bfer

di Bartolino Ferlazzo

STROMBOLI LA TRAGEDIA DELL' I-SUTO (ultima puntata)
Abbiamo descritto nelle puntate precedenti quanto hanno riscontrato sul posto i soccorritori ma adesso continuiamo a leggere la relazione tecnica disposta dalla magistratura.-
" … si può desumere che il sinistro sia avvenuto immediatamente dopo l'ultima trasmissione radio e ciò sarebbe confermato da un orologio rinvenuto tra i rottami, fermo alle ore 10,55.- Da notare che in base al rilevamento fatto da Napoli/Capodichino l' aeromobile avrebbe dovuto trovarsi su di una linea passante a circa 15 Km. ad est dell' isola di Stromboli; devesi pertanto ritenere che il R.G. di Napoli/Capodichino, abbia commesso un errore di rilevamento di circa 3° gradi, errore che in direzione Stromboli risulterebbe essere sistematico, come sembrerebbe confermato da ulteriori prove di controllo effettuate da un apposito apparecchio che, sulla verticale di Stromboli, ha richiesto a più riprese il rilevamento a Napoli/Capodichino. Dalle constatazioni e dal relativo sopraluogo del Registro Aeronautico Italiano, risulta che l'aeromobile, < … ha cozzato contro un costone roccioso a Sud/Est dell' isola di Stromboli, in località Forgia Vecchia, ad un altezza sul mare di circa 300 metri e distante circa 600 metri da un gruppetto di casette, denominato Contrada Scari … > Sulle pareti della roccia, si scorgono evidenti le tracce dell' urto; su uno sperone si nota una traccia rettilinea leggermente inclinata a sinistra con frantumi di compensato del rivestimento alare, nella parte antistante di circa 12c metri ad una quota superiore di circa 10 metri rispetto alla prima, si notano le tracce dell'urto dei motori e lievi acciaccature dei cespugli di ginestre. Dette constatazioni consentono di dedurre che l'aeromobile in assetto di forte salita, abbia urtato in un primo momento contro lo sperone con l'ala sinistra, in questo primo urto si staccava un moncone di ala sinistra di circa 5 metri che veniva proiettato a circa 40 metri, successivamente l'aeromobile andava a fracassarsi contro la parete antistante.-
I relitti, frammisti dei miseri resti delle vittime, sono stati proiettati in piccola parte sul ciglio intorno al costone in una zona di circa 50 metri per 50, la rimanente parte è precipitata su di un piccolo ripiano, ai piedi della roccia, a circa 30 metri più in basso. La fusoliera con gli impennaggi ed altri rottami, che erano precipitati ai piedi del costone, durante le ricerche dei resti delle vittime, sono precipitati in un sottostante burrone inaccessibile. Null'altro è stato possibile accertare sui resti dell'aeromobile. Molti abitanti della contrada Scari, hanno dichiarato di aver, distintamente, udito verso le 10,55 del giorno 16, il rombo dei motori, che però dopo circa trenta secondi cessò improvvisamente; la fittissima nebbia e la pioggia non consentivano di scorgere l'aeromobile che navigava nelle immediate vicinanze; da tutto quanto sopra premesso, pur rimanendo nel campo delle ipotesi, si può dedurre che:
1) l'aeromobile I-SUTO tenuto conto della velocità di crociera (240Km/h) ha compiuto regolarmente la prima parte del percorso (circa 60Km) Catania-Zoina vietata di Messina;
2) che verosimilmente il pilota, subito dopo si è prefisso seguire la rotta tra lo Stromboli e Capo Vaticano, dirigendosi verso Capo Palinuro (352°) ed ha ritenuto di aver oltrepassato l'isola di Stromboli, dopo i trenta minuti intercorsi tra l'ingresso nella zona vietata di Messina (ore10,25) ed il sinistro (ore 10,55); infatti in trenta minuti l'aeromobile avrebbe dovuto percorrere circa 120 Km, che misurati sulla rotta anzidetta, portano appunto oltre lo Stromboli. In detta ipotesi è da pensare che il QTE delle ore 10,52 sia stato richiesto non per il timore di trovarsi presso lo Stromboli, ma per dirigersi sicuramente su Napoli o comunque accertarsi sulla giustezza della rotta seguita, nella convinzione che l'isola di Stromboli fosse oltrepassata; senonché il pilota avrebbe effettuato i suoi calcoli senza rendersi conto della forte deriva a cui l'apparecchio era sottoposto a causa del vento spirante nella zona, con ben maggiore intensità di quella segnalata dal Cartello di Rotta;
3) dalle constatazioni sul luogo, da parte del Registro Aeronautico Italiano, si è potuto dedurre che l'aeromobile ha urtato contro lo sperone montano in assetto di forte risalita, è da chiedersi se il comandante abbia inclinato l'apparecchio in salita a seguito del QTE delle ore 10,54 oppure in seguito alla visione diretta della sagoma dello Stromboli, intravisto a pochi metri, ormai di distanza; non è facile rispondere a questo quesito, tuttavia è lecito ritenere più ammissibile la seconda ipotesi, per il fatto che molto probabilmente, al marconista sarà mancato il tempo di comunicare al comandante i dati ricevuti da Napoli/Capodichino avendo egli dovuto impiegare almeno un minuto a tradurre tali dati sulla carta di navigazione ai fini dell'orientamento;
4) se si considera che l' I-SUTO non ha fatto rotta diretta Catania/Napoli, ma si è tenuto lungo la costa orientale della Sicilia, tanto da sorvolare la zona vietata di Messina, portandosi quindi sulla rotta Messina/Napoli, molto più a levante della precedente; che il pilota non poteva ovviamente avere alcuna ragione una volta passato su Messina, di deviare, volontariamente, verso gruppi dello Stromboli e delle Lipari, in zona più che scarsa visibilità, si deve ritenere, salvo che lo abbiano ingannato le deviazioni della bussola, quali si verificano in vicinanza dei vulcani, che deriva ( o l'errore della bussola o tutt' e due le cose insieme) sia stata appunto così accentuata dal portare l'aeromobile proprio sullo Stromboli, annullando, anzi probabilmente, anche quel margine che il pilota avesse voluto assicurarsi, facendo rotta ancora più verso il largo;
5) quanto alla quota del volo, essa può, forse, spiegarsi col fatto che la segnalazione di nubi basse, al di sotto delle quali la visibilità veniva indicata come abbastanza estesa ( e fin verso lo Stromboli lo era di fatto ) può aver fatto apparire conveniente al pilota navigare in vista del mare verso lo Stromboli, invece la visibilità era pressoché nulla, cosicché la bassa quota di volo da presunto elemento di sicurezza si è trasformata in causa del sinistro, agendo in concomitanza alla forte deriva ed alle possibili deviazioni della bussola, dovute come detto, alla vicinanza delle zone vulcaniche.- Le conclusioni sono dunque che, sembra potersi dedurre che le cause del sinistro, siano da ricercarsi nelle avverse condizioni atmosferiche, notevolmente peggiorate in rapporto a quelle segnalate dal Cartello di Rotta e, quindi, alle conseguenti circostanze di nubi basse, di visibilità nulla nella zona dello Stromboli, di deriva notevole, anche senza tener conto delle influenze del vulcano sulla bussola, non controllabili a mezzo osservazione diretta; forse anche l' erroneo rilevamento di 158° gradi può aver fatto pensare all'equipaggio di trovarsi ancora abbastanza al largo dello Stromboli, mentre quello effettivo intorno ai 161° gradi avrebbe potuto immediatamente allontanarlo.-
Roma 3 settembre 1940 XVIII F.to Direttore Generale dell' Aviazione Civile e del T.A. Generale S.A. M. Bernasconi.-
Il 13 gennaio 1941 il Vice Pretore di Lipari, informava ufficialmente la Stazione dei Carabinieri di Stromboli che gli atti relativi al disastro dell' I-SUTO erano stati archiviati e che pertanto i resti dell'aeromobile potevano serre consegnati agli aventi diritto, previa compilazione e sottoscrizione di redigendo verbale di consegna.-.
Infine in data 14 febbraio 1941 il Comandante della stazione die Carabinieri di Stromboli, Vice Brigadiere Bonanno Giuseppe, dopo regolare verifica, consegnava al delegato Podestarile, Manzo Giuseppe, autorizzato per il ritiro da parte delle Avio Linee Italiane S.A. con lettera dell' 8 febbraio 1941 prot. n.50381, delle chiavi del deposito ove si trovavano i resti dell' aereo schiantatosi sullo Stromboli … ".-
Questa è la vera storia, reale, cronologica e documentata della sequenza degli avvenimenti che portarono al disastro aereo, dove fu coinvolto un aereo civile l' I-SUTO delle Avio Linee Italiane S.A. che nessuno ha mai conosciuto, che nessuno ha mai narrato, che nessuno ha mai tramandato, nemmeno le forze sia politiche, sia militari, sia amministrative e pertanto sorgono spontanee alcune considerazioni e dubbi, principalmente si carattere umano, < perché non si è mai data notizia, perché non sono mai state ricordate le persone che perirono, perché non è mai stata eretta una lapide in loro memoria, come del resto per i periti del Santa Marina, perché non sono state ricordate le persone che perirono anche se non furono direttamente coinvolte in azioni belliche, ma sempre in zona volavano. Tutti provenivano da Tripoli, che per ragioni di lavoro, chi per redigere articoli e dunque informare la gente, chi rientrava per licenza in Patria, ma tutti provenivano da zone di guerra, pertanto come per tutti gli altri caduti, sarebbe opportuno, corretto che anche questi uomini venissero ricordati ogni anno con le giuste celebrazioni, ponendo nell' Isola di Stromboli a perenne ricordo una lapide in loro memoria.-
Per tutti, per il rispetto di tutti, per il rispetto verso tutti e principalmente per il rispetto verso i morti, sicuramente non è chiedere troppo.

IL PLAUSO

plagreca.jpg

di Pino La Greca

Caro Bartolino fai i miei complimenti a Bartolino Ferlazzo per le notizie relative all'incidente dell'I-suto. Oggetto di un mio saggio insieme a tutti gli incidenti aerei verificatisi nel corso del ventennio dal 1920 al 1940 ed inviato alla Aletti Editore qualche mese fa. Grazie

PER LE ALTRE NOTIZIE CLICCARE NEL LINK LEGGI TUTTO

images/banners/immagini_random/via-lattea.gif

 

STROMBOLI LA TRAGEDIA DELL' ISUTO (quarta puntata)
Dopo il doveroso omaggio alla Sig.ra Mura perita nel disastro, continuiamo la storia di questo tragico avvenimento.- La relazione d' ufficio sulle cause della sciagura, ancora non giunta, dava adito a illazioni che si susseguivano intorno alla causa del disastro stesso, sia da parte della stampa che dell' opinione pubblica, i quali senza mezzi termini, nutrivano seri dubbi sulle responsabilità, così che per sgomberare il campo da ogni possibile illazione di sorta e verso i percepiti interessi che vorrebbero far imputare la colpa a carico della società esercente la linea aviatoria in questione, in data 21 aprile, la Procura Generale del Re presso la Procura Generale del Re di Messina, con missiva prot. n. 962, invitava la Direzione Generale dell' Aviazione Civile ad accelerare i risultati della relazione tecnica sul materiale e sulle apparecchiature recuperate, in vista della chiusura dell' inchiesta giudiziaria; a tal proposito i Carabinieri di Stromboli assicuravano che i resti dell' aeromobile I - SUTO erano custoditi in un magazzino sotto stretta sorveglianza della Reale Guardia di Finanza, ed erano a disposizione per la richiesta inchiesta.-.
In 25 giugno 1940, con lettera prot. n. 1046/40/P.M. il Ministero dell' Aeronautica, in una succinta missiva informava la Procura Generale del Re di Messina che < … le risultanze dell' inchiesta inducevano a ritenere che la causa del sinistro fosse da ricercare nelle avverse condizioni atmosferiche, notevolmente peggiorate rispetto a quelle riscontrate dal Cartello di Rotta, del quale il comandante dell' aeromobile, aveva preso visione prima della partenza dall' aeroporto di Catania e quindi nelle conseguenti circostanze di nubi basse, di visibilità nulla nella zona di Stromboli e di deriva notevole, non essendo pertanto emersi elementi di responsabilità penale a carico di alcuno … > concludendo che di li a poco sarebbe stata inviata la relazione tecnica completa, la missiva era firmata dal Direttore Generale dell' Aviazione Civile e del Traffico Aereo, Generale S. A. Bernasconi.- A seguito di tale missiva le Avio Linee Italiane S. A., in data 27 giugno 1940, richiedevano alla regia Pretura di Lipari, di rilasciare in via del tutto eccezionale, in esenzione dei diritti di confine, il relitto dell' aeromobile I - SUTO così come da autorizzazione della Circoscrizione Doganale di Messina, con foglio n. 11195, la rimozione comunque, veniva subordinata alla concessione del rilascio del Nulla osta da parte dell' Autorità Giudiziaria; stessa richiesta, per la rimozione, dopo regolare autorizzazione, veniva richiesta dal Comandante la Stazione dei Carabinieri di Stromboli, V. Brigadiere Rabbia Carlo, indirizzata al Pretore di Lipari.-.
Il Vice Pretore di Lipari, con missiva prot. n. 1688 del 25 agosto, inviava al Procuratore del Re di Messina missiva, in cui tra l' altro, faceva presente che le < … condizioni attuali del velivolo ridotto ad un ammasso di rottami, non credo possa consentire una perizia tecnica rivolta ad accertare le cause del sinistro … > faceva notare di aver interpellato il locale commissario di Pubblica Sicurezza, il quale riferiva che solo un tecnico poteva allo stato stabilire se dai rottami fosse possibile effettuare una perizia o meno.-.
L' 8 settembre del 1940, il Ministero dell' Aeronautica Generale dell' Aviazione Civile e del T. A. Gen. Bernasconi, inviava alla Procura Generale del Re di Messina, copia della relazione concernente il sinistro dell' aeromobile I - SUTO compilata dalla Direzione Generale, in base agli elementi in possesso; adesso riportiamo integralmente, una prima parte della stessa relazione, di cui siamo venuti in possesso.-
INCIDENTE AEROMOBILE I - SUTO DELLA SOCIETA'
AVIO LINEE ITALIANE DEL 16 MARZO 1940
Aeromobile tipo : S. M. 73 I - SUTO
Equipaggio Comandante : Gartman Guido - Secondo Pilota : Bonomi Mario - Marconista : Trullo Antonio - Motorista : Palamara Romeo
RELAZIONE TECNICA
L' aeromobile proveniente da Tripoli, in regolare viaggio di linea Tripoli/Palermo/Roma (linea 580) ometteva lo scalo di Palermo per condizioni atmosferiche avverse, atterrando all' aeroporto di Catania alle ore 09,25 del 16 marzo 1940.-.
Erano presenti a bordo quattordici passeggeri - 174 Kg. di posta e 1 Kg. di merce varia.- Provveduto allo sbarco di quattro passeggeri e di 125 Kg. di posta diretti a Palermo, l' aeromobile, fatto il relativo rifornimento di benzina, ripartiva alla volta di Napoli alle ore 10,10.- Il carico di bordo in partenza da Catania era così costituito: carburante e lubrificante (1628 + 180) totale 1808; equipaggio 4 persone 320 Kg - passeggeri 10 persone 700 Kg - dotazione R. T. 240 Kg - bagaglio e posta 107 Kg per un totale di carico pari a 3175 Kg.-
Le condizioni metereologiche, quali risultano dal Cartello di Rotta, consegnato al Comandante, Guido Gartman, prima della partenza da Catania, non erano nel complesso tali da escludere la possibilità di effettuare il viaggio ( in effetti agli stessi bollettini altri aeromobili erano stati fatti partire dai rispettivi scali di Napoli e Roma alla volta di Catania ).- Dalle dichiarazioni, concordi, dei piloti che fra le ore 9,00 e le ore 10,30, hanno sorvolato le adiacenze della zona del sinistro, risulterebbe che le condizioni atmosferiche erano di molto peggiorate, rispetto a quelle risultanti dal Cartello di Rotta.-
Dello stesso si può, inoltre, rilevare che mentre mancavano i dati relativi alle stazioni di Messina e di Paola, per Lipari era segnalato un vento di 10 Km/h, vento che in effetti doveva essere ben più forte a causa di una deriva ben maggiore di quella che il pilota poteva prevedere; tale circostanza risulterebbe confermata, da quanto riportato dal Comandante dell' aeromobile I - LUME della Società Ala Littoria, proveniente da Napoli e giunto a Catania poco dopo il decollo dell' I - SUTO.-
L' aeromobile partito da Catania alle ore 10,10, non ha fatto rotta diretta Catania7Napoli, ma si è tenuto lungo la costa orientale della Sicilia, tanto da sorvolare la zona vietata di Messina.- Infatti alle ore 10,25, la radio di bordo, comunicava che l' aeromobile era costretto a sorvolare la zona vietata dello Stretto di Messina, causa le avverse condizioni atmosferiche; evidentemente le condizioni del tempo e la scarsa visibilità avevano consigliato, il Comandante, di seguire la rotta di sicurezza, in vista del mare a bassa quota lungo la costa Est della Sicilia.- Alle ore 10,52, l' aeromobile richiedeva il proprio rilevamento alla stazione Radiogoniometrica di Capodichino a Napoli; questo lo rilevava per 158° gradi e subito dopo l' aereo ne accusava ricevuta esattamente alle ore 10,54.-
Da questo momento, nessun' altra comunicazione veniva dalla radio di bordo dell' I - SUTO.-
La prossima volta, concluderemo questo nostro viaggio, all' interno di una tragedia forse poco ricordata, forse poco considerata, ma sicuramente non meno dilaniante di tante altre, ci saranno le nostre considerazioni, sperando che qualche parente superstite possa letto e magari mettersi in contatto con noi.-

 

 ISUTO LA TRAGEDIA DI STROMBOLI (terza parte)
Nelle puntate precedenti avevamo anticipato che un capitolo a parte doveva essere dedicato ad un passeggero di quel volo, si tratta della pubblicista Maria Assunta Giulia Volpi detta Mura.- La Mura era figlia di Antonio e di Nannipieri Alaide, nasce a Bologna il 25 agosto 1892, ma si trasferisce quasi subito a Milano, è una scrittrice di libri indipendenti, per la parità tra uomo e donna e tra le varie etnie, certamente questo suo atteggiamento non passa inosservato in un periodo certamente non facile per simili ideologie, ma alla Mura questo non interessa e decide di affrontare in regime fascista come ? con una novella pubblicata sul mensile LIDEL il 5 aprile 1930 dal titolo NIOMINKAS amore negro, forse influenzata dalla moda di negritudine che trionfava a Parigi, che narrava la passione erotica e travolgente tra Sambadù Niominkas della tribù di Niomi, un ingegnere neo laureato a Firenze, ormai europeizzato e Silvia Daino una giovane vedova dell' alta borghesia, con lieto fine di un matrimonio; tale romanzo passa quasi inosservato ma non agli occhi di Benito Mussolini che trova la pubblicazione inammissibile guardando la copertina che uno dei suoi ufficiali gli aveva sottoposto, maturavano i tempi della campagna di Etiopia (1935) e delle leggi razziali (1938) questo fa scaturire un vero e proprio un pandemonio con il risultato del sequestro del romanzo, diffida per l' autore dell' illustrazione (un negro seduto ai bordi di un letto con la donna in abiti succinti, ritiro dalla edicole del quotidiano, l' 8 aprile 1934, La Vice di Mantova reo di aver segnalato l' opera < … all' ammirazione delle fedeli lettrici … >.-
Ma questo non basta e con una circolare del 3 aprile, Mussolini, detta alcune norme per inasprire la censura dopo l' episodio " … che offende la dignità di razza … " La Mura è sorvegliata dalla polizia politica e, secondo un informatore, pare avrebbe incontrato Galeazzo Ciano e che sia stata dissuasa dal chiedere udienza al duce.- Nella delazione spunta anche il Comm. Chiavolini invaghito perdutamente della Mura, il quale riferisce che la scrittrice sarebbe " … in possesso di certe lettere personali appartenute allo stesso, riguardanti alcuni gerarchi, sembra si trattasse di lettere diffamatorie non molto pulite e che poi la Mura avrebbe commerciato con persone alle quali tali lettere interessavano … ". C'è anche, così risulta dai documenti in nostro possesso, che vi siano state delle vere e proprie che sarebbero avvenute tra la Mura, definita signora di discussi costumi, e il Chiavolini; patita la vicenda censura, la Mura, non si arrende nomade ve inquieta, alle prese con amori sbagliati, continua a produrre romanzi, novelle, opere teatrali, la posta con i lettori che viene definita una < … specie di ufficio di consolazione pubblica … >.-
Il 12 febbraio 1940 parte da Milano per la Libia, il fratello Luigi ricorda le sue ultime parole < … nessuno mi aspetta a Tripoli … >.-.
Un mese dopo il 16 marzo 1940 l' incidente aereo dell' Isuto mette fine ai suoi giorni e toglie dalla scena, una brutta gatta da pelare per regime fascista; la Mura è sepolta nella cappella di famiglia a Gavirate.

ISUTO LA TRAGEDIA DI STROMBOLI (due)
La volta scorsa, abbiamo riportato quanto era stato ritrovato nei rottami dell' aereo, ma veramente cos'è successo veramente.-
Già a partire dal mese di marzo 1940, si era provveduto ad un rilevamento geomagnetico dell' isola di Stromboli, con 218 stazioni nelle quali vennero determinate, mediante misure relative, le componenti verticale ed orizzontale del campo terrestre; i risultati rivelano l' esistenza di anomalie particolarmente intense, le cui anomalie vengono discusse in funzione delle condizioni geologiche locali e soprattutto dell' attività relativamente recente del vulcano.-
Il 22 marzo, il comandante della stazione dei Carabinieri di Stromboli, Appuntato Petruzzello, inviava rapporto n. 2 alla regia Pretura di Lipari e per conoscenza alla stazione carabinieri di Lipari in cui testualmente riportava che < … il 16 marzo, la Regia Marina di Messina, attraverso il Capo R. M. Piraino semaforista, chiedeva con un telegramma urgente, notizie circa l' avvistamento di un aereo I-SUTO … che in paese verso le ore 11,00, in mezzo ad una fitta nebbia si era udito il rombo di un motore, che di colpo non veniva più avvertito e che successivamente … intorno alle ore 18,30, esplorata la zona di Forgia Vecchia, dalla spiaggia, si notavano sulla roccia frantumi di aereo … che la zona veniva raggiunta intorno alle 21,00 e piantonata … che l' indomani tra i rottami venivano rinvenuti i resti di quattordici corpi … la causa da un primo sommario accertamento era da attribuirsi alla fitta nebbia presente sull' isola … >
Intanto, un passo indietro, infatti nella giornata del 19 marzo, giungevano a Stromboli a bordo di un cacciatorpediniere, il Generale dell' Aviazione Monti, l' Ingegnere della S. A. Avio Linee ed il Direttore del Registro Aereonautico Italiano, che dopo aver visitato il luogo del disastro, si portavano in caserma dei Carabinieri per controllare i documenti dell' aereo, tra l' altro non assicurato.-
Il 20 marzo l' Appuntato Petruzzello consegnava al Sig. Cincotta Girolamo funzionario del Regio Ufficio Postale di Stromboli < … due pacchi di corrispondenza per complessivi 51 Kg, con indirizzo Napoli Ferrovia, consegnava altra corrispondenza, pacchi il tutto rinvenuto sui luoghi e da una parte della fusoliera.-
Viene stilato così l' elenco dei morti e degli oggetti rinvenuti sui cadaveri
1) sul corpo del marconista Palamara Romeo si rinvenivano un portafoglio in pelle con carte personali di riconoscimento, lasciapassare per la Libia rilasciato dalla Regia Questura di Torino, portasigarette, anello d' oro bianco con brillantino;
2) sul corpo del S. Tenente Scarinzi Domenico, si rinvenivano tessera unione ufficiali in congedo, portafoglio contenente tessere, foglio di licenza rilasciato dal II° Gruppo Artiglieria Libica di Tripoli;
3) sul corpo del S. Tenente di Artiglieria Loj Leo si rinvenivano, tessera della Reale Accademia di Belle Arti di Firenze, foglio di licenza rilasciato dal 14° Reggimento Artiglieria G. a F. di Tripoli con allegato certificato di viaggio per Porto S. Giorgio, una pistola Beretta n. 747405 scarica;
4) sul corpo del Comandante Gartman Guido si rinvenivano, una borsa in pelle contenente biancheria, vari brevetti e tessere personali, passaporto n. 632088 numero di registro 779 rilasciato dalla Regia Questura di Vercelli, cappotto, diverse chiavi, portafoglio in pelle;
5) sul corpo di Volpi Maria Mura si rinvenivano 3.496 lire in denaro, depositate successivamente su libretto postale infruttifero n.14979, 4 anelli d'oro, diverse tessere personali di riconoscimento, passaporto n.694819 numero del registro 4158/2, valigia contenente biancheria;
6) sul corpo del Ten. Colonnello Rossi Mario si rinvenivano, 389 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n.14982, vaglia della Banca d' Italia di 42,50 lire, porto d' armi n. 610654 rilasciato dalla Questura di Udine, portafoglio in pelle, libretto ferroviario Mod. A n.3885 rilasciato dal Ministero dell' Aereonautica;
/9 sul corpo del S. Tenente Benedetti Umberto si rinvenivano, 1.939 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n.,14980, portafoglio in pelle con tessere, polizza di assicurazione n. 8338639. libretto ferroviario Mod. A N. 6809 rilasciato dal Ministero dell' Aviazione, portamonete, due anelli, divisa con cappotto, orologio da polso in oro;
8) sul corpo del Commendatore Colombini Giacomo si rinvenivano 299 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n. 14983, 4.500 lire in assegni della Banca Nazionale del Lavoro, 4 sterline, portafoglio con documenti di riconoscimento, borsa di pelle contenente tre copertine di documenti circa l' amministrazione dell' azienda coloniale Del Conte GR. CR. G. Marzotto, passaporto n. 786399 numero di registro 565, macchina fotografica piombata, dieci rulli di pellicola;
9) sul corpo dell' Ingegnere Calabretta Litterio si rinvenivano 129 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n. 14986, portafoglio con tessere personali, orologio d' oro Zenith con catena, portamonete, lasciapassare per l' Italia rilasciato della regia Questura di Tripoli;
10) sul corpo del S. Tenente Russo Francesco si rinvenivano, tessera ferroviaria n. 0710307 rilasciata dal Ministero delle Comunicazioni, tessera M.V.S.N., lettera di licenza rilasciata dal LXVIII BTG. MTR DIV., Brescia Mellaha per Napoli;
11) sul corpo del S. Tenente Argenziano Pasquale si rinvenivano, tessera Unione Nazionale Ufficiali in congedo n. 244667;
12) sul corpo del Ten. Colonnello Zotti Andrea si rinvenivano 99,80 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n.14985, portafoglio in pelle, passaporto n. 874010 numero di registro 15 rilasciato dal Ministero degli Affari esteri di Roma, lettera di licenza per Ufficiali rilasciata dal comando della III^ Squadra Aerea di Roma per recarsi a Tripoli per tre giorni, berretto da Ten. Colonnello;
13) sul corpo del pilota Bonomi Mario si rinvenivano brevetto da pilota, patente abilitazione di II° grado, portafoglio con tessere personali, 19,90 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n. 14984;
14) sul corpo del motorista Trullo Antonio si rinvenivano 499 lire in denaro depositate successivamente su libretto postale infruttifero n. 14981, portafoglio in pelle con tessere personali, una sterlina.-
Successivamente alla data del 22 marzo, i familiari delle vittime, attraverso la compilazione e presentazione di atti notori, inviati alla regia Pretura di Lipari, richiedevano la restituzione degli effetti personali e lo svincolo dei depositi postali infruttiferi, su cui erano state versate nominativamente, le somme di denaro ritrovare.-
Il 10 aprile del 1940, le Avio Linee Italiane S. A. inviavano missiva al Pretore di Lipari, dove si richiedeva autorizzazione al delegato Podestarile di Stromboli, come da disposizioni del Ministero dell' Aeronautica, di ritirare gli oggetti recuperati nell' incidente dell' I-SUTO, la lettera portava la firma dell' Amministratore Delegato, Col. Luigi Bianchi, ed a tal proposito nei locali della Regia Pretura di Lipari, veniva redatto verbale di restituzione dei corpi di reato, sottoscritto dal delegato Podestarile, Manzo Giuseppe e dal Pretora di Lipari DR. Mandera.-
Dalla prossima volta inizieremo a raccontare quanto effettivamente accaduto dal lato di vista tecnico ambientale e del Perché di un tale disastro, che forse si sarebbe potuto evitare.

 

 

 

I - SUTO IL DISASTRO NELL' ISOLA DI STROMBOLI (uno)
Le Eolie, per la loro particolare conformazione geomorfologica, hanno vissuto nei secoli alterne vicende, anche e principalmente di livello storico; dai romani e dai greci erano ritenute, punto strategico del Mediterraneo, molto meno considerate, in tal senso, durante la seconda guerra mondiale, tant' é vero che il conflitto è stato vissuto marginalmente, quasi di riflesso, se non fosse accaduta la disgrazia dell' affondamento del piroscafo di linea < Santa Marina > nelle acque antistanti Punta Bandiera nell' isola di Vulcano, il 9 maggio del 1943, nave adibita al collegamento giornaliero tra Lipari e la terraferma.-
Ma contrariamente a questa convinzione, contrariamente a quanto ci è stato, da sempre, tramandato fino ad oggi, ossia di un solo caso isolato, adesso invece, vi riferiamo, del verificarsi di un altro grave accadimento, non per azione bellica, ma durante il periodo bellico, derivante da quel maledetto periodo, ma solo ed esclusivamente per un fatto casuale, dovuto ad avverse condizioni metereologiche.-
Abbiamo avuto la fortuna, di imbatterci, spulciando vecchi documenti, nella documentazione relativa ad un < un incidente aereo avvenuto nelle Isole Eolie e più precisamente nell' isola di Stromboli >. Non vogliamo aggiungere, togliere o modificare a quanto trovato, lo riportiamo così, in diverse puntate, seguendo cronologicamente le varie fasi dell' incidente, portandolo all' attenzione degli eoliani e, chissà forse anche di qualche familiare ancora vivente, che leggendo questo nostro < quaderno > avrebbe il desiderio di conoscere altri particolari e rileggere insieme a noi queste carte, pregne di tanto dolore e tristezza, riservandoci solo un piccolo spazio, in conclusione, per alcune nostre considerazioni.-
Fatta questa breve ma doverosa premessa iniziamo con la prima parte di questo dramma.-
Erano le 23,49 del 16 marzo 1940, quando il Vice Brigadiere, comandante la stazione dei Carabinieri dell' isola di Stromboli, Paolino Petruzzello, invia un telegramma al Pretore di Lipari, Dr. Mandara Francesco, ove faceva presente che < … a causa della fitta nebbia persistente nell' isola, un apparecchio, intorno alle ore 11\, urtava contro una massiccia roccia a 350 metri di altitudine, in località Forgia Vecchia, senza incendiarsi, senza che venivano notati resti umani in mezzo ai rottami … >
Ma il giorno seguente, la realtà si mostra in tutta la sua gravità in tutta la sua crudeltà, tra le macerie si rinvenivano i resti di quattordici corpi, solo cinque cadaveri risultano sfigurati e, successivamente riconosciuti attraverso i documenti personali, cos'ì come recita il telegramma, sempre del Petruzzello al Pretore di Lipari < … seguito tele ieri pari numero, ulteriori ricerche esperite stamni, mezzo rottami apparecchio sono stati rinvenuti quattordici persone bordo apparecchio stesso solo cinque cadaveri irriconoscibili punto prego vostro intervento punto … >
Il Pretore, Dr. Mandara, apriva un fascicolo di " atti relativi all' incidente dell' aeromobile civile I-SUTO avvenuto in Stromboli il 16-03-1940 XVIII, anticipate £. 488 al Pretore e al cancelliere per l' accesso a Stromboli … > e nello stesso momento inviava alla Regia procura di Messina il seguente telegramma < … carabinieri Stromboli comunicano apparecchio I-SUTO causa nebbia urto roccia fracassandosi nessun membro equipaggio è stato notato frantumi anche perché terreni accidentati Carabinieri hanno fatto piantonamento se debbo accedere posto prego telegrafarmi entro mezzogiorno dato che piroscafo parte domani ore sette F.to Pretora Mandara … >
Lo stesso giorno il Regio Procuratore del Re di Messina, Dr. Castellani, dava il benestare per l' accesso alla zona interessata dal disastro con il seguente telegramma < … riferimento vostro telegramma odierno accedete Stromboli F.to regio procuratore Castellani … .-
Il 18 marzo 1940, il DR. Mandara Francesco Pretore di Lipari, si recava sul posto e redigeva un verbale di visita e descrizione dei luoghi, in compagnia del perito medico, Dr. Renda Francesco da Stromboli, nominato a tal proposito e nel verbale tra le altre notizie si legge < … trattasi di aeromobile civile, tipo I-SUTO della linea commerciale Tripoli-Palermo-Roma, in una vallata in località Forgia Vecchia a quota 350 metri, lo stesso si è spaccato in tre tronconi; nel primo si rinviene mezza carlinga, nel secondo vari rottami del motore e nel terzo l' altra metà della carlinga e rottame vario; un centinaio di metri sulla sinistra, i rottami dell'0 elica; nel secondo troncone, inoltre, si rinvengono due sacchi di posta e cinque cadaveri; a questo punto data l' ora tarda l' ispezione viene rinviata al giorno successivo, ed infatti il 19 marzo 1940 sui luoghi e precisamente vicino al terzo troncone si rinvenivano i resti di altri nove cadaveri; i corpi delle persone decedute risultano vestiti e con addosso i documenti, fatto questa che ha agevolato l' identificazione, questo il triste elenco:
GARTMAN GUIDO nato a Vercelli il 18 aprile 1913 Pilota Comandante passaporto n. 632088 reg. al 779 di anni 27;
ZOTTI ANDREA nato a Asiago il 17 ottobre 1905 Ten. Colonnello Pilota Comandante III^ Squadra Aerea di anni 35;
PALAMARA ROMEO nato a Savona il 25 settembre 102 Marconista di volo, di anni 38;
BONOMI MARIO nato a Roma il 14 settembre 1913 Secondo Pilota tessera P.N.F. n. 1379292, di anni 27;
MURA VOLPI MARIA nata a Bologna il 25 agosto 1892 Pubblicista di anni 48 e di cui ci interesseremo più avanti, parlando nei particolari di questa signora;
ROSSI MARIO nato a Castel S. Giovanni (PC) il 13 marzo 1905 Ten. Colonnello dell' Aviazione, di anni 35;
CALABRETTA LITTERIO nato a Giarre il 21 luglio 1899 Ingegnere, di anni 41;
TRULLO ANTONIO nato a Ginosa il 14 agosto 1904 Motorista, di anni 36;
ARGENZIANO PASQUALE nato a Caltanissetta il 10 febbraio 1915 S. Tenente di Fanteria, di anni 25;
SCARINZI DOMENICO nato a Vitulano il 27 giugno 1915 S. Tenente di Artiglieria, di anni 25;
RUSSO FRANCESCO nato a Napoli il 12 maggio 1917 S. Tenente di Fanteria 68^ Brigata Motorizzata Divisione Brescia Mellah, di anni 23;
BENEDETTI UBERTO nato a Vercelli il 31 agosto 1914 S. Tenente Aviazione, di anni 26;
LOJ LEO nato a Belmonte Piceno il 26 luglio 1914 S. Tenente Artiglieria 14° Reggimento già Fanteria, di anni 26;
COLOMBINI GIUACOMO nato a Nibbiano il 17 maggio 1894 Commendatore - Industriale, di anni 46, i cadaveri venivano ricomposti ed il Pretore Dr. Mandara, dava così l' ordine per la rimozione ed il seppellimento, dopo il riconoscimento.- Per i sacchi contenente la corrispondenza, il 20 marzo, veniva redatto apposito verbale di consegna tra il Direttore dell' Ufficio Postale di Stromboli, Sig. Cincotta Girolamo, ed il Vice Brigadiere dei Carabinieri di Stromboli, Paolino Petruzzello.-
Tutti i passeggeri sono stati riconosciuti, per via dei documenti che si rinvenivano nei corpi, per quanto concerne l' aereo venivano trovati:
certificato di immatricolazione e certificato di classe dell' aereo portante il numero 1991 - busta contenente documenti amministrativi diretti alla Direzione di rete delle Avio Linee S. A. di Milano - regolamento sui servizi di telecomunicazione - giornale di rotta - manifesto di carico - elenco dei passeggeri e dei relativi biglietti e il libro di bordo.-
Ma effettivamente cos' era successo per il verificarsi di una simile tragedia, ve lo faremo conoscere nelle prossime puntate.-.
Auguri Lipari.-

 

 

PERCHE' EMIGRARE

Questo arcipelago straordinario, regno di Eolo e Vulcano per gli antichi greci, in cui terra, acqua, fuoco e aria si sono composti in scenari paradisiaci di acqua cristallina, natura forte ed aspra, luce accecante, in passato ha reso molto dura la vista dei suoi abitanti perché più di altri, hanno patito lo strappo dell' emigrazione di massa.

Queste isole erano pervase da un benessere unico, sia per i prodotti sia per la posizione strategica nel Mediterraneo, questo benessere era dato dal commercio su larga scala di vino, capperi e malvasia, quando venne a cessare bruscamente verso la fine dell' 800 ad opera della filossera che distrusse i vigneti ed anche per l' avvento del " vapore ", che spiaggiò le barche a vela.

Fu un declino repentino che nel 1919 avviò il primo flusso migratorio, a tutto questo si aggiunse l' ultima e devastante eruzione dello Stromboli e, la popolazione passò da ventimila a diecimila, lasciando priva di braccia i terreni prima coltivati a viti, ulivi be fichi, poi la guerra completò l' opera, e nelle orecchie di chi rimase risuonava solo il " fischio " doloroso del vaporetto che lasciava e li portava lontano, forse per non fare mai più ritorno.

Quelle che un tempo erano mete ambite dove emigrare, terre italiane, ad un certo punto sono diventate terre dalle quali andare via; si andava via con poco alle spalle, sapendo bene che non si aveva nulla da perdere, al massimo qualche speranza in più una volta raggiunta la nuova meta; ma aggiungiamo che anche ai giorni nostri, chi parte chi va via si lascia dietro sempre un" mondo ", il proprio, le proprie radici, le proprie origini, la propria identità.

In tanti per emigrare furono costretti a vendere la casa al prezzo di costo del " biglietti di viaggio " per l' intera famiglia, ad altri invece i soldi vennero anticipati che a garanzia del prestito lasciavano le chiavi della propria casa, che si attaccavano ad una lunga stecca, per chi restava, e che venivano restituite ai proprietari una volta che tronavano o agli eredi.

Una emigrazione in gran parte riuscita, che ha reso gli eoliani portatori di identità a cui ispirarsi oggi per costruire quelle società che tutti sogniamo.

Ma perché si torna alle Eolie ? perché le isole fanno parte della vita di chi le lascia, si rimane innamorati, per la vita, di queste terre;

ma come ci sentiamo nel rientrare nel paese d' origine, o nel paese d' origine della propria famiglia ? si rimane sorpresi perché si sa che nel momento in cui si torna, si riscostruisce o meglio si ricorda una parte della storia della propria famiglia o della propria vita.

In tanti sono andati via e il distacco è stato tremendo, traumatico, anche perché nelle Eolie genitori anziani si aveva la consapevolezza che, probabilmente, non si sarebbero mai più rivisti.

La differenza con l' attuale ? semplice gli eoliani non avrebbero mai abbandonato le loro terre ne per la guerra, ne tanto meno per vivere una vita più agiata, dive sono sbarcati hanno portato storia e cultura, non hanno portato insidie di ogni tipo e di ogni sorta come accade oggi.

E come diceva un grande uomo e amico carissimo, che vi ha lasciati, " la cultura viene sempre dal mare ne dalla montagna ne dall' entroterra ".

Auguri Lipari. 

---BAVAGLIO ALLA STAMPA?
Così qualcuno vuole, così qualcuno si è espresso, così qualcuno vuole tacitare chi porta all' attenzione di tutti malefatte, inganni, così qualcuno vuole solo perché non si è concordi con la sua stessa idea, così qualcuno ci tenta.-
Nei paesi democraticamente avanzati. ma si mettiamo anche l' Italia dai, esistono tre principi fondamentali per la stampa:
primo - libertà di stampa, è un diritto che ogni stato di diritto, assieme agli organi di informazione (giornali,radio,televisione,providere internet) dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni per assicurare l' esistenza della libertà di parola e della stampa libera (art.21 della costituzione italiana e art II-11 della carta dei diritti fondamentali dell' unione europea) peccato per quel < dovrebbe > che invece andava scritto con il termine < deve >;
secondo - diritto di cronaca e di informazione, consiste nel diritto di pubblicare quello che è collegato a fatti ed avvenimenti di interesse pubblico che accadono in pubblico. Il diritto di cronaca è incluso nell' ordinamento italiano tra la libertà di manifestazione del pensiero; gli artt.50-54 del codice penale italiano, inseriscono il diritto di cronaca tra le cause di esclusione dell' imputabilità, di cui già ne fanno parte il diritto di critica politica e il diritto di satira;
terzo - diritto di critica, l' arti 21 della costituzione italiana recita la primo comma < … tutti hanno diritto liberamente di manifestare il proprio pensiero con la parola e ogni altro mezzo di diffusione … > ciò implica che giudicare un fatto di cronaca o un comportamento comune è sostanzialmente diverso dalla pura narrazione dei fatti della quale si fa portavoce il diritto di cronaca; la differenza sostanziale tra i due sta nello scopo con il quale nascono, la cronaca è narrazione dei fatti così come avvenuti con l' obiettivo di informare la comunità, mentre la critica, proprio perché esprime un giudizio è soggettiva e da molto più peso ad uno specifico punto di vista piuttosto che al fatto in se per la sua componente di soggettività, la critica genera, ed è giusto così, consensi e dissensi, ma da qui al bavaglio ne passa di strada.-
Dunque, caro Luigino, fattene una ragione, la stampa rappresenta oggi il < quarto potere >, in uno stato libero e democratico che va ad aggiungersi ai tre poteri teorizzati da Montesquieu, che tu lo voglia o no, insieme a qualche altro tuo accolito, sono finiti da tanto i tempi di Messala - con me o contro di me -, oppure di chi profferiva in un discorso ai giornalisti, a palazzo Chigi il 10 ottobre 1928 < … la stampa più libera del mondo è la stampa italiana, il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime, è libero perché nell' ambito delle leggi del regime può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica e di proposizione … > capito il concetto, fortunatamente questo individuo è stato trovato a testa in giù e piedi per aria.-
Luigino attento, ti stai addentrando in una palude talmente melmosa e puzzolente che solo la metà sarebbe già troppo; non c' è oggi la possibilità di imbavagliare la stampa senza far scaturire un putiferio, quell' individuo lo ha fatto quasi cent' anni fa, privando gli italiani della loro libertà, ma gli stessi hanno capito pertanto non è più proponibile.-
A proposito, a guadare bene la mascella di Luigino, non vi sembra già vista ?
Auguri Lipari.

cot-logo2.jpg