“La proposta di ridurre la tassazione sulle locazioni brevi genera gravi danni, sia per le imprese che rispettano le regole e pagano le imposte, sia per i cittadini alla ricerca di una casa in affitto. Chiediamo a chi l’ha presentata di ritirarla e ci appelliamo a tutti i componenti il Parlamento affinché, nel caso in cui venga messa al voto, la respingano senza esitazione”. E’ questo il commento di Federalberghi alla notizia di un emendamento alla legge di bilancio, che propone di portare al 10% il prelievo sugli affitti turistici, dimezzando l’aliquota di favore del 21% della cosiddetta ‘tassa Airbnb’ che era stata definita con la manovrina di primavera.

“L’aliquota del 10% – scrive in una nota Federalberghi – nacque con una finalità sociale, per favorire la stipula di contratti di affitto a canone concordato e ridurre le tensioni sul mercato dell’edilizia residenziale. Estendere l’incentivo alle locazioni turistiche comporterà l’effetto opposto e promuoverà l’espulsione delle famiglie dai centri storici. Inoltre, non si comprende quale sia la logica che porti a premiare soggetti che operano al di fuori di ogni regola, spesso gestendo centinaia di alloggi.

“Il carico fiscale-contributivo che grava su un’impresa italiana di medie dimensioni, secondo la Corte dei Conti, è pari al 64,8%, venticinque punti percentuali in più della media Ue. In un paese normale, la discussione sulla legge di bilancio metterebbe al centro la riduzione delle imposte che gravano su chi lavora nel rispetto delle regole, senza lasciare nessuno spazio a proposte offensive e surreali che strizzano l’occhio agli abusivi e evasori”.