Leo Gullotta all'Università "Sapienza" di Roma
di Macrina Marilena Maffei
Gentilissimo Direttore,
ha preso l’avvio in questi giorni a Roma all’Università degli studi “Sapienza”, nella Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo, il mio seminario dal titolo:
Vite di pescatrici, storie di streghe: la messa in intrigo della memoria orale dell’arcipelago eoliano.
Gli studenti del corso conosceranno la cultura eoliana attraverso le voci delle pescatrici e dei narratori tradizionali declinate su un doppio registro.
Essi ascolteranno le testimonianze direttamente dalle voci eoliane, così come le ho raccolte sul campo nell’ambito delle mie ricerche etnografiche realizzate dal 1981 in poi nelle diverse isole dell’arcipelago. Ma avranno modo anche di apprezzarle attraverso la trasposizione in un linguaggio teatrale, grazie all’opera di affermati attori appartenenti a varie compagnie teatrali come FRANCESCA ROMANA DI SALVO, GIOVANNA FLORIS, TAHERI HOSSEIN. Il giorno 27 ottobre verrà inoltre a leggere i racconti delle Isole Eolie uno dei più grandi attori del teatro siciliano LEO GULLOTTA.
Lunedì 27 ottobre 2014 alle ore 15, all’Università degli Studi di Roma "Sapienza" - Facoltà di Lettere e Filosofia, Leo Gullotta incontrerà gli studenti nell’ambito del seminario La voce e la memoria. (Corso di Laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo - Cattedra di Antropologia culturale della prof.ssa Laura Faranda)
Alle voci dei cavatori di pomice, dei pescatori, dei contadini, delle tessitrici di reti, dei guaritori tradizionali raccolte dall’antropologa Marilena Maffei nell’arcipelago eoliano darà la sua voce l'attore catanese di cinema e teatro, grande talento dell'arte della recitazione.
Una memoria tenace, quella dei narratori eoliani, su cui si plasma l’immaginario magico-religioso di terre vulcaniche segnate da fiumi di lava e sciare di fuoco. Un paesaggio insulare dove affiorano storie e credenze di tradizione orale passate di bocca in bocca nell’arco di millenni e giunte sino a noi, rilevate da Maffei sul campo durante ricerche etnografiche iniziate negli anni Ottanta.
Ancora oggi, nell’era della globalizzazione, si tratta di un patrimonio narrativo sorprendentemente vivo e vitale che racconta di donne numinose che disdegnano le vesti e volano sui mari eoliani, di serpi dai lunghi capelli o dalle chiome pettinate a treccia, di animali che parlano con voce umana, di corpi femminili capaci di tramutarsi in vento e di altre subitanee metamorfosi di ammalianti creature. Miti antichi ibridati con figure del luogo, spiriti, demoni, folletti, monachelli pronti ad allieviare l’umanità dai mali della vita, ad addossarsene i carichi, a far defluire le angosce più profonde dell’esistenza umana.
A questa materia narrativa, che ben si presta a una didattica dell'immaginario e della memoria, Leo Gullotta darà corpo e sostanza, donando a giovani in formazione un tassello creativo della sua grande esperienza. Un dono tanto più prezioso in tempi di crisi e solitudine istituzionale delle nostre università, sopraffatte dall'indifferenza politica; un dono che dà la misura di come la presenza dell'attore, nelle stagioni del silenzio, sia inscindibile dalla generosità di una voce e di un corpo in azione, a servizio dei giovani e del loro diritto alla fantasia.
Leo Gullotta e i racconti eoliani.doc