di Ettore Resta
Quello che con un mas affondò la corazzata in porto? Si, proprio lui. Emanuela tacque, da triestina sentiva di essere austriaca e più che eroe lo aveva sempre considerato un nemico. Questo è il castello, guarda quant’è grande. rincalzò Liliana distogliendola dal cruccio. E’ antichissimo. Gli volarono un poco su, poi Emanuela mosse leggermente il braccio sinistro tornarono verso Nord, il Capo e le isole Eolie. Sorvolando il cimitero. Qui c’è la statua di mio nonno col suo violino. Doveva essere bravo per meritarsi tanto. Era violinista solista al Massimo di Palermo...Lungo la costa vi erano terre gialle. Cosa sono? Andremo a piedi a vederli. Sorvolato il cilindrico faro con le abitazioni Emanuela continuò a guardare le isole all’orizzonte in silenzio. Possiamo atterrare... disse Liliana.
Dopo poco una lunga stradina in terra battuta tra gli alberi di ulivi li accolse. Quando i piedi toccarono il suolo automaticamente le ampie membrane sparirono e le gambe iniziarono a correre fin quando non rallentarono. Sei proprio una maga formidabile! Non ti credevo tanto capace…Se tu fossi una universitaria avresti la capacità di laurearti facilmente. Emanuela dapprima accettò il complimento, poi sorridendo: Lo sono già…! Poi per frenare l’imbarazzo aggiunse: adesso andiamo a piedi. Forse sarebbe stato più comodo volteggiare. E’ vero, ma voglio farti vedere i luoghi che mi hanno aiutata a crescere. A saltare fuori dallo zaino fu Baddino il quale stando dentro, sembrava non aver visto nulla. Felice di essere tornato libero corse in lungo ed in largo senza stancarsi. L’alta torre del faro con le abitazioni dei faristi li tenne sott’occhio. I faristi erano anche pescatori ed agricoltori. Per vivere e portare avanti la famiglia dovevano darsi da fare. Emanuela ascoltò guardando sorpresa quella vegetazione diversa avvolta da un forte odore di zolfo. In particolare ad attirare la sua attenzione fu il piccolo vigneto con il tronco contorto e basso. Non meravigliarti, è un tipo di vite nana per sfuggire al vento.
L’uva prodotta è a grappoletti neri ed il vino è parecchio forte. Buono. Bisogna centellinarlo. E quel verde alto cespuglio piumato? E’ un canneto. Spaccate ed intrecciate si possono fare tanti usi rispose Liliana sorridendo. Anche un deltaplano? E perché no. I pescatori ne fanno tappeti intrecciati per creare ombra in mare ai pesci da pescare. Andiamo verso quelle rocce aggiunse. Nell’andare il cagnetto fece strada e come fosse una guida procedette annusando tutti gli spazi intorno. Giunti in un piazzaletto triangolare di terra battuta imprigionata tra alcune nere rocce contornate da verdi ciuffi di erba, guardarono il panorama. Che meravigliosa esclamò nuovamente Emanuela. La costa risaliva rapidamente quasi a strapiombo dalla scogliera. Dal suo vertice si liberava un filino di fumo. Stette a guardarlo. Sono vapori di zolfo! Ecco perch’è tanto odore. Mi bruciano gli occhi riprese la ospite. Siamo a Vulcano. Emanuela si irrigidì. Non aver paura, qust’isola è termale. (continua)
L’Intervista del Notiziario al comandante Ettore Resta, l’artista sulle ali
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