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L’avvio della stagione balneare porterà certezza in più per il futuro delle spiagge italiane. Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato il disegno di legge delega per riordinare le concessioni demaniali marittime, al centro di una disputa con Bruxelles per la mancata osservanza della direttiva Bolkestein sui servizi. Il Governo avrà 6 mesi per presentare una riforma organica del settore per evitare il rischio di una procedura d’infrazione europea. Per l’ennesimo ritardo sulla legge delega ci si limita al rimbalzo sul tema. La positività è data dai principi fissati dal provvedimento che il Governo dovrà seguire per legiferare la previsione di un periodo transitorio, che fa salve le concessioni esistenti fino al 2020 con il riconoscimento del valore commerciale delle imprese. La bocciatura della Corte di giustizia europea ha fatto scrollare l’Italia dal suo immobilismo pluriennale sul tema Bolkestein. Lo scorso luglio, infatti, una sentenza aveva dichiarato illegittimo il rinnovo automatico delle concessioni. La strategia, adottata dall’Italia, dello stop&go, é un salvataggio in calcio d’angolo con il decreto di turno o qualche norma-ponte. Una decisione deve essere presa con urgenza perché l’incertezza non produce investimenti. Bisogna creare un mercato più aperto e concorrenziale, lasciando ampi margini per tutelare chi in tutti questi anni ha lavorato e investito sulle spiagge.

 

 

 

 

 

Senza  radici l’isola aspetta la vita

che altri portatori sani si limitano a cantare

con versi prodotti dall’istinto dell’isola

mentre salta una pagina di storia recente.

Usignoli cercano stanze da letto

con libri pronti alla lettura scenica

di una favola attinta dal vecchio passato.

Orme di ciclopi cancellate dagli ovili

che ormai producono belate e cantate

mentre l’intorno aspetta proprio il ritorno

dell’audace guerriero paroliere.