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di Martina Costa

ROMANZO “PANAREA. ISOLA DEI SOGNI” DI ITALO TONI

Giorni fa, mentre tornavo a Lipari, io e mia madre abbiamo avuto il piacere di incontrare Italo Toni, che ci ha tenute in compagnia durante il viaggio in aliscafo.
Italo lo conosciamo tutti: è l’uomo-scrittore che ama la nostra terra, alla quale dedica libri e canti, che rispecchia valori antichi quali umiltà, umanità, comprensione, gioia, fede, condivisione.
Un uomo che con la sua passione fa la sua parte nella promulgazione turistica e culturale delle Eolie.

Durante il viaggio, Italo ci racconta di antichi mestieri (bellissimo il suo volume a riguardo “Intreccio eoliano di ricordi, tradizioni e antichi mestieri”), di detti antichi, spiega il perché alcune zone di Lipari portano quel determinato nome, svela alcuni progetti futuri e ci fa ascoltare i “suoi” inni. Alla mia affermazione:«Italo, abbiamo letto i tuoi libri», mi risponde, con quel sorriso che da sempre lo contraddistingue: «Tutti? È impossibile». Ed ecco che dalla sua valigetta escono due libri, pubblicati da poco, "Panarea. Isola dei Sogni” e “Agrigento capitale della cultura italiana”, e ce li dona, generosamente, in segno di un’amicizia bella e pura.

Prolifico instancabile, la produzione di Italo conta ben 32 libri. Libri che nascono dal profondo di un cuore sempre aperto a Dio. Principi cristiani e una Fede sempre accesa si rintracciano in ogni parola che viene scritta nero su bianco e che sussurra a noi lettori. Ed è questa la costruzione che fa dei suoi personaggi, bambini/e, uomini e donne, capaci di emozionarsi ed emozionare.
Ho letto, tornata a casa quel pomeriggio stesso, tutto d’un fiato, il romanzo ambientato nella Panarea degli anni Settanta. Italo immagina una storia d’amore, che unisce, fin dall’infanzia, i due protagonisti, Roberto e Marisa. Ci conduce, insieme a loro, tra grotte, tra una natura che risulta essere contaminata soltanto dal fuoco del loro amore, tra i profumi e i colori eoliani, e sullo sfondo l’isolotto di Basiluzzo che diventa il loro nido d’amore.

Leggendo il romanzo mi accorgo di come la penna del nostro scrittore sia totalmente libera: quello che emerge è un racconto che viene raccontato direttamente dal cuore di chi se lo sta immaginando.
E mi accorgo anche di come sia una penna pulita e casta: l’accenno all’unico “bacio” tra i due amanti è nel giorno del loro matrimonio sull’isola di Panarea. Questa scelta stilistica, da assidua lettrice, mi ha davvero commossa: Italo sceglie di raccontare il sentimento dell’Amore per la Vita. Un Amore che non accenna ad una intimità fisica, ma che va oltre, arrivando ad una “intimità dell’anima”. Che, in una coppia, non dimentichiamolo, si rivela sempre essere la forza trainante per eccellenza.

Percepisco anche qui lo spirito di uno scrittore che ama ciò che fa, non definendolo mai come un lavoro. Lui stesso ci racconta: «Quando scrivo, passo anche intere notti a farlo, ma non lo faccio mai pensando al dopo. Questa è una passione».
Parole che, ancora una volta, raccontano di un uomo con un cuore grande e dignitoso, e della sua Umiltà, valore per me molto importante, ma che al giorno d’oggi, purtroppo, si sta esaurendo sempre più.

Allora, un grosso in bocca al lupo a Italo che nei prossimi giorni sarà ad Arezzo e a Firenze a presentare i suoi libri. A (rap)presentare le sue, le nostre, Isole Eolie. Perché come ci dice prima di salutarci: «Io parlo delle mie Isole a tutti, perché voglio che anche gli altri le conoscano. E vengano a visitarle».

Grazie Italo per questi romanzi che ci hai donato: regalare un libro è un modo per condividere conoscenza. E noi, di questo, ne saremo sempre grate.

E, adesso, non vediamo l’ora di leggere “Agrigento capitale della Cultura Italiana”....

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