di Luigi Barrica
...e la montagna continua a sgretolarsi:imperterrita! Un altro sasso, su cui poggia la mia esistenza, si è ridotto in polvere. Altri frammenti di roccia lo avevano anticipato a medesima sorte. Già scaglie di ossidiana ho visto mutate in pomice: vite spente.
Così s'è smorzata l'esistenza, breve, di Fabio Adornato (l'uomo ragno!), mio tesoro d'amico. Amico autentico: a volte complice cavallerizzo tra una smisurata folle prateria dell'essere. Spesso ho cercato di frenare il suo destriero: tutto inutile! Era il morso dell'animale a segnare la strada al guerriero, non l'opposto!
"Ragno" (è) così: una spada che fungeva da scudo; ed uno scudo che pretendeva essere spada. La medesima spada che oggi m'ha scempiato il cuore.E' sadica la morte. Volgare. Lercia. Ma equa!
Consegna tutti ai piedi di...quella montagna. E tu dormici, amico mio. Copriti però: so che il freddo non lo sopporti e da sempre ti assilla!
Ah, dimenticavo: al " Chitarra Bar " è custodita la eco del tuo flauto di Pan. Credo che le sue note saranno cuscino al tuo riposo. Copriti però...lì c'è freddo! Ciao Ragno.
IL RICORDO DI SALVATORE GRANATA
di Salvatore Granata da Siena
Vigliaccheria e pigrizia, le stesse che in tutti questi anni mi hanno impedito di venirti a trovare, fanno sì che sia assente anche in occasione del tuo ultimo saluto, ma forse è più giusto e coerente così e non lo dico certo per alleviare i sensi di colpa che in questo momento affliggono il mio animo.
L'unica consolazione è che te ne vai da una Lipari che non è più la tua, quella di cui sei stato un personaggio, colla tua sempre ironica e bonaria follia e il tuo irriducibile coraggio, che solo chi ti è stato vicino ha avuto modo di conoscere.
Troppi ricordi mi legano a te e a quel mondo, che oggi sembra tanto lontano da appartenere a un'altra era.
Fra tutti uno, quando la mattina del sabato santo del '76 caddi dalla bicicletta di Lino per sfuggire al suo inseguimento. Eravamo sotto il monastero, per l'esattezza davanti al Mistral, ove tenevamo il nostro granchio, cui, con la tua proverbiale fantasia, avevi attribuito il nome Ercole.
Commozione cerebrale, perdita di coscienza. Sembravo morto, tanto che Romolo andò da mia zia Pina dicendole: "mi quacchiò 'nte vrazza".
Tutti scapparono terrorizzati, tranne evidentemente te. Infatti, quando dopo una decina di minuti riaprii gli occhi in ospedale la prima cosa che vidi, tornando a vivere, fu il tuo sorriso. Affettuoso e rassicurante.
di Peppe Cracolici da Rio De Janeiro
Caro Bartolino, leggendo la pubblicazione di Luigino Barrica sul Notiziario delle Eolie, ho appreso com tanta tristezza che ci ha lasciato Fábio Adornado, fratello di Pucci che é stato un nostro grande amico. Sono testimone vivente di quanto ha scritto Luigino. Era impressionante il legame e l'intesa che c'era tra Fábio e Luigi e, I'ammirazione che Fábio aveva per Luigi. Un forte Abbraccio a tutti i miei compaesani.
di Paola Martinotti
Vorrei scrivere,se posso,anch'io in piccolo commento,ricordo, di Fabio Adornato. Non l'ho conosciuto bene come Luigi Barrica, però ho condiviso con lui qualche bella serata al Chitarra Bar e mi torna in mente l sua musica e la sua voglia di lottare in questo mondo così frenetico e spietato verso coloro che inseguono i reali di vera amicizia intesa come fraternità e non come semplice passatempo! Non so come effettivamente vivesse la sua condizione solitaria...ricordo però che ultimamente stava seduto al bar e osservava con i suoi occhietti tristi, ma in intelligenti lo scorrere del tempo eoliano...così diverso da quello del passato...quando bastava incontrarsi all'angolo di una strada, di un vicolo, salutarsi e proseguire insieme facendo 4 chiacchiere con tranquillità e improvvisare una serata. Un pomeriggio con il solo piacere di stare in compagnia e parlare sinceramente... Mi dispiace per la sua prematura morte, ma non sono d'accordo sul fatto che sia sotto una roccia a prendere freddo avvolto dalla volgare morte! La morte è una realtà che tutti dovremo attraversare...un passaggio verso la vita Nuova che ci attende... Non so se Fabio era credente, ma sono certa che Cristo l'ha già accolto fra le Sue grandi braccia e lo sta coccolando come forse lui desiderava. Nessuno può giudicare tantomeno io che, anche se da 30 anni abito qui non sono originariadi di Lipari e non conosco a fondo tutte le realtà liparote...Ma Fabio era, è, un bravo ragazzo semplice e pacifico e non finirà la sua breve esistenza in un freddo posto! Vai Fabio, ora che sei libero di esprimerti proteggici dal cielo e sorridi un po' di più su questa stanca e incredula umanità!
Ormai ho la certezza che fb sia una sorta di "oasi terapeutica." Un sito cui affidare tutte le frustrazioni : rabbia;precarietà sociale;onanismo mentale;inibizioni erotiche;fallimenti familiari e relazionali ecc...! Ergo:basta,(in maniera compulsiva e paranoide) inveire gente migrante;colore di pelle;politico di turno o schieramenti associativi;disprezzare e offendere quanti pensano e agiscono in modo diverso,per consentire al proprio inconscio riesumare le sue"colpe" elaborandole senza ricorrere ad autolesionismo o praticare violenza fisica verso altri ! Plauso a fb per questa "Assistenza Sanitaria."
----Voglio augurarmi, che nel nostro comprensorio eoliano, si abbia la virtù di voler commemorare,come dovuto,il prof. Umberto Eco! Oltre,ovviamente,al grande uomo di CULTURA ch'è stato;anche per aver regalato al mondo intero un romanzo, " Il nome della rosa ",concepito,e in parte redatto, a Ginostra (villaggio alle spalle di Stromboli) in vacanza. Tra l'altro,l'ispirazione e l'ambientazione del racconto medievale, gli venne suggerita mentre,a bordo d'un gozzo isolano,si trovava difronte l'isolotto di Strombolicchio che,effettivamente,(scherzo della natura)ricorda proprio un castello edificato in quel periodo. Umberto Eco frequentò l'arcipelago delle Eolie per alcuni decenni. Mi pare, per tanto, che i presupposti ad un Suo ricordo ufficiale in queste isole,ci siano tutti.
---Sono assolutamente favorevole all'ingresso in Europa (ed Italia) di profughi ed affamati. E ne sono convinto, non per eccesso di "buonismo" come, in modo sprezzante, si vuol far credere; quanto per valori umanitari e riferimenti storici! Guai chi non manifesta, concretamente, solidarietà: esso è destinato a mortificazione sociale e trapasso "solitario"! Storicamente, poi, quegli sventurati, sono il "frutto" di guerre e genocidi che, "Noi" europei, abbiamo generato per secoli e secoli (fino a ieri) verso loro e le loro terre: adesso il conto ci viene presentato! Un conto salato, certo; un conto da saldare in un momento critico e ricco di...povertà. Ma è la politica (nel senso nobile del concetto) che Deve dare risposte: ridistribuire le ricchezze rubate! Ricchezze sottratte ai più per le sacche di pochi. Ricchezze defraudate anche dalle mense di quanti credono che chi sposi questa tesi sia "buonista d'ultima ora".
---Italia: unico posto al MONDO nel quale due portavoce,per rispettive tifoserie, DECIDANO se una partita di calcio si disputi o meno. Tutto difronte ai Presidenti di Senato e del Consiglio; nella stessa città Capitale e sede del Capo della Repubblica: evidente che in questo Paese si GOVERNA con la...malavita!
LA REAZIONE.
di Peppe Cirino
Dopo lo squallido spettacolo, visto sabato sera all'Olimpico di Roma, sono ancora più convinto che l'unico vero calcio che ancora esiste nella nostra povera Italia, sia quello giocato nei settori giovanili dalle piccole squadrette di paese, dove ragazzi svincolati da logiche mercenarie e prive di valori, sanno ancora provare forti emozioni dando calci ad un pallone. Dalla finale di Coppa Italia esce sconfitto un paese che scende a tanti/troppi compromessi... Per come la vedo io, meglio avere gli stadi pieni di famiglie e bambini, invece dei soliti cretini.