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Dettagli...

 

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di Pina Cincotta Mandarano

LO CHEF E IL DOTTORE
IMMAGINATEVI, IN UNA CALDA E PROFUMATA SERA D'AGOSTO,SEDUTI AD UN TAVOLO DI UN RISTORANTE STELLATO IN UNA DELLE PIU BELLE ISOLE DEL MONDO........CHE COSA PENSERESTE SE LA VOSTRA CENA FOSSE PREPARATA DA UNO CHEF FRESCO DI SCUOLA ALBERGHIERA,SENZA ESPERIENZA,SENZA IL CONFORTO DEI TRUCCHETTI DELLA NONNA ,SENZA LA SCALTREZZA DEGLI INGREDIENTI SEGRETI ,SENZA LA CONOSCENZA QUASI MNEMONICA DEI LIBRI DI ANTICHE RICETTE?
CERTAMENTE VI SENTIRESTE DEFRAUDATI E IN QUALCHE MISURA PREOOCUPATI SUI POSSOBILI EPILOGHI DELLA VOSTRA SPLENDIDA SERATA .LEGGITTIMAMENTE POTRESTE ESPORRE IL VOSTRO MALCONTENTO ED AVRESTE CERTAMENTE RAGIONE .
ADESSO IMMAGINATEVI,INVECE,NELLA STESSA SPLENDIDA ISOLA ,PICCOLA QUASI COME UNO SCOGLIO, IN U FREDDO E PIOVOSO INVERNO CON IL MARE IN BURRASCA CHE IMPEDISCE I COLLEGAMENTI CON LA TERRA FERMA.ED IPOTIZZATE DI DOVER RICORRERE, MALAUGURATAMENTE,AL PRESIDIO DI CONTINUITA' ASSISTENZIALE (GUARDIA MEDICA) PER UN PROBLEMA PIU' O MENO GRAVE DI SALUTE .
CHI VORRESTE TROVARVI D'AVANTI? UN GIOVANE MEDICO APPENA LAUREATO,PREPARATISSIMO SULLE TEORIE DEI MANUALI E CERTAMENTE ARMATO DI TANTA BUONA VOLONTA' O PIUTTOSTO UN RASSICURANTE MEDICO DI PLURIENNALE ESPERIENZA?
QUESTO E 'IL REALE PROBLEMA DEGLI ABITANTI DELLE ISOLE EOLIE CHE SPESSO,SIA D'INVERNO CHE D'ESTATE ,CON TUTTE LE DIFFICOLTA' LEGATE ALLE SPECIFICITA' STAGIONALI,SI TROVANO DI FRONTE GIOVANISSIME PROMESSE DELLA MEDICINA MA ANCORA PURTROPPO INADEGUATE A FRONTEGGIARE SITUAZIONI DIFFICILI PERCHE ' PRIVE DI ESPERIENZA ,DI QUELL'INTUITO E QUELL'OCCHIO CLINICO CHE SI AFFINANO SOLO CON GLI ANNI .
E' CERTAMENTE UTILE RICORDARE CHE LE GUARDIE MEDICHE DELLE PICCOLE ISOLE NULLA HANNO A CHE VEDERE CON QUELLE DELLA TERRA FERMA FACILMENTE RAGGIUNGIBILI DALLE AMBULANZE E SPESSO VICINO AGLI OSPEDALI.IL LAVORO SVOLTO NEI PRESIDI ISOLANI E' SICURAMENTE DIVERSO DAL MOMENTO CHE SI SPAZZIA DALLA SEMPLICE RICETTAZIONE ALLA SUTURA ALLA FLEBOCLISI SINO ALLA ,AVVOLTE DRAMMATICA,STABILIZZAZIONE DI PAZIENTI CON INFARTI,ICTUS,TRAUMI GRAVI IN ATTESA DELL'ARRIVO DELL'ELICOTTERO DEL 118
TI CHIEDO,PERTANTO,CARO DIRETTORE DELL'ASP SE TU NON RITENGA OPPORTUNGO MODIFICARE I CRITERI PER I MEDICI DA INCARICARE NELLE ZONE DISAGIATE ,PREVEDENDO CHE ABBIANO ALMENO UN MINIMO DI 5 ANNI DI ESPERIENZA SULLA TERRA FERMA ,CHE SIANO TUTTI PREVENTIVAMENTE FORMATI ALL'USO DEL DEFIBRILLATORE E ABBIANO SEGUITO CORSI SULLE EMERGENZE CARDIOVASCOLARI E TRAUMATICHE .
CON QUESTE POCHE MA ESSENZIALI CERTEZZE NESSUNO SI POTREBBE LAMENTARE DELL'ASSISTENZA RICEVUTA. PERCHE' ,SEMBRA BANALE DIRLO, IN SEGUITO AD UNA CATTIVA CENA NON ALL'ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE NON E' MAI MORTO NESSUNO MA DI MALASANITA SI.

LE RICETTE DI PINA CHE FANNO LECCARE I BAFFI

=== pesce ===
BACCALA' FRITTO IN UMIDO
Preparazione: spellate, tagliare a pezzi regolari il baccalà, spinatelo più che potete, passatelo nella farina, poi nell'uovo sbattuto e friggetelo nell'olio.
Preparate come quantità e come procedimento il sugo per il baccalà in umido. Mettete il baccalà fritto nel sugo e fatelo insaporire per qualche minuto.

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Panarea ha sicuramente la natura più bio delle isole siciliane. Forse anche noi abitanti siamo bio che più bio non si può. Non é comunque questo che comporta i prezzi più alti delle Eolie e neanche che questa é l'isola più vicina al paradiso. Panarea é quello che è, senza trappole perché é ben sorvegliata o per meglio dire ben guardata. Merito di alcuni suoi abitanti che non sono delle spie ma attenti isolani che hanno un occhio al futuro come dice la Gabetti che di futuro ne conosce parecchio. Però elettronico.

=== dolci-dessert ===
FRITTELLE DI RICOTTA
Ingredienti: 400 gr di ricotta, 50 gr di uva passa, 20 gr di farina, 3 uova, 2 cucchiai di rum
Preparazione: versare la pasta, ottenuta lavorando gli ingredienti, a cucchiaini nello strutto bollente e servire le frittelle ottenute calde cosparse di zucchero.

Adesso vedo meno televisione e più gente. Panarea potrebbe chiamarsi pure "Panecrea". Si risveglia dal mortorio e dai misteriosi avvenimenti invernali che nel buio isolano hanno lasciato poche tracce e tanti pensieri. Panarea é italiana e mai nessun magnate forestiero ha cercato di metterci le mani. Ma col veleggio di un vai di tranquillità, i mezzi di navigazione da tempo libero possono celare le sorprese che nessuno vuol vedere nella cronaca andante sul grigio. Tutta materia di riflessione e pensieri mentre Eolo soffia e lascia nell'aria la sottile polvere d'oggi.

=== secondi piatti ===
SCALOPPINE AI SAPORI EOLIANI
Ingredienti: 1 petto di pollo affettato sottilmente, olio d'oliva, farina, mezzo bicchiere di vino bianco, rosmarino, mentuccia, salvia, origano, capperi, aglio, sale, pepe nero.
Preparazione: in una padella scaldate l'olio, impanate le fettine di pollo nella farina e adagiatele nell'olio caldo. Rosolatele da entrambi i lati e sfumate con il vino, lasciate evaporare e aggiungete gli aromi, salate e pepate. Coprite con un coperchio, ultimate la cottura e servite.

A Panarea tutti aspettano Salvini. Non per conoscere le sue idee politiche ma semplicemente per vedere da vicino la Isoardi di cui si dice che oltre ad essere bella è anche una santa, indipendentemente da come stira. Perché sopportare un leghista colto politicamente e preparato dal mercato politico non è semplice. Poi uno come Matteo sembra uno del sud. Non ha mai lavorato, non ha mai studiato e ha vari figli in giro. Tutti bianchi e che entrano ed escono dalla sua vita privata senza chiasso.

=== primi piatti ===
SPAGHETTI CON GAMBERI E RUCOLA
Ingredienti: 600 gr di spaghetti, 300 gr di gamberi sgusciati, olio d'oliva, 1 spicchio d'aglio, prezzemolo, 500 gr di pomodori maturi (o pelati), rucola, mezza cipolla, vino bianco, sale
Preparazione: in una padella fate rosolare nell'olio l'aglio, un ciuffo di prezzemolo intero e i gamberi; sfumate poi con il vino bianco e lasciate evaporare. Togliete l'aglio ed il prezzemolo e aggiungete la cipolla tritata, lasciate rosolare qualche minuto e unite i pomodori spellati e tritati. Lasciate cuocere per 20 minuti circa mescolando di tanto in tanto. A cottura quasi ultimata unite un mazzetto di rucola tritata e salate. Cuocete gli spaghetti, scolateli e saltateli in padella con la salsa. Servite subito.

Panarea si avvia a diventare l'isola 4 stagioni. Ogni stagione ha la sua specialità per noi che viviamo tutto l'anno. Sarà l'età. Però restano queste peculiarità che anche i forestieri devono iniziare ad apprezzare. Quando si arriva d'estate non si notano i cambiamenti, spesso in peggio, che avvengono nel silenzio dell'inverno, stagione che deve essere quella di punta per conservare l'isola. Senza voler confonderla con l'imbalsamazione. Altrimenti per mantenere Panarea nel tempo dobbiamo metterla sotto sale come le acciughe o i capperi.

dolci-dessert ===
SFINCI DI RISU (FRITTELLE DI RISO)
Ingredienti : 1 kg. di riso, 0,500 l. di latte, 400 gr. di zucchero, facoltativo cannella e miele a fine cottura.
Preparazione: si fa cuocere il riso la sera precedente in modo tale da venire una pasta omogenea. L'indomani si impasta con il latte e lo zucchero, quindi si friggono in olio bollente prendendo il composto a cucchiaiate. Appena fredde, spolverizzarle con zucchero e cannella o passarli nel miele precedentemente fuso.

Si è sempre detto che se vuoi misurare la ricchezza dei politici basta partire dall'inizio della carriera e misurare le proprietà in partenza e quelle in arrivo . Basta e avanza fino alla seconda generazione. Due calcoli aggiungendo regali e simili ed è facile capire dove hanno lucrato. Interi patrimoni immobiliari possono tranquillamente dimostrare dove e come avviene la provenienza. Questo mentre la nostra terra s'impoverisce e scompaiono i servizi essenziali per vivere. E' tutto un giro o una partita di giro o una presa in giro. A Panarea vediamo, tocchiamo, ascoltiamo ed in pochi "murmuriamu".

 

Scoprire di avere un marito arrabbiato col mondo politico può essere almeno una bella cosa. La gente che da una vita lavora come lui ha bisogno di farlo sapere al mondo. Si deve sfogare come una buona parte di eoliani e italiani, che lo sono dentro, ma non hanno il coraggio di dirlo. Noi in famiglia siamo ormai degli arrabbiati sociali. Abbiamo ragione di esserlo anche quando vediamo che c'è gente che sta peggio di noi. Ma noi ci arrabbiamo proprio per loro che non ricevono rispetto e giustizia e vivono nell'abbandono totale anche se hanno 4 euro in tasca. A Panarea non vogliamo niente di più e niente di meno. Desideriamo quello che ci spetta secondo legge. Trovare chi deve darci questo non sarà mica tanto difficile.

Arriverà il giorno che i gelati a Panarea arriveranno già leccati. Così non si perderà tempo e non si vedranno certe lingue sporgersi oltre il dovuto. Panarea tutta andrebbe leccata e laccata dalla testa ai piedi. Spolverata tutti i santi giorni festivi compresi. Eppure c'è ancora una voglia di tirare a campare che entra silenziosamente nella testa di chi ha creato questo modello di turismo e di chi ha tanta voglia di usare Panarea come un usa e getta. Bastano pochi giorni di confusione e la realtà negativa s'impossessa dell'isola fino a strangolarla. Così non va.

Tanti come me sono felici nel vedere come la giustizia avanza, anche se con i suoi tempi, lungo il percorso delle aule del tribunale. Alcuni dei famosi indagati del comune di Lipari sono stati assolti non solo per bravura degli avvocati Cincotta, Leone, Venuto e Zaia. Sono stati assolti perché hanno potuto dimostrare subito la loro onestà. L'augurio è che anche gli altri nelle prossime battaglie legali possano dimostrare di non aver pasticciato le note spese. In questo momento storico per l'Italia e anche per le isole Eolie queste sentenze prima di passare in giudicato dimostrano come politici e dipendenti pubblici devono sapersi comportare. L'ente pubblico è un bene comune che va difeso e del quale non bisogna mai approfittare. Perché è anche peccato!

Mi hanno sempre fatto ascoltare la canzone di Adamo: "...la notte tu mi fai morir..."
Panarea con la sua vita autunnale e preinvernale è sempre pronta a dare tranquillità. Troppa. Di giorno l'isola quasi ironicamente si autosserva e si censura con gli sguardi. Ma la notte avvengono mestieri poco piacevoli. Tanto nessuno vede e nessuno c'é. Nelle notti invernali, Panarea si autoproduce con l'illegalità dietro l'angolo come voglia di freschi movimenti che a gente come me non piacciono. Vorrei tanto sbagliarmi ma i miei battiti cardiaci aumentano e i pensieri cattivi mi vanno in testa. Questi sono i periodi dell'anno con gli orari notturni dove i Carabinieri dovrebbero controllare l'isola che prepara le sue brutte idee. E' un presentimento che ad ogni alba invernale qualche cosa di nuovo sorge a danno della vera comunità isolana. L'Arma dei Carabinieri di notte e dal dopo estate in poi. Meglio le notti invernali che le giornate estive per i controlli. Anche il comune si deve muovere per la sicurezza. Sempre perché Panarea non può esssere un Vulcano sommerso e lasciare agli eventi di cronaca il futuro.

Alcune sere fa ho rivisto il film "Stromboli". Una bellezza, una grande emozione e qualche lacrima d'occasione rivedendo molti volti delle comparse che non ci sono più. Quella è stata gente vera delle isole Eolie. Panarea, aveva prestato alla produzione barche e vogatori, donne e giovani. Il film Stromboli (Terra di Dio) fu girato nel 1950. Prodotto e diretto da Roberto Rossellini. Si ricorda anche che fu il primo film del regista girato con Ingrid Bergman, una bellezza sana come queste isole. La Bergman lasciò Londra per Stromboli, Hitchcock per Rossellini. I nostri vecchi nelle lunghe sere d'inverno mi parlavano di Antonio, pescatore dell'isola di Stromboli come un personaggio reale a piedi scalzi, pantaloni arrotolati e canottiera. La scena della donna straniera che scappa con la scalata al cratere per andare a Ginostra lascia ad oggi il mistero se voleva rivolgersi a Dio o a "iddu" padrone fumoso di un sentiero che ancora oggi è un vanto per la fama delle Eolie. Noi da Panarea guardiamo ancora e ricordiamo per le generazioni future. Il pianto poi c'è sempre alle Eolie. Anche nei film.

Una sperduta coppia di turisti tedeschi è venuta a trovarmi dopo 40 anni. Ha voluto fortemente baciarmi e farsi riconoscere. Si erano conosciuti all'epoca nel mio locale fra un piatto di "totani chini" e un boccalone di birra Messina. Avevano le lacrime agli occhi ed a cenni mi facevano capire che sono rimasta uguale come allora. Gli ho fatto i complimenti per la memoria e sono andata di corsa a guardarmi allo specchio con una mia fotografia d'epoca. La differenza c'è. Gli ho chiesto subito, sempre a cenni, se Panarea oggi è come allora. Mi hanno guardato con un velo tristezza e mi hanno testualmente detto:
"poteva restare bella come ieri invece è tristemente devastata dalla persone che con questo scoglio non hanno niente da spartire". Ragazzi lo hanno detto questi parenti della Merkel mica i parenti di Renzi.

Sul mangiare o sul "magnare" penso di avere pochi rivali. Conosco le persone da come mangiano e da come magnano. Per questo poi sono brava in cucina. Sono maestra dei fornelli ma anche maga. Tutti mi hanno parlato della magna Grecia. A furia di farla passare dalla storia vediamo tutti come si sono mangiati o "magnate" la Grecia. Con voracità. L'Italia non è da meno, aspetta il suo turno. Arriverà il momento del "magnaItalia". Si sono magnate anche le banche o per meglio dire i risparmi dei clienti. La scommessa è sul "magnaEolie". Io posso dire che siamo sulla buona strada. Ad oggi ho visto sempre delle belle forchette anche a Panarea che naturalmente apre sempre un appetito senza uguali.

Ci sono credenze eoliane che parlano di visioni preistoriche, di favole e di fatti difficilmente giustificabili. Ciascuno di noi può raccontare quello che vuole. C'è un confine fra il crederci e il non crederci. La verità nasce da chi racconta non come si racconta. A me personalmente è successo il giorno prima dell'onda anomala di Stromboli. Avevo versato in un piatto fondo dell'olio d'oliva proveniente da Rinella. A metà del fondo del piatto ho visto ritirarsi l'olio verso l'alto ed al centro del piatto si formò un buco che alzò la porcellana a forma di cratere impedendo all'olio di uscire. Ero sola in cucina ed impaurita trovai una sedia per non cadere a terra. Dopo qualche ora mi ripresi annusando un liquore il cui profumo mi nauseò. Dimenticai l'accaduto ma il giorno dopo una parte dello Sromboli si aprì partorendo quell'onda anomala a forma di drago che viaggiò speditamente fino ad arrivare in Sicilia e in Calabria. Da allora fino ad oggi non ho più pensato all'accaduto. Perché ho risvegliato quel ricordo che ha fatto parte di un mio presagio?

Ci sono credenze eoliane che parlano di visioni preistoriche, di favole e di fatti difficilmente giustificabili. Ciascuno di noi può raccontare quello che vuole. C’è un confine fra il crederci e il non crederci. La verità nasce da chi racconta non come si racconta. A me personalmente è successo il giorno prima dell’onda anomala di Stromboli. Avevo versato in un piatto fondo dell’olio d’oliva proveniente da Rinella. A metà del fondo del piatto ho visto ritirarsi l’olio verso l’alto ed al centro del piatto si formò un buco che alzò la porcellana a forma di cratere impedendo all’olio di uscire. Ero sola in cucina ed impaurita trovai una sedia per non cadere a terra. Dopo qualche ora mi ripresi annusando un liquore il cui profumo mi nauseò. Dimenticai l’accaduto ma il giorno dopo una parte dello Sromboli si aprì partorendo quell’onda anomala a forma di drago che viaggiò speditamente fino ad arrivare in Sicilia e in Calabria. Da allora fino ad oggi non ho più pensato all’accaduto. Perché ho risvegliato quel ricordo che ha fatto parte di un mio presagio?

 

Onore al vincitore. Panarea ricorda sempre il nuovo governatore della Sicilia Nello Musumeci. Lo ha visto crescere con i suoi lunghi capelli fino al pizzetto odierno che neanche Berlusconi è riuscito a fargli tagliare. Musumeci sempre accanto al suo fedele amico Arrigo. Una coppia al servizio della gente. Nello, i carabinieri a Panarea. Nello, i serbatoi dell'acqua. Sempre una risposta nei suoi sorrisi. Subito Pina. Vediamo di fare urgenze a chi di dovere. L'ultima volta mi disse e predisse davanti al suo solito antipasto: cara Pina, sento che questa volta vincerò. Questo però, mi porterà a rinunciare alla mia isola del cuore che non abbandonerò mai. Panarea è per sempre. Io posso dire che é una bella persona una di quella che piace a prima vista. Tutta di un pezzo! Non é un presidente inventato e poi posto sui bancali elettorali. Sicuramente eredita una Sicilia più difficile, in fallimento. Ma sicuramente o la salva lui e la sua squadra o nessuno. Grazie Nello anticipatamente per quello che farai ancora anche per Panarea. Intanto complimenti per la meritata vittoria elettorale. Noi Ti aspettiamo a braccia aperte.

Il giornalista Giuseppe Sottile scrisse: "...a Panarea invece hai una natura che ti incanta e ti stordisce. Perché questo è un teatro dell'immensità dove convivono acqua e fuoco, sangue e spirito, sirene e ciclopi, satiri e baccanti, il bucaniere di Robert Louis Stevenson e la plumelia di Lucio Piccolo...
Poi c'è la storia di Pina Mandarano che in quegli stessi anni si svegliava alle 4 del mattino, impastava le pastarelle e le vendeva appena sfornate ai marinai e ai passeggeri che attraccavano all'alba con l'unico traghetto in arrivo. Oggi gestisce un buon patrimonio e ottimi affari: un ristorante dove si mangia (e si paga) benissimo, il complesso delle Oasi, boutique e supermarket, la distribuzione dell'energia elettrica e il servizio delle automobili a batteria, le uniche in grado di infilarsi nelle strade a dimensione di mulo". Questo è ancora oggi il concetto dell'isola che possiamo chiamare nostra o non più?

Io non ho un regno e non sono regnante. Sono semplicemente l'isolana comune che vede ascolta e scrive. Quattro chiacchiere le faccio volentieri con tutti. Senza essere ruffiana. Sono alla Lino Banfi che mi ha insegnato ad essere "papele papele". Perché dovrei cambiare alla mia età. Non ho obblighi politici, anzi i politici mi devono parecchio. Chissà quando mi restituiranno il maltolto o in cambio mi daranno il di più anche se qui arriva sempre meno. Anche se le torte sono sempre più grandi. Credo però che proporzionatamente sono cresciute le dimensioni delle fette. Al pasticcere poche parole altrimenti il dolce diventa amaro.

Posso essere solo felice nel vedere la scalata ai fornelli di una giovane eoliana che ormai possiamo definire una star culinaria a livello mondiale. La gioventù deve avanzare perché deve trascinare sempre più queste isole come l'eccellenza nell'eccellenza. La cucina delle Eolie con Martina Caruso di Salina, che può contare anche sulla stella Michelin del 2016, è una cultura enogastronomica che ha il concetto di accomunare le isole d'Italia. Al successo di noi ristoratori una mano importante viene data dal pescato di questo mare e ai dai sapori di questa terra. C'è anche una storia di moderno e antico che in cucina dona il gusto che la gente consumatrice cerca. La cucina è la vera ambasciatrice del turismo perché si lascia prendere del gusto panoramico anche nel piatto.

A Panarea le preghiere sono sempre le stesse come più o meno i "preghieranti". Cambiano i preti che vanno e vengono per i loro motivi. Naturalmente sono fedeli alla loro religione ma non ai luoghi. Ciascuno si regola di conseguenza. L'isola di Panarea non smette mai d'imparare. Adesso Panarea ha visto Don Giovanni, il suo nuovo prete. Merito anche di Padre Gambino che con i suoi anni ben portati, ha fatto sbarcare serenamente nell'isola il nuovo riferimento religioso. Devo dire che padre Gambino è un professore, ha insegnato ai salesiani anche a mio genero Saro. La sua storia dice che organizza viaggi a Lourdes con cadenze e puntualità precise. Parla bene, anzi benissimo e prega meglio. La gente dell'isola è sodisfatta. Il nuovo prete è arrivato alla vigilia dei morti per tenere fede a noi vivi che continuiamo ad aspettare sempre che la politica faccia la sua parte. Pregheremo per loro perché non guardando Panarea e commettono un peccato mortale. Roba da inferno. Intanto si vedrà se avremo il prete di giorno e non di notte. Magari farà lo stesso orario che è costretta a fare l'Arma dei Carabinieri, oggi l'unica forza dell'ordine presente sull'isola anche se per pochi giorni. Eppure noi paghiamo tutto l'anno. Almeno che ci sia un risponditore per capire cosa paghiamo o se per vivere e lavorare in questa Panarea bisogna pagare e basta. Per fortuna non pago per scrivere sul "Notiziario delle Eolie" anche se lo farei volentieri. Molto volentieri.

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Tutto si può dire dei veri eoliani. Ma bisogna rinforzare l'idea che siamo gente di buona volontà. I veri volontari siamo noi soprattutto quelli delle isole minori. Noi aspettiamo sempre tutto. Le navi, la chiesa, la sanità, la raccolta rifiuti con e senza differenziata, la fine della confusione chiamata marasma, la sicurezza, l'apertura dell'ufficio postale per andare a pagare anche anticipatamente tutto quello che poi non abbiamo.
Alla fine ci arriva pure lo sfottò di chi ci dice: "Beati voi che abitate in questo paradiso".

Anche a Panarea gira la voce del grande appalto per i rifiuti. Si parla di specialisti dell'immondizia che hanno trovato le migliori soluzioni per far splendere tutte le isole Eolie e trasformarle in piccoli paradisi paragonabili a pezzi di Svizzera. Tutto ci porta a sperare in un futuro diverso dall'attuale, visto che finalmente la quasi totalità del consiglio comunale di Lipari si è reso conto che brutta situazione hanno vissuto queste isole in compagnia di rifiuti mischiati e anche di dubbia provenienza. Adesso aspettiamo l'intelligenza della raccolta rifiuti, quelli di alta classe con resti di caviale e champagne anche loro col codice a barre.

Più mi faccio la mia rassegna stampa mattutina, più mi accorgo che il mondo passa da Panarea. Basta tenere gli occhi e la memoria aperta. Quante volte ho assistito a strusciamenti particolarmente pesanti sia da parte degli uomini che delle donne. Poi chiedevo chi fossero e la risposta era sempre la stessa: "gente di cinema".
Non c'era bisogno di scoprirlo oggi. Però ricordo quando una famosa attrice italiana mise piede su Panarea per la prima volta. Sbarcava da una barca da sogno che al cospetto il mare era in seconda fila. Ebbene quella bellissima donna accarezzò col suo corpo uno scoglio ed urlò prendimi sono tutta tua. Amore a prima vista e al primo contatto. Alla fine la bellezza paga sempre.

Parlo, detto e scrivo di Panarea perché l'amo. Questa è l'isola che quando chiudi gli occhi la sera ne rivedi sempre le bellezze e con esse tutti gli anni di una vita trascorsi qui con personaggi umili e di mondo. Tutti ti davano lo stesso consiglio: "mi raccomando Pina, Panarea deve essere protetta". Quante persone dell'isola possono aver ricevuto questo testamento? Io non mi sento speciale, anzi. Gli speciali sono tutte le sanguisughe che succhiano nelle viscere di Panarea contorcendosi e nascondendosi dietro le ginestre e i pochi fichi d'India che ancora gridano vendetta. Adesso che non sono più giovane desidero girare questo testamento alla nuova generazione. Un sotto a chi tocca, ma non per prendere ma per dare.

 

Iniziamo sempre più convinti che la politica eoliana deve accendere una bella candela, grossa e lunga, ai suoi isolani. Io dimentico di essere una donna, una mamma, una moglie, una nonna e una operatrice turistica. Continuo a ritenermi una semplice isolana italiana. Ho visto spesso, a Panarea, ogni genere di politici. Mondiali, europei, nazionali, regionali e locali. Noto che hanno tutti la stessa cadenza, adoperano le stesse frasi e hanno le promesse facili senza dare proposte o alternative o suggerimenti. Ho piene le tasche dei "vedremo e faremo". Con loro "un sa busca na lira", figuriamoci qualche euro. Ho in mente di preparami i vestiti di Carnevale e da qualche parte devo avere qualche collezione di maschere di carta comprate ancora a Lipari. Esattamente "supra u timparuozzu" dalla buon'anima di don Pino Bianchieri, quel negozio che quando apriva le porte, queste diventavano vetrine. Allora saremo noi isolani a metterci una maschera per non far vedere che siamo eoliani. Così ci ha ridotto la politica.

 

Dopo l'appello che puntualmente lancio da 3 anni, anche quest'anno i Carabinieri dovranno fare le valigie e andar via per fine stagione. E con i tempi che corrono, con gli eventi che sempre più manifestano presenze diverse dall'interesse delle isole, mi chiedo perché l'Arma a Panarea deve essere stagionale. Panarea è l'isola più indifesa delle Eolie. I Carabinieri prima vivevano a Panarea tutto l'anno e c'era una tranquillità assoluta. Oggi che i pericoli sono aumentati, si avverte il lancio di uno stato di necessità perché avverto dei pericoli anche alla mia persona, alla mia famiglia e alla mia attività. E' sempre sconosciuta l'identità di queste persone che attorniano i miei confini di vita. L'unica sicurezza sono le forze dell'ordine dei Carabinieri. Anche il Prefetto dovrebbe fare un saltino a Panarea. Il capitano di Milazzo ed il luogotenente di Lipari sanno che abbiamo bisogno del loro sostegno non per essere felici ma per sentirci tranquilli.

Una volta venne a cena da me un allenatore di pallone. Molto famoso. Doveva essere bravo perché spostava piatti, posate, saliere e bottiglie parlando a voce alta. Dava i numeri. Poi arrotolata la mollica del pane a forma di palla e la faceva rotolare sulla candida tovaglia della tavola. Si vedeva che aveva il calcio sotto la pelle. Appena mi ha conosciuto mi ha chiesto se preferivo a zona o uomo. A momenti lo butto fuori con un ceffone. Ma capendo la mia impreparazione calcistica cambiò subito tattica e chiese il cambio del cameriere. Parabola significa che le palle sono come i voti perché tutti restiamo nel pallone anche per un pezzo di mollica.

Il mio pasticcere oggi aveva il muso lungo. Ma non aveva scambiato lo zucchero col sale. E' venuto a conoscenza che il "Boss delle torte" Bartolo Valastro, in arte "Buddy", con origini liparote è stato nel ristorante caprese "Da Paolino" ed ha pure cantato "Volare" dopo una delle sue gigantesche mangiate. Buddy in America ha aperto ben 17 pasticcerie ed impasta anche programmi televisivi uno dietro l'altro, ma alle Eolie non ha mai dedicato un dolce e soprattutto non ha mai voluto assaggiare quelli del ristorante "Da Pina". Neanche su Facebook.

Adesso tutti diranno che ho la divisa nel cuore e sempre sulla bocca. Ebbene è vero. E quindi a completamento della stagione è venuto a trovarmi "nientepopodimenoche" il nuovo comandante della forestale di Lipari. Che "scialo" parlare degli alberi di una volta, quelli che abbiamo ereditato da madre natura e quelli piantati dai nostri avi che gli facevano il cerchio scavato intorno per riempirlo d'acqua poi. Trucchi di campagna e di mestiere. Oggi così abbiamo parlato di riserve e di difesa della natura. A ciascuno il suo mestiere. La forestale, in tutte le Eolie, ha tanto da fare. Per prima cosa deve trovare la soluzione per educare questi incendiari a cambiare...mestiere. Trasformarli da killer del verde ad angeli del suolo e di tutto quello che ci circonda e serve per respirare meglio e proteggerci di più. Creare barriere frangi fuoco. Naturalmente il verde deve fare anche ornamento a queste isole sempre più bisognose di gente in divisa che deve servire ad unire.

 

Una mia conoscente, che ha casa a Panarea ed affitta una mega villa a Capri, mi ha invitato nell'isola campana. Al pensiero che dovrei stare 10 giorni lontana dall'isola, con la quale ogni sera ci guardiamo profondamente, mi fa star male. Sono anche dispiaciuta nel dover dire all'amica: no grazie. Ma che posso fare. "il sangue intra e vene" a me lo passa Panarea. E' la mia droga quotidiana che vivo anche quando dormo o riposo. Mi sento di dire che amo Panarea come tutta la mia famiglia e se mi invitano a scegliere ho serie difficoltà. Poi Capri e Panarea belle sono ma noi abbiamo uno scoglio in più.

 

Passano i giorni e Panarea aspetta ancora ma forse non spera più. I calendari di carta hanno smesso di contare. Oggi il tempo si misura con i nuovi strumenti ricchi di memorie infinite e che si ricordano le promesse. Quelle che la politica sta dimenticando, giorno dopo giorno. Con la tassa di sbarco cosa si doveva fare per Panarea che per tutti è l’isola bandiera delle Eolie? Il gioiello da conservare, proteggere e portare al futuro alla vecchia maniera. Ma il Comune di Lipari ci dorme su, fa finta di niente e non si preoccupa minimamente. Panarea è viva grazie solo allo Stato che ha mandato i suoi carabinieri a difenderci. E’ l’ora di mettersi la mano sulla coscienza e non solo sulle schede elettorali che al momento sono conservate e fanno la muffa.

Quando incontro uomini in divisa mi sento sempre battere il cuore forte. Invecchio ma sono la mia passione. Tutti sanno che mentre la signora Boldrini scalava lo Stromboli, io ho conosciuto un Ammiraglio della Marina Militare Italiana che mi ha fatto una bellissima impressione. Un padre di famiglia tenero che da tanta fiducia alla gente e che ha preso a cuore i problemi di Panarea capendo subito di cosa ha bisogna quest'isola come territorio marino e terrestre. Come risolvere il problema dei barconi con lo sbarco selvaggio, come non far arrivare dentro le baiette dei bagnanti i mezzi a motore inserendo dei dissuasori marini. L'onore per averlo ascoltato, il piacere di avergli parlato, la sicurezza che l'isola avrà dei benefici ed io anticipatamente ringrazio questi uomini d'amare.

 

La signora Monica Natoli è originaria di Panarea, vive in America ma torna spesso sull'isola natia. In ricordo dei suoi cari ha donato alla Caritas una bellissima casa di circa 10 camere vicino la chiesa che ha un prete che va e viene. Gli anni passano e l'edificio senza cure e manutenzione mostra segni di abbandono. Ma possibile che nessuno si metta in moto per l'utilizzo? Magari per dire facciamo un bel centro servizi d'utilità per l'isola mettendolo a disposizione della Guardia Medica, della Guardia Costiera e dei Carabinieri. Cose semplice e utili ma necessarie. Naturalmente intitolandolo alla grande signora Veronica Natoli la cui famiglia non deve essere mai dimenticata perché gesti così sono di grande stimolo per la comunità.

Non ho mai fatto vedere a nessuno il mio personale museo dei ricordi, tutti eoliani. E' la tana della mia vita fatta col "faucigghiuni e runcedda", una "falanga sinvata", un paniere con un cesto fatti da mio padre mentre appeso al muro c'è l'otre per il mosto. Negli angoli una botte, un barile, la giara per il grano e quella per le olive. E la "truscia" e "bummulu". Infine "i scarpi i pilu" e il classico "nervo" per cacciare gli asini. A queste cose m'ispiro per la scuola che non finisco mai di frequentare. Se io ho tanto da imparare ancora penso a chi non è passato da questa cultura e si è trovato appena nato, in sala parto, il telefonino in mano...

 

Io sono una consumatrice di pesce fresco, solo quello. Non ho mai pescato niente e mai ho provato ad andare a pesca, pur avendo ricevuto tantissimi inviti.  Conosco tutti i tipi di pesce, so come pulirli, prepararli e come conservarli perché parlo sempre con i pescatori giovani e anziani. Vado contro natura nel dire che non è vero che il pesce puzza dalla testa. Non voglio salvare chi politicamente pensa di gestire queste sante Eolie che hanno una pazienza infinita. A perdere. Non disperare dicevano i miei quando la nave non arrivava a Panarea.  Da 60 anni si aspetta e all’orizzonte stanno scomparendo anche le promesse antiche e moderne. Ma perché sono state fatte e si fanno?

 

Generalmente chi arriva porta qualche cosa e non solo promesse. Quando si parte nel bagaglio c’é qualche ricordo del posto o degli amici. Questa é sempre stata l’usanza eoliana. I Presidenti di Camera e Senato, sbarcati a Lipari quest’anno, chissà che avranno portato agli eoliani e chissà a chi l’avranno lasciato. Mi dicono cose buone e utili. In cambio saranno partiti con il classico pacco con capperi, malvasia, pomice, ossidiana e una spruzzata di caolino che ormai si è inserito nei ricordi ufficiali. Per la sanità eoliana però rivolgersi al servizio qualità. Intanto io ho prenotato i libri, di questi autori presidenziali, che vanno a ruba. Quest’inverno me li farò leggere dai miei nipoti mentre sulla sedia a dondolo farò riposare le mie gambe e inizierò a chiudere gli occhi per sognare la grande politica benefattrice di queste isole che ad oggi i miracoli li hanno visti solo da San Bartolo. Se un giorno potrò essere ricevuta dal Papa mi presenterò con i sandali francescani mentre se mi inviteranno per i miei libri al Centro Studi calzerò  infradito vacanziere per darmi una femminilità turistica giusto per copiare la signora Presidente. Poi anch’io scalerò lo Stromboli.

Il comandante del Porto di Lipari Paolo Margadonna è sbarcato ieri a Panarea con due colleghi di Milazzo e il grande capo romano. Quando ho detto se erano venuti a salutare il mostro del porto, fra una risatella e l'altra hanno dovuto spiegare al grande capo il riferimento. In quel preciso momento ho avuto la certezza che si interesserà per questo problema. Posso dire 4 signori al servizio dell'Italia che sanno il loro mestiere e capiscono in un batter d'occhio la situazione. Io mi sento ancora una mamma dell'isola di Panarea per questo devo ringraziarli oltre che per tenere in considerazione la messa in sicurezza di questo gioiello che bisogna difendere e soprattutto illuminare. La Capitaneria di Lipari su Panarea non può contare su nessuna struttura abitabile per migliorare il servizio. Sempre colpa della politica, tanto per cambiare. Io posso dire nei miei termini che il pranzo è stato: servito e piaciuto.

Ci sono momenti in cui si rimette in moto la macchina del passato e si cerca una parte di verità legata ai vari perché. Per carità non possiamo lamentarci di come stiamo vivendo a Panarea. Non ci mancano gli euro in tasca ma abbiamo la schiena spezzata per il nostro duro lavoro partito con la zappetta e dalla raccolta dei "rapuddi". Roba dura e semplice. Io appartengo alla generazione che ha vissuto l'epoca del sindaco Checchino Vitale che per 30 anni dominò la scena politica delle Eolie. Poi venne il diluvio. C'è ancora chi ricorda le sedute in un ristorante d'albergo con i politici pesanti dove i progetti volavano con i finanziamenti. Ma alla fine sono rimasti i finanziamenti senza progetti o dirottati per altre opere in altri luoghi. Partendo dalla caserma per i carabinieri. Per l'Arma non è mai arrivata la loro casa, eppure la loro presenza è necessaria tutta l'anno. Non solo stagionale. Pagare le tasse non stanca ma almeno l'isola deve ricevere una controparte. Non si può prendere o pretendere senza dare. E' un brutto segno.

 

Che giornate belle riesco a vivere a Panarea. Anche se chiusa nella mia tana, riesco a donare a tutti la mia vita normale d'isolana isolata e non. Felice come gli altri isolani nel sapere che il Comandante dei Carabinieri di Panarea è partito per ritornare in famiglia. Per ironia della sorte, è stato sostituito dal comandante che aveva sostituito. Io dico bene. Perché chi è felice di tornare è anche felice di lavorare e per la sicurezza a Panarea c'è tanto da fare ancora. Sono anche felice perché ho servito un matrimonio di sposi, parenti e amici che sprizzavano gioia da tutti i pori anche con una commovente "fazzulettata". Ma non c'è due senza tre. Ho ospitato un bel gruppo di economisti che hanno parlato di ottimismo per la nostra economia. L'importante è sempre essere preparati nella vita. Sia nella difesa che all'attacco. Io che sono Pina, sono felice di vedere queste felicità diversificate e soprattutto rintracciabili.

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Qualche amico di Gianvito Rossi vedendomi a piedi nudi mi ha fatto dedicare un modello di scarpe da 540 euro. Si chiamano proprio modello Pina. Tutti sanno tutto di me. Dalla testa ai piedi. Il giorno in cui a Panarea, uomini dello Stato hanno effettuato dei controlli, in molti hanno notato che non c'erano barconi di pendolari in giro. Si vedeva il "mostrino" andare e venire con il suo bel carico di materiale spesso abbandonato di qua e di la. Chi sono i produttori di questi letamai sparsi in alcune zone dell'isola? Panarea, l'isola senza ordinanza, senza vigili e sempre col suo bel traffico motorizzato col trionfo del "Piripipipi" che non finisce mai. La tracciabilità questa sconosciuta con la raccomandazione irrintracciabile. Sono curiosa di sapere dove andranno i Carabinieri quando scadrà il contratto d'affitto. Senza di loro l'isola finirà in miseria legale.

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