Alla libreria di Stromboli Iddu ha incontrato il Vesuvio con la presentazione del romanzo “Tutti si muore soli” (Mondadori) di Diego Lama. Il giallo, ambientato nella Napoli della Belle Epoque con protagonista il commissario Veneruso è stato presentato nel giardino della libreria dalla giornalista Cristina Marra, organizzatrice del Lipari Noir Festival che da sei edizioni ospita alle Eolie autori noti e apprezzati della narrativa di genere poliziesco.
L’incontro strombolano, è stato organizzato da Marra e dai titolari della libreria diventata in pochi mesi un punto di incontro molto frequentato che unisce al piacere della lettura, il relax del giardino attrezzato con tavolini e amache e la bontà di rinfreschi e cocktails. Sotto il cielo di Stromboli che, oltre al suo manto stellato non ha risparmiato suggestivi fulmini e un po' di pioggia, la presentazione si è svolta in una perfetta atmosfera noir al lume di candela.
Tra il pubblico presente anche Olga Iossa, direttore creativo di EolieParfums e profonda conoscitrice del territorio eoliano. I lettori sono rimasti affascinati dal racconto di Lama che ha ripercorso il suo esordio narrativo, la vittoria del premio Tedeschi nel 2015 e il successo crescente del romanzo “Tutti si muore soli” che narra una Napoli di fine Ottocento dolente e affascinante, tre delitti inspiegabili, un commissario “aspro e burbero” che indaga un mistero ancora più grande in un unico piano sequenza.
Il giallista Diego Lama presenta il suo romanzo a Stromboli
Il commissario Veneruso sbarca alla libreria di Stromboli! Protagonista del romanzo di successo “Tutti si muore soli. La prima indagine del commissario Veneruso” (Mondadori) di Diego Lama, il commissario che indaga la Napoli di fine Ottocento sarà presentato dal suo autore insieme alla giornalista Cristina Marra presso la Libreria dell’isola il 26 agosto alle ore 19,30. L’incontro fortemente voluto dai titolari della libreria e organizzato in collaborazione con Cristina Marra, direttore artistico del Lipari Noir Festival, porterà sull’isola di Iddu, uno dei giallisti più apprezzati del panorama nazionale .Architetto e scrittore di romanzi e numerosi racconti, Diego Lama è vincitore del premio Tedeschi nel 2015 con “La collera di Napoli” Lama ed esordisce nella collana di Gialli Mondadori con “Tutti si muore da soli “.
Il romanzo: Napoli, luglio 1883. Veneruso, commissario della Polizia del Regno tignoso e istintivo, viene restituito al mondo dopo una settimana di influenza che l'ha reso ancora più amaro e insieme innamorato della vita. In sua assenza, una baronessa è stata uccisa, e sospettati e corrispettivi alibi si rincorrono in una catena di corna e controcorna che travolge mezza aristocrazia. E però solo il primo dei delitti che Veneruso si ritrova sulla scrivania, ognuno consumato in un angolo diverso di una città che ha tante anime quante stelle sopra i palazzi: c'è quello di uno studioso di Milano, pugnalato nella Biblioteca Nazionale, e il più doloroso di tutti, con vittima una prostituta dodicenne.
Capitolo dopo capitolo, in un ininterrotto piano sequenza lungo venti ore, Veneruso continuerà a oscillare tra le ville nobiliari e i quartieri tetri anche di giorno, solo per scoprire che non è semplice capire dove l'umanità dà il peggio di sé, e che tra i tanti assassinii che si stanno consumando tra i vicoli di Napoli c'è anche quello di una lingua e di un'intera cultura.
Canale Facebook "Sicilia Mater" Eventi con gli autori Francesco Pira, Francesco Deliziosi, Gaudenzio Schillaci
Giovedì 10 settembre ore 19.00. Francesco Pira, professore di Comunicazione e Giornalismo dell’Università di Messina, giornalista e sociologo, e autore insieme al giornalista Raimondo Moncada del libro "Fake news tra scienza e fantascienza" edito da Medinova, dialoga con Katia Trifirò, giornalista e docente universitario su un argomento più che mai attuale.
Il tema fake news è stato affrontato tra il serio e il faceto nel libro che è diviso in due sezioni.
Nella prima parte del libro il professor Pira, considerato uno dei massimi esperti di fake news, analizza il fenomeno da un punto di vista scientifico, evidenziando gli esiti delle ricerche condotte.
Di particolare interesse quello che da Pira, con il collega Andre Altinier, è stato definito “L’esagono delle fake news”.
Siamo in un’era di profonda disinformazione e soprattutto di disintermediazione, aggravato dall'avvento dei social.
Nella seconda parte del saggio, Raimondo Moncada ha rivisitato l’argomento da operatore dell’informazione e da autore satirico. Il giornalista diventa un perfetto “confezionatore di bufale” riprendendo assurdità lette soprattutto su Facebook e Twitter. Moncada non nasconde di proposito la falsità delle storie raccontate, anzi evidenzia l’invenzione sia nel titolo e sia nel corpo della falsa notizia per suscitare la riflessione del lettore. Lo scopo è quello di innescare il dubbio o quantomeno rendere i lettori consapevoli delle falsità che in rete sono camuffate da verità assolute e rafforzate da like e condivisioni, apparentemente innocue.
“Fake news tra scienza e fantascienza- manuale semiserio di sopravvivenza contro le bufale” edito da Medinova, è un libro che fa riflettere, sfruttando anche l’arma del sorriso, sulla capacità delle notizie false di manipolare la realtà e creare altre verità.
L' evento è stato ideato in collaborazione con la Fi.da.pa. sez. Meri'-Valle del Mela.
Martedì 15 settembre ore 11.00
Per la rubrica "Ritratti di Giusti" Sicilia Mater ricorda don Pino Puglisi, con il caporedattore del "Giornale di Sicilia Francesco Deliziosi e il suo ultimo libro "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" edito da Bur Rizzoli. In questo volume il giornalista raccoglie gli scritti del prete che con il suo sorriso dava ascolto agli "ultimi"di Brancaccio e che rifiutava il titolo di prete antimafia. Francesco Delizosi allievo e amico di don Pino Puglisi, offre il ritratto di un sacerdote che amava l'azione, l'ascolto e la comunicazione.
15 settembre 1993: nel quartiere Brancaccio, a Palermo, don Pino Puglisi viene ucciso da due sicari mentre sta rientrando a casa. È il giorno del suo 56° compleanno. "Predicava troppo" e la mafia decise di farlo stare zitto. Questo libro, opera di chi l'ha conosciuto e amato, raccoglie con dedizione i suoi scritti e i suoi insegnamenti. E ce lo restituisce nella sua fede e nel suo impegno civile, mai disgiunti, perché "non ha senso riempirsi la bocca di belle frasi se poi alle parole non seguono i fatti".
Riflessioni "catturate" nei numerosi incontri con i ragazzi e i fedeli. Documenti (pochi), testimonianze (molte) del suo operato: da quelle dei suoi assassini - poi pentiti - ai riconoscimenti dei vertici della Chiesa sino a Papa Francesco; ma soprattutto i racconti delle donne e degli uomini comuni che gli sono stati accanto nel suo coraggioso percorso di vita e di fede.
Dal Vangelo come "manuale" di libertà e di liberazione dalla mafia alla lotta contro le ingiustizie, al carisma di educatore dei giovani e di profeta della legalità: per la prima volta in un unico volume tutto il pensiero di don Puglisi è offerto e commentato.
Venerdì 18 settembre 2020 ore 19.30 - Evento in presenza
Presso il Ristopub “ArteLievito” di Pace del Mela piazza SS. Maria della Visitazione, presentazione del romanzo "La felicità si racconta sempre male"
di Gaudenzio Schillaci edizione Dialoghi. L'incontro con l' autore sarà curato dalla giornalista Cristina Marra.
Catania, giugno 2017: il cadavere di un uomo, Gerri Santiloro, viene ritrovato in un vicolo del centro crivellato da tredici proiettili. A occuparsi dell'evidente omicidio arrivano, sul luogo del delitto, l'ispettore Bonanno e il commissario Davide Bovio, che trovano subito una stranezza: sul corpo della vittima c'è una lettera d'addio. Le prime impressioni, basate su quelle poche righe, li conducono all'Hotel Ungheria, dove l'uomo risiedeva, e a fare la conoscenza di Cristina Selleri, cameriera del Palomar, locale dove Santiloro trascorreva le sue giornate in solitaria. Del passato di Gerry non si sa nulla: i due poliziotti concentrano le loro indagini sul tentativo di ricostruire, attraverso le parole della Selleri, innamorata di Santiloro, gli ultimi giorni di vita di quest'uomo che nascondeva, tra ombre e misteri, un desiderio di vendetta a lungo covato. A ingarbugliare le indagini contribuisce la confusione del commissario, uomo dai sentimenti avvizziti ma affascinato dalla giovane testimone.“La felicità si racconta sempre male” ha tinte che tendono più al nero che al giallo.
E’ un percorso nell’animo dei personaggi, nei loro segreti. Un romanzo che non nasconde il marciume e la malvagità dei suoi protagonisti.
Gli eventi della rassegna “Sicilia Mater” curati da Giusy la Spada e Salvo Presti, sono inseriti nel calendario del "Maggio dei Libri 2020" (prolungato fino a ottobre 2020 per l'emergenza sanitaria), una iniziativa Mibact e Centro per il Libro e la Lettura, e sono promossi da Città di Milazzo e Fondazione Teatro del Mela.
Lipari, a Pianoconte l'esaltazione della Santa Croce
Da Castroreale postato sulla pagina fb di Castrum il mio incontro digitale con #meirshalev e la presentazione del suo libro "Il mio giardino selvatico" (Bompiani) in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica con Mattia Lazzara Silvia Ferrari Lucia Piani Federica Gagliardi Luca Cutrufelli Salvo Presti Carmelo Pace
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Lunedì 27 luglio ore 18,30, Francesco Bozzi “L’assassino scrive 800 A” edito da Solferino.
Ritorna il giallo made in Sicily con un appuntamento in collaborazione con la libreria Amaddeo di Reggio Calabria che punta a rafforzare la sinergia tra le due sponde dello Stretto in nome della promozione culturale.
Protagonista dell’appuntamento Francesco Bozzi e il suo giallo umoristico “L’assassino scrive 800 A” edito da Solferino in dialogo con la giornalista Cristina Marra e il titolare della libreria Daniele Amaddeo.
Francesco Bozzi, autore televisivo, radiofonico e sceneggiatore sa giocare con la comicità che solitamente mette in bocca a artisti come Fiorello e nel suo romanzo d’esordio di ambientazione siciliana (tra Cinisi e Terrasini) entra a pieno titolo in quella branca del genere poliziesco che unisce umorismo, scene comiche, crimini e delitti. Il commissario Saverio Mineo, protagonista del romanzo, originario di Calamonaci, lettore della Gazzetta dello Sport, è un personaggio strepitoso e sorprendente che strappa sorrisi e che sembra occuparsi delle indagini di striscio, catturato dalle notizie sportive e dalla lista della spesa che sua moglie gli elenca per telefono, e invece risale al nocciolo delle questioni delittuose quasi per caso, stupendo l’ispettore La Placa e battibeccando col medico legale Costanza. Forte e indolente allo stesso tempo, Mineo racconta la realtà e le contraddizioni della condizione umana e della nostra società.
Comunicato Stampa presentazione digitale “La mezzaluna di sabbia”(Bompiani) di Fausto Vitaliano in diretta dalla libreria Amaddeo
Nuovo appuntamento con le presentazioni digitali alla Libreria Amaddeo di Reggio Calabria nell’ambito del progetto di promozione del libro. Martedi 21 luglio alle ore 18,00 sarà ospite della diretta facebook sulla pagina della libreria lo scrittore calabrese Fausto Vitaliano, autore del noir ambientato in Calabria “La mezzaluna di sabbia” edito da Bompiani. Dialogherà con l’autore la giornalista Cristina Marra.
Fausto Vitaliano è nato in Calabria ma vive pressoché da sempre a Milano. È sceneggiatore per Disney e per lo studio Rainbow. Ha pubblicato storie a fumetti anche per Sergio Bonelli, Edizioni BD e l’editore francese BD Music. Ha lavorato per radio, tv e giornali, tradotto libri e curato per Feltrinelli i volumi antologici di Beppe Grillo e di Michele Serra. Insieme a quest’ultimo ha scritto il monologo teatrale Tutti i santi giorni. Ha pubblicato per Laurana i romanzi Era solo una promessa, Lorenzo Segreto, La grammatica della corsa e il saggio Sex Pistols. La più sincera delle truffe; per Motta Junior i libri La Repubblica a piccoli passi e La musica a piccoli passi.
Il Libro: Gregorio detto Gori Misticò: maresciallo dei carabinieri, una predilezione per Topolino e una cicatrice all'altezza del cuore. Dopo anni in servizio al Nord è rientrato a San Telesforo Jonico, il paesino calabrese dove è cresciuto, ma ora è in aspettativa. Nessuno sa perché tranne il suo amico Nicola Strangio, oncologo in un grande ospedale milanese. I pochi abitanti del paese lo vedono spesso avviarsi verso la spiaggia del Pàparo, una mezzaluna di sabbia senza un bar o un filo d'ombra, ma dove ancora nidificano le anatre e il mare scintilla come i più nitidi ricordi di gioventù. Gori non ha più voglia di lottare contro il male, che trova sempre il modo per avere la meglio.
Eppure, quando il giovane brigadiere Costantino invoca il suo aiuto per un caso di omicidio, qualcosa lo spinge a iniziare l'indagine... Tutti conosciamo la paura annidata nello scorrere del tempo, la tentazione di gettare la spugna, il disgusto per la mediocrità - eppure ciascuno di noi ha la sua mezzaluna di sabbia dove coltivare un'irriducibile speranza. Con una lingua ricca di sfumature, sullo sfondo di una Calabria divisa tra degrado e splendore, Fausto Vitaliano dà vita a un noir pieno di umanità e a un personaggio che, guardando la morte negli occhi, mantiene un tenacissimo amore per la vita.
30 Giugno 2020 ore 18,30 Cristina Marra, giornalista, presenta il progetto “Sicilia Niura” in diretta sulla pagina Facebook di Sicilia Mater
La narrativa poliziesca siciliana ha radici profonde e si fa risalire la nascita del filone agli anni Trenta con Ezio D’Errico e il suo commissario Emilio Richard, ma se si fa un passo indietro già Luigi Capuana con “Il marchese di Roccaverdina” (1900) ha gettato le basi per il noir siciliano. Da allora la Sicilia ha avuto grandi voci narrative che hanno intinto l’inchiostro nella Storia e nelle tradizioni dell’isola raccontandone anche mentalità e luoghi del crimine, e facendo emergere la sicilianità più vera.
Sicilia Mater nel suo percorso di promozione, rivalutazione e presentazione dei diversi volti e dei molteplici talenti che la terra di Sicilia offre, per l’incontro del 30 giugno alle ore 18,30 ha scelto di parlare di Giallo e Noir con il collettivo Sicilia Niura e la giornalista esperta di noir Cristina Marra.
Chi l’ha detto che per scrivere bisogna ritirarsi in un eremo, escludere tutto e tutti per partorire il proprio romanzo e farsi spazio fra i lettori in un’impresa solitaria, con il rischio di schiacciarsi l’un l’altro? Chi l’ha detto che cane debba mangiare cane, sempre? Che poi perché mangiarli, i cani? Ci sono quattro cani sciolti della letteratura italiana, ad esempio, che non vogliono sbranarsi tra loro, anzi. Hanno fame d’altro.
Così a Catania nasce il collettivo SiciliaNiura, dall’idea di Rosario Russo, Sebastiano Ambra, Gaudenzio Schillaci e Alberto Minnella, quattro penne, tutte siciliane, legate da una sincera e autentica amicizia e dall’amore viscerale e condiviso per la letteratura noir e per la propria terra.
Cos’è dunque SiciliaNiura? È dissacrare l’immagine lisa di una letteratura che pensa solo per sé, raccontare la Sicilia usando una nuova chiave di lettura, quella del noir siculo; unire le idee e le forze di tutti gli autori siciliani che hanno la voglia e la passione di fare gruppo insieme ai quattro fondatori, e portare avanti il progetto.
SiciliaNiura è un’unica penna, un solo inchiostro, una sola voce, un unico narratore che pensa con più teste. È niura, come la pietra catanese; niura come una parte della storia della nostra terra.
Barbara Bellomo torna in libreria con “Il libro dei sette sigilli” (Salani) il suo primo thriller dopo i tre romanzi della serialità di Isabella De Clio e lo presenta in diretta facebook con la giornalista Cristina Marra e lo scrittore Marcello Simoni in collegamento dalla libreria Amaddeo di Reggio Calabria il 25 giugno alle ore 18,30.
Il Libro: Gerusalemme. Nell’anno del Signore la profetessa Anna consegna al mondo un libro destinato a cambiarne le sorti. Molti secoli dopo la storia di questo testo leggendario incrocia il cammino di Margherita Mori, scrittrice di successo a¬ffetta da ipermnesia, un disturbo della memoria che la porta a ricordare ogni singolo dettaglio della sua esistenza, anche il più doloroso. Margherita ha da poco pubblicato un romanzo d’avventura, in cui racconta la storia di un libro apocalittico, protetto da sette sigilli e in grado, all’apertura di ogni sigillo, di flagellare la popolazione con terribili catastrofi.
Ma se l’opera è solo il frutto della sua fantasia, perché padre Costarelli sembra essere così interessato, tanto da convocarla con urgenza presso il seminario? Quando, solo due giorni dopo il loro incontro, il religioso muore in circostanze sospette, il tenente dei Ros Erika Cipriani viene incaricata delle indagini. Molte sono le domande che cercano risposta: il Libro dei sette sigilli esiste davvero? Dove può essere stato nascosto? E che ruolo hanno i gesuiti nella ricerca? Tra inseguimenti rocamboleschi, archivi che nascondono insospettabili segreti e chiese dense di mistero, Margherita viene trascinata in una vicenda più grande di lei, mettendo a rischio la sua stessa vita.
L’autrice: laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica e ha lavorato per diversi anni presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente insegna in una scuola superiore. Per Salani ha firmato la serie di Isabella De Clio, l’archeologa protagonista di La ladra di ricordi, Il terzo relitto, Il peso dell’oro. Questo è il suo primo thriller.
Mercoledì 24 giugno 2020
Vincenzo Consolo nel suo “Il sorriso dell’ignoto marinaio” cosi scrive:
“Ventiquattro di Giugno, San Giovanni. Era per gli Alcaresi la festa del “Muzzuni” e festeggiar soleano nei quartieri quelle piccole brocche e i germogli con canti e danze fino a notte alta. Si scoglievano allor le inimicizie, si intrecciavano gli amori ed i comparaggi”. E A. Buttitta parlando della festa più antica d’Italia, dichiara: “
Questa del Muzzuni non è altro che il fossile vivente di un’antica civiltà scomparsa definitivamente da tutto il bacino del Mediterraneo ed è una fortuna che Alcara conservi, nello scrigno della sua storia, questi riti pagani, perchè sono il documento vivente della nostra radice umana e culturale”.
La festa del “Muzzuni” di Alcara è segno dell’identità di un popolo, identità che affonda le proprie radici nei culti pagani dell’antica civiltà greca: essa è, infatti, un rito propiziatorio offerto alle divinità della natura, Demetra, Kore, Dioniso, Adone per augurare la fertilità della terra e l’abbondanza dei suoi frutti.
Attorno al Muzzuni si canta, si balla, si inneggia all’amore e alla vita, si intonano chianote e ruggere ed inni a Demetra:
Sacra dea di la terra, Dimetra,
matri di frummentu e siminati
lu suli così puru la petra,
d’oru vesti li spighi infasciati.
Binidici lu suduri chi s’impetra,
sacri su li fauci e l’arati.
Lu 24 Giugno ‘ntra l’Arcara
Lu Muzzuni è pi tia Dimetra cara.
Per celebrare questa giornata, in cui lo stesso progetto “Sicilia Mater” ri-trova alcune delle sue matrici fondanti, ha scelto due straordinarie musiciste:
Eleonora Bordonaro e Ginevra Eireann.
Attraverso percorsi musicali diversi un omaggio alla dea Madre, una ri-lettura del mito passando dalle sonorità antiche alla musica popolare.
Eleonora Bordonaro:
“Una voce che, giocando un po’ con le assonanze tra le parole, potremmo definire luminosa e numinosa: gonfia di luce, dunque (ma di quella luce abbagliante da Sud che nasconde anche lacerti di oscurità, come quella che si incista negli spazi tra le pietre dei muri a secco), e numinosa, perché “abitata da un numen”, un principio del sacro e dello spirituale inebriato di forza, entusiasta, e dunque “con un dio dentro”, sempre rispettando l’etimologia. Eleonora Bordonaro è una di quelle creature musicali che riescono a danzare sull’orlo del precipizio senza mai smarrire il passo e la leggerezza: è una cantante folk sanguigna e terrigna che può concedersi il lusso di una battuta in levare che più reggae non si potrebbe, di procedere nel creare le proprie canzoni come se fosse una cantastorie di duecento anni fa e una sciamana del futuro…” (Guido Festinese su “giornaledellamusica.it)
Ginevra Éireann
Dopo gli studi di tripla arpa barocca, per viaggiare dalla musica del rinascimento fino al periodo barocco, nutre un rapporto continuo con l’arpa celtica, strumento nato ai primi del ‘900 “con un suono fresco e brillante“ fino alla scoperta recente del clavicembalo.
Alle sonorità dell’arpa Ginevra Eireann spesso coniuga anche una voce particolare, che diventa canto sospeso per accompagnare antiche sonate e sorprendenti rielaborazioni moderne. “Le persone mi dicono che quando mi ascoltano suonare e cantare viaggiano per tanti mondi e universi, quello che vorrei fare io con la mia musica sarebbe avvicinare ognuno al suo personale universo, promuovendo un viaggio dentro se stessi”.
Sabato 27 giugno 2020
Giusy La Spada e Salvo Presti, curatori di Sicilia Mater incontrano Carmelo Sardo. "il mio mondo è tutto qui. Qui dove sono cresciuti gli ultimi ventidue anni della mia vita buttata via". Malerba (Mondadori) , la storia di Giuseppe Grassonelli scritta a quattro mani dallo stesso Grassonelli e Carmelo Sardo, giornalista e caporedattore cronache Tg5. Nascere in una guerra di mafia, veder morire chi ami, dover decidere da che parte stare, decidere di essere uno dei capi della Stidda per una vendetta personale. Essere condannato ad un "fine pena mai", e in carcere la resipiscenza.
Martedì 30 Giugno 2020 ore 18,30
Cristina Marra, giornalista, presenta il progetto “Sicilia Niura”.
Chi l’ha detto che per scrivere bisogna ritirarsi in un eremo, escludere tutto e tutti per partorire il proprio romanzo e farsi spazio fra i lettori in un’impresa solitaria, con il rischio di schiacciarsi l’un l’altro? Chi l’ha detto che cane debba mangiare cane, sempre? Che poi perché mangiarli, i cani? Ci sono quattro cani sciolti della letteratura italiana, ad esempio, che non vogliono sbranarsi tra loro, anzi. Hanno fame d’altro.
Così a Catania nasce il collettivo SiciliaNiura, dall’idea di Rosario Russo, Sebastiano Ambra, Gaudenzio Schillaci e Alberto Minnella, quattro penne, tutte siciliane, legate da una sincera e autentica amicizia e dall’amore viscerale e condiviso per la letteratura noir e per la propria terra.
Cos’è dunque SiciliaNiura? È dissacrare l’immagine lisa di una letteratura che pensa solo per sé, raccontare la Sicilia usando una nuova chiave di lettura, quella del noir siculo; unire le idee e le forze di tutti gli autori siciliani che hanno la voglia e la passione di fare gruppo insieme ai quattro fondatori, e portare avanti il progetto.