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di Daniela Giuffrè

Eh si. Abbiamo avuto la notizia oggi pomeriggio. Con il nostro volume "Game Over, calcio truccato ora basta" siamo in finaleeee! Grazie Antonio, grazie Roberto e tutto il team della Minerva.

---"Dopo aver letto questo libro non vedrete più una partita come l'avete vista finora".

Risultati truccati, partite con squadre "inventate" e addirittura incontri fantasma, mai disputati ma sui quali sono state investite grosse somme di denaro a scopo fraudolento: il calcio è in pericolo e può morire.

Ci sono dei Paesi dove è emerso, a seguito di numerosi scandali, che circa l'80% delle partite era deciso a tavolino, lontano dal campo di gioco. E in Italia le recenti indagini di polizia e magistratura, partite nel 2011 e tuttora in corso con "Dirty Soccer" e "I Treni del Gol", hanno rappresentato l'ennesimo terremoto. Il match fixing, ovvero le partite truccate, è l'argomento del volume "Game Over. Calcio truccato, ora basta!", scritto da Daniela Giuffrè e Antonio Scuglia e pubblicato da Minerva (collana "Sul filo di lana", 208 pagine, prezzo 15 euro).

Questo libro vuole rendere il lettore partecipe di quel che accade nel mondo parallelo del calcio truccato e soprattutto spiega cosa si può fare per salvare la genuinità dello sport più appassionante per gli italiani. Si tratta di un'inchiesta condotta da due professionisti che da anni lavorano su queste delicate tematiche, con ruoli diversi: Daniela Giuffrè, vice questore aggiunto della Polizia di Stato, è la responsabile dell'Unità "Integrity in Sport" di INTERPOL a Lione, l'ufficio che combatte e tenta di prevenire il fenomeno del match fixing a livello globale; Antonio Scuglia, giornalista sportivo, è autore di vari saggi fra i quali un manuale antifrodi ed è membro integrato della Corte d'Appello di Firenze per le controversie ex art. 63 della legge sulla stampa.

I due autori, sulla base della loro specifica esperienza di conoscenze investigative e cronaca sportiva, spiegano nel dettaglio la storia e il funzionamento del match fixing: come si svolge e con quali metodi, e quali legami abbia con la criminalità organizzata e il mondo delle scommesse. Un'analisi senza pregiudizi e inedita di un fenomeno che sta sconvolgendo il calcio italiano e mondiale, corredata dalle testimonianze di chi è stato convolto e dalle risultanze processuali delle inchieste più importanti. Un libro per calciatori e arbitri (i principali target delle associazioni mafiose che gestiscono il calcioscommesse), allenatori e sportivi, ma anche per i tifosi e per chi ama il calcio e vuole saperne di più: salvare il gioco più bello del mondo è possibile!

GLI AUTORI
Daniela Giuffrè, nata a Lipari (ME) nel 1970, è Avvocato e Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato. Nel 2006 si laurea una seconda volta all'Università di Pisa in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali". Ha frequentato diversi corsi presso le strutture di Polizia in Germania e in Francia. Nel corso della sua carriera nella Polizia di Stato ha espletato diversi incarichi in vari settori della pubblica sicurezza, fra i quali incarichi relativi alla cooperazione internazionale di Polizia. Parla quattro lingue e dal febbraio 2012 lavora presso il Segretariato Generale dell'Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale, meglio conosciuta con l'acronimo di INTERPOL, con sede a Lione (F). Qui fa parte dell'Unità "Integrity in Sport", ufficio che mira a combattere il fenomeno del match fixing a livello mondiale.
Antonio Scuglia, nato nel 1963 a Decollatura (Cz), vive e lavora a Pisa dove si è laureato in Giurisprudenza. Giornalista professionista dal 1993, è redattore del quotidiano Il Tirreno (Gruppo Finegil-L'Espresso) e corrispondente da Pisa di Tuttosport. Si occupa prevalentemente di sport e tutela dei consumatori ed è titolare del blog Risparmiare facile (http://scuglia-iltirreno.blogautore.repubblica.it/). In passato ha collaborato con la Bbc World Radio, con emittenti radio e tv private italiane, con il Guerin Sportivo di cui è stato corrispondente dal 1990 al 1994, e con Repubblica. È membro, per il quadriennio 2014-2017, del collegio integrato della Corte d'Appello di Firenze per le controversie disciplinate dall'articolo 63 della legge 69/1963 (impugnazione delle delibere del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti). Oltre all'attività giornalistica, ha pubblicato alcuni libri: "Notizie alla Sbarra", raccolta e commento di sentenze della Cassazione sulla diffamazione a mezzo stampa, per l'Ordine dei Giornalisti della Toscana; "Tototruffa" (insieme a Silvio Scuglia), manuale antifrodi, per Felici Editore; "1001 consigli per risparmiare" (insieme a Pino Staffa), manuale pratico del risparmio, per Hoepli.

Restando a disposizione per chiarimenti e ulteriori informazioni, e ringraziando anticipatamente per l'attenzione che vorrà riservare al volume, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Ufficio Stampa MINERVA EDIZIONI

di Daniela Giuffrè

Sul volume pubblicato "Game Over", calcio truccato ora basta" ecco una intervista che mi é stata fatta da Filippo Grassia e pubblicata dal "Il giornale" oggi.

http://213.92.9.199/Polizia/PDF/2016/2016-01-19/2016011932216147.pdf

 
di Antonio Scugliail libro sulle partite truccate è in arrivo e spaventerà molti addetti ai lavori, perché l'ho scritto fifty fifty con Daniela Giuffrè che è quella che li arresta.Il calcio è in pericolo e può morire. Ci sono dei Paesi dove è emerso, a seguito di numerosi scandali, che circa l’80% delle partite erano decise a tavolino, lontano dal campo di gioco. Le recenti indagini di polizia e magistratura partite nel 2011 e tutt’ora in corso con “Dirty Soccer” e “I Treni del Gol”, sono state l’ennesimo terremoto per il calcio italiano.
Questo libro vuole rendere il lettore partecipe di quel che accade nel mondo parallelo del calcio truccato e soprattutto spiega cosa si può fare per salvare la genuinità dello sport più appassionante per gli italiani. I due autori, sulla base della loro specificaesperienza di cronaca sportiva e di conoscenze investigative, spiegano il match fixin: come si svolge, con quali metodi, quali legami abbia con la criminalità organizzata e il mondo delle scommesse.
Un libro per calciatori, arbitri, allenatori e sportivi, ma anche per fans e per chi ama il calcio e vuole saperne di più: salvare il gioco più bello del mondo è possibile.

Dopo aver letto questo libro non cedrete più una partita come l'avete vista finora.

Daniela Giuffré  all’Interpol  Alla Polstrade arriva  Vetrone

 

L'intervista che segue pubblicata su Avvenire.it, risale a più di un anno fa. L'Interpol difatti ha preso le distanze dalla FIFA dopo i noti fatti di maggio e non collaba più con loro.

L'INTERVISTA. Arriva dall’Italia (Lipari-Isole Eolie), è una donna. Mica quel che ti aspetteresti, considerato il ruolo che ricopre: Manager dell’Ufficio Integrità Sport di Interpol. Lavora a Lione, gira il mondo. In collaborazione con la Fifa, coinvolgendo le autorità (calcistiche e di polizia) di ogni angolo del pianeta. Un grande obiettivo: combattere la corruzione che rischia di uccidere il calcio. Prevenzione e repressione, le due fasi di una dura lotta. Perché se il germe del match-fixing sta infettando il calcio non si può perdere altro tempo nel tentativo di sconfiggerlo. Lei è Daniela Giuffrè, giovane ma esperta, che ha fatto carriera, passando da un ruolo all’altro.

È questo il suo approdo definitivo?
«No, non credo proprio. Nella mia professione, come nella vita in generale, non ci si può mai fossilizzare. Oggi faccio questo, domani farò altro: lo richiede il mio lavoro, ma pure la mia indole».

Una donna in prima fila a combattere la corruzione nel calcio: strano, in un mondo così maschilista?
«Strano, ma non troppo. Le donne hanno fatto grossi passi in avanti sotto tanti aspetti: magari a una effettiva parità tra uomo e donna non si arriverà mai, ma le cose sono cambiate».

È stato difficile essere accettata?
«No, non lo è stato. Se penso a tutto l’arco della carriera, però, mi trovo d’accordo con chi dice che una donna deve lottare più duramente per ottenere quel che merita. Poi dipende dai Paesi. Le racconto un episodio che oggi mi fa sorridere, ma allora mi fece arrabbiare molto. Ero per un workshop in un Paese del Nord Africa. Più di cento partecipanti Solo cinque donne all’evento, me compresa. Dall’Interpol avevo ricevuto io l’incarico a partecipare alla conferenza stampa perché ero l’unica della delegazione a poter rilasciare l’intervista in francese. Le autorità locali hanno fatto di tutto per impedirmi di partecipare, volevano un uomo. Non me lo dicevano ma era chiaro a tutti. Alla fine vinsi io e sedetti a quel tavolo rispondendo anche a diverse domande».

In questa battaglia, ha molte donne al suo fianco?
«Stranamente nel mio team siamo più donne che uomini. Ma è vero che nei Paesi dove andiamo a lavorare, in questo settore troviamo quasi esclusivamente uomini».

Lei guarda al problema globale, che però ha investito anche l’Italia: impressioni sulla situazione nel nostro Paese?
«Penso che ne vedremo ancora delle belle...».

Ancora guai?
«Non mi riferisco a fatti nuovi, ma ad altre rivelazioni dalle inchieste già in corso».

E la situazione attuale?

«Le cose sono migliorate, negli ultimi anni. Parlo dell’Italia, ma anche di tanti altri Paesi che avevano vissuto esperienze di corruzione a margine dello sport, soprattutto del calcio. C’è una nuova consapevolezza. E da più parti si stanno facendo sforzi enormi nel combattere questa battaglia.

In Italia si è fatto abbastanza?

«Si può sempre fare di più in qualunque campo. Ma se penso agli sforzi del Ministero del-l’Interno, che ha varato Uiss e Giss, rispettivamente unità e gruppo di lavoro con componenti provenienti da tutte le forze di polizia, autorità sportive, i monopoli e altre realtà che si occupano di coordinamento, controllo e indagini, o di alcune Leghe che si stanno dando da fare con progetti interessanti, credo siano stati
fatti concreti passi in avanti».

L’Uefa sta ottenendo successi importanti (arresti in Lettonia, per partite combinate nei preliminari di Europa League): collaborate anche con Platini?

«Certo. La Uefa è per noi un partner strategico. Anche se lavora di più con Europol, per motivi di competenza territoriale».

In cosa consiste il programma congiunto Fifa-Interpol?
«È un progetto che guarda soprattutto alla prevenzione, all’educazione, all’informazione. Insieme, teniamo workshop e training in ogni angolo del mondo: penso sia la strada giusta. Anche l’Italia sostiene questo progetto».

Non c’è bisogno anche di indagini e repressione?
«Non c’è dubbio: quello è il secondo passo. Ma con una buona prevenzione speriamo di diminuire le azioni repressive».

Che spetta a Interpol?
«In realtà l’Interpol ha poteri di coordinamento e sostegno delle polizie degli Stati membri, com’è accaduto mesi fa quando abbiamo coordinato sei Paesi asiatici in una serie di raid volti a smantellare una rete di bookmaker illegali. Nell’occasione sono state arrestate 1.422 persone e sequestrati più di 11 milioni di dollari. Possiamo, però, allertare le polizie dei vari Paesi, quando siamo in possesso di informazioni importanti».

E le polizie collaborano?
«Normalmente si. Comunque le indagini spettano a loro».

Capita che non ne facciano?

«Può succedere, certo. Ricordo che qualche volta non ci hanno nemmeno risposto ma si tratta di Paesi con grossi problemi interni. Anche se non lo dicono formalmente ti fanno capire che hanno ben altro a cui pensare. È così dove la corruzione è a livelli massimali e le questioni ad essa legate sono più rilevanti che non il match-fixing nello sport».

Dove?

«Un po’ in tutti i continenti. L’Asia, per esempio, è una zona difficile, ma anche alcuni zone dell’Africa e del Sud America. La Fifa sta facendo tanto ma non è facile, visto che in certe federazioni calcistiche il suo intervento non sempre è ben visto».

Ci sono di mezzo organizzazioni criminali importanti?

«Certo. La manipolazione delle partite di calcio e le scommesse si sono rivelate un nuovo business per la criminalità organizzata. Sono una nuova frontiera del crimine. Pensi a quanta importanza è stata data a Dan Tan, il cittadino di Singapore che ha operato in mezzo mondo inquinando il calcio: ma lui non è che uno dei tanti, la punta di un iceberg, alle sue spalle ci sono ricchissimi finanziatori, appartenenti alle più temibili organizzazioni criminali dell’Estremo Oriente».

Una battaglia dura, quindi: la si può vincere?

«Il match-fixing è una piaga, come lo può essere la droga o altro. Certe malattie è impossibile debellarle del tutto. Il nostro obiettivo è fare il massimo, fin dove riusciremo ad arrivare».(Avvenire.it)

 

Pisa - Cambio della guardia alla polizia stradale.la dottoressa Daniela Giuffré, nativa di Lipari, che andrà in Francia, a Lione, all’Interpol, ha salutato l'autorità e personale in un clima di grande commozione, Daniela Giuffré, che in questi anni ha seguito sul territorio pisano importanti attività di indagine e prevenzione, soprattutto per la sicurezza sulla strada, si occuperà di problematiche legate agli illeciti sportivi. A darle il saluto della città, insieme al prefetto, il dottor Antonio De Bonis, c’erano il questore, Raffaele Micillo, rappresentanti dei carabineri, della questura, Alla dottoressa Giuffré gli auguri di una carriera che sappia valorizzare la grande professionalità finora dimostrata.

Antonio Scuglia lavora come redattore al giornale Il Tirreno dal 1988 e da molti anni si occupa di tematiche giuridiche e tutela dei consumatori.

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