di Federica Di Giovanni
È stato un racconto che appartiene alla mia storia familiare a spingermi a iniziare questo progetto. Nella casa dei miei nonni, c'era questo grande puzzle attaccato al muro tra le foto dei matrimoni e le immagini dei santi. Durante i lunghi inverni dell’isola di Ponza, mio nonno, insieme ai sette figli, mettevano insieme i suoi pezzi, lo disfacevano e ricominciavano da capo. «Era un modo per passare la vernata», mi ha detto una volta mio padre.
Dal 2013 al 2017, ho viaggiato da un’isola all’altra; le ho coperte quasi tutte, queste nostre isole minori italiane. Linosa, Pantelleria, Procida, Ventotene, le Eolie, le Egadi, le Tremiti... Ho viaggiato in inverno, durante la stagione che le spoglia dallo stereotipo estivo di paradiso felice per rivelare una bellezza diversa, fatta d’improvvisi cambi di vento, di confini di mare che diventano fiaba e tragedia. Ogni isola una storia a sé, ma ogni storia è in qualche modo uguale alle altre. È una mappatura del vicino che rimane lontano, alla ricerca dell’essere isolano come condizione. Ci sono rimasta anche un mese e mezzo, su queste isole. Comprendendo quanto il mare, visto da qui, si riveli come un’instabile evidenza.
(Isole d'inverno, Federica Di Giovanni, introduzione di Erri De Luca, Crowdbooks, 120 pagine, 32 euro)-(24ilmagazine.ilsole24ore.com)
Nella foto il vecchio ufficio postale di Ginostra, parte ponente di Stromboli, durante una notte di Maestrale