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di Aldo Natoli

ISOLE EOLIE Terme di San Calogero – Illusioni e delusioni! “IL PAESE DEI VULCANI e LEGGENDE LIPAROTE”

Questo lo dice il Comune, e vuol il tutto per tutto da noi ma non lo dice l’amore del Duce, non lo dice la Morale, non la Giustizia divina. Abbiamo cercato di transigere, anche perdendoci, pur di non ingolfarci in una lite, tutto fu impossibile. E siamo in lite. Quanto costerà essa? A che
cosa tenderà, o si arriverà? Non sappiamo perché non la volevamo! < Il tribunale deciderà < dice questo Commissario prefettizio e decidendo lui di far gestire al Comune lo stabilimento, ci ha costretto a sgomberare quanto c’era di mobilia, e che certamente utili sarebbe stata al nuovo
funzionamento, obbligandoci a molte spese di trasporto, dati i mezzi attuali, e i sei chilometri di strada da percorrere.

Prende solo la linea telefonica che vuol periziare a modo suo, riservandosi pagarla a lite finita, malgrado il deposito di lire tremila, che abbiamo dovuto versare, quale cauzione, alla cassa del Comune quando si trattò l’accomodo, non accettato in seguito. Il Comune, ripeto, vuole il tutto per tutto, nulla curando, niente considerando, e ci tratta quasi da sfruttatori, non che siamo stati sfruttati in malo modo. Quale ricompensa per noi? Quale elogio per il bene fatto al paese? Come sarebbe stato oggi lo Stabilimento, se non l’avessimo mantenuto, come abbiamo fatto? Quale altra offerta a’ avuto il comune dopo della nostra, che avrebbe permesso una valorizzazione maggiore di quel luogo? Nessuna! Lo stabilimento sarebbe ricovero dei gufi.

Poiché nessun’altro avrebbe fatto quello che noi abbiamo fatto con tanto amore e sacrificio. A che cosa tende questa mia storia? Scrivendo ho rivissuto il sogno, ho riavuta la mia giovinezza con le sue gioie e le delusioni, mi è sembrato risentire cantare gli oleandri in fiore, in una
notte stupenda di stelle, mormoranti le acque scorrenti, nel silenzio della vallata deserta, nel palazzo chiuso e solitario innanzi al mare lontano. Sussurrano i canneti e le palme la lunga odissea lontana nei secoli, fioriti di leggenda e di amore.

Passò il bianco vegliardo tra le arcate centenarie, e già nella notte profonda mille voci parlarono: c’è una gioia che nessuno à mai saputo descrivere, e una delusione più forte
di una delusione di amore. Poso la penna e tutto finisce nella realtà amara augurando a quelle acque miracolose una sorte migliore. Lipari 12 gennaio 1932.X Mancuso Luigi (segue 16° puntata).

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