa stagione di recupero. Frequentato da un flusso selezionato, di una buona fetta di clientela straniera e non solo, che ama la quiete, accoglienza, ambiente, buon servizio di qualità, buon cibo e buone tariffe anche per i gruppi di terza età, “che dovrebbero” esserci e in questo periodo.
La Regione Sardegna tra le poche risorse, detiene un buon rapporto tra il mare, le numerose spiagge e una vicina meravigliosa montagna, tanto che nel 1996 a Oliena, su un’idea del noto imprenditore turistico Luigi Crisponi, già assessore al Turismo della Regione Sardegna e Hotel General Manager dell’esclusivo “Su Gologone”; definito la Costa Smeralda della Barbagia e Tempio della cucina tipica per eccellenza, volle lanciare”Cortes Apertas”.La Sardegna è descritta con tanti buchi quadrati chiamate "Domus de Janis" case di fata, di fiumi sacri che curano i cattivi sogni, di acque segrete dove la luna specchiandosi, rivela il futuro e i suoi inganni.
Ci sono tante statue di antichi guerrieri alti, come nessun sardo è stato mai, di truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi e mari di grano lontani dal mare, costellati di Menhir contro i quali, le promesse spose strusciano impudicamente il ventre nudo nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C’è una Sardegna dell’antica terra che si racconta davanti al “foghile” (caminetto), di un’Isola dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, che va visitata così com’è tra i percorsi dei luoghi stessi.
La Sardegna turistica anche di una montagna incontaminata ,continua dopo oltre vent’anni, a essere una buona occasione, per rivisitarla, a essere la più ricercata, la più apprezzata e amata come il magnifico “Autunno in Barbagia”. Una manifestazione che non ha nulla a che vedere col mondo di oggi, poiché potrebbe sembrare di vivere in una storia di avvenimenti d’altri tempi lontani. Infatti, sembra di essere catapultati in un'epoca insolita, antica, di fantasia, magica ma reale, poiché come in un set cinematografico, è interpretata dal vivo, dagli abitanti, contadini, artisti, poeti, pastori e artigiani. Sembra di vivere una scena in continuo movimento, ambientato nei più caratteristici, affascinanti luoghi e paesi racchiusi lontani dal frastuono del mare, all’interno della misteriosa terra delle antiche autentiche tradizioni.
L’autunno dell’interno della lussureggiante macchia mediterranea è presente nella misteriosa Barbagia di Ollolai, Seulo e di Belvì della catena montuosa del Gennargentu. Si tratta di una manifestazione dal sapore semplice, ma di uno straordinario impatto emotivo che da venerdì a domenica, e da settembre a metà dicembre, coinvolge anche la Camera di Commercio di Nuoro, Comuni e Pro Loco, che insieme, hanno deciso, di far conoscere al mondo, le autentiche antiche tradizioni, di un popolo che resiste alla tentazione di modernità, di un mondo sconvolgente sempre in agguato. Tutti i paesi uniti per l’avvenimento montano, fatto di saperi e sapori, sagre, mostre, enogastronomia, riti religiosi e pagani che si svolgono nella più selvaggia, primitiva terra dei paesi di una Sardegna quasi vergine, sconosciuta, fatta di affascinanti luoghi lontani, dove, anche l’aratro è un miraggio.
Non è soltanto un modo di fare turismo di media stagione, anche se è un piccolo volano economico per questi paesi in agonia; lontani dalle fabbriche inesistenti e dal richiamo della costa turistica per eccellenza. In questi paesi dove il fallimento delle industrie di: Ottana, Porto Torres, Arbatax e del Sulcis Iglesiente, ricco di miniere in abbandono, non hanno purtroppo, insegnato nulla al mondo della politica. Continua invece ad aumentare la disoccupazione e lo scheletro dello spopolamento di migliaia di giovani, e anche intere famiglie costretti ad abbandonare le loro case e i vecchi genitori; proprio come i profughi e migranti africani. La tanto decantata continuità territoriale, e la reclamata decantata “zona franca”, continua a essere un freno per i turisti del ceto medio, che a causa dell’alte tariffe dei trasporti e non solo, l’insularità, continua ad essere un miraggio.