di Pietro Lo Cascio
Non credo che il dott. Angelo Sidoti abbia bisogno di difese d’ufficio, ma visto che fioccano giudizi sul suo operato, desidero esprimere anche io alcune brevi considerazioni sull’attività svolta come consulente per la riqualificazione delle ex-cave di pomice, poiché ritengo che queste rappresentino uno degli luoghi-cardine del nostro territorio e le scelte che le riguardano una tra le sfide più importanti per il futuro della nostra comunità.
In un’isola dichiarata Patrimonio dell’Umanità, è indispensabile che queste debbano riflettere una visione di più ampio respiro possibile e con finalità davvero sostenibili. In questo senso, credo che Sidoti abbia colto appieno tale necessità, e lo dimostra il fatto che ha ritenuto – finalmente – di coinvolgere soggetti che hanno vasta esperienza nel campo del recupero e della pianificazione, il cui apporto dovrebbe fungere da stimolo e costituire un preciso indirizzo di azione futura; sulla scorta di una o più ipotesi progettuali che tengano conto delle indicazioni condivise dall’UNESCO – ovvero la riconversione delle cave in un vasto parco geo-minerario – sarà possibile infatti avanzare prima o poi la richiesta di un supporto finanziario a quel Ministero dell’Ambiente direttamente responsabile della gestione dei World Heritage Sites designati per i valori naturalistici e ambientali (come il nostro).
Senza progetti del genere, invece, molto probabilmente tra dieci anni ci ritroveremo ancora a guardare un’area mineraria dismessa che viene erosa dalla pioggia, dal tempo e dall’oblio; nel frattempo, magari, qualcuno sarà riuscito a espugnare un immobile, confidando in un piano particolareggiato “amico” che gli consenta di cambiarne la destinazione d’uso e trasformarlo in albergo con spiaggia privata.
In questo caso, su un’isola già inflazionata dagli alberghi e contestualmente priva di servizi o di elementi di attrazione turistica, qualcuno può spiegarmi quali benefici trarrebbe la nostra comunità?
A me pare che l’attività di Sidoti come consulente vada invece verso quella che si profila essere la direzione più opportuna, ma soprattutto l’unica perseguibile se finalmente vogliamo liberarci da logiche localistiche e trasformare una grande incognita in una proficua, futura opportunità a uso di tutti e non dei soliti noti.
Per questo mi sento sinceramente di ringraziarlo come cittadino; voglio ringraziarlo anche come consigliere comunale che – seppur non appartenente alla maggioranza che sostiene questa amministrazione – si ritiene sufficientemente indipendente per esprimere un giudizio sereno su uno dei (non molti) meriti che gli vanno riconosciuti, ovvero avere avviato un dibattito su un tema cruciale e averlo fatto, almeno fino ad oggi, in maniera trasparente.
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