Milano è la 5a città europea più visitata dai turisti internazionali ed è l’unica città italiana a rientrare nella top 20 mondiale, scalzando Roma e Venezia, con 9,10 milioni di visitatori nel 2018 e una spesa media giornaliera di 155 dollari euro.

È quanto emerge dal ‘Mastercard Global Destination Cities Index’, che classifica 200 città in base all’analisi del volume dei visitatori e dei dati di spesa, diffuso oggi a Cernobbio a margine del Forum Ambrosetti. Il capoluogo lombardo è al 16° posto nella classifica mondiale delle città più visitate (quinta tra le europee) e si stima un incremento del 2,02% nel 2019.

Inoltre il 77% dei visitatori si reca a Milano per viaggi di piacere, quindi, non solo per affari. La Capitale è, invece, stabile all’8^ posizione della classifica europea di Mastercard, mentre si posiziona 22^ a livello mondiale con7,65 milioni di visitatori internazionali e una spesa media giornaliera di 139 dollari. Venezia, terza città italiana in classifica, chiude la top 10 europea al 10° posto con 7,4 milioni e conferma la sua natura turistica ed attrattiva (per il 90% dei visitatori è una vacanza di piacere).

“Secondo uno studio di MasterCard, Milano è la città italiana più visitata ma ora lo sforzo è quello di cercare di portare tutti questi turisti dal centro a tutta la città, allargando, perché ci sono tanti luoghi belli ancora poco conosciuti”, ha detto il sindaco Giuseppe Sala.

OLTRE-IL-SORRISO-ONLUS-banner.jpg

L’estate 2019 frena: nonostante il buon andamento di agosto, la stagione chiude con 205,7 milioni di presenze, circa 2,3 milioni di presenze in meno rispetto al 2018 (-1,1%).

Un bilancio magro, su cui pesano incertezze meteo e rallentamento economico italiano ed internazionale, ma anche la ripartenza dei Paesi mediterranei nostri competitor. È quanto emerge dalla consueta indagine realizzata da CST per Confesercenti-Assoturismo su un campione di 2.484 imprese ricettive.

Secondo le stime, la contrazione maggiore riguarda il mercato italiano, che si ferma a 110 milioni di presenze (-1,6 milioni in meno sul 2019, -1,5%). Gli stranieri si fermano a 95,8 milioni di presenze (-0,7%), con una diminuzione di 696 mila unità. Il rallentamento è confermato anche dai dati di contabilità nazionale Istat che segnalano un arretramento della spesa dei turisti esteri sul territorio nazionale (-1,5% nel secondo trimestre dell’anno rispetto al primo).

Non tutte le aree, però, hanno sofferto allo stesso modo. Il Nord Ovest segna il risultato migliore (+0,2%) grazie al leggero aumento della domanda straniera (+0,7%), mentre Nord Est e Centro hanno registrato i risultati peggiori, entrambi in calo del -1,6%. Cali più contenuti sono stati registrati nelle regioni del Sud-Isole (-0,6%), dove il mercato estero ha segnato il +1,2% e quello italiano il -1,5%.

Dall’indagine emergono risultati differenziati anche per le diverse tipologie di prodotto. Le città d’arte hanno registrato un aumento stimato delle presenze al +0,4%, con un sensibile rafforzamento degli italiani (+1%) e una stabilità degli stranieri (+0,1%).  Le località balneari, invece, segnano il -2%, (-2,9% gli italiani, -0,6% gli stranieri). In calo anche campagna (-0,6%) e località lacuali, che vedono un calo delle presenze del -1,9% (-2,4% di italiani e -1,8% dall’estero). Vero crollo, invece, per le località termali: il trimestre segnerebbe il -4,1%, con un calo significativo sia degli italiani (-3,4%) sia degli stranieri (-4,9%). Tiene, invece, la montagna.

Rispetto all’estate 2018, il mercato straniero cresce solo nelle località ad interesse artistico-culturale e nelle aree di montagna. Aumentano sensibilmente le presenze da Francia e Europa dell’est; più contenuta la crescita da Paesi Scandinavi, Benelux, Spagna, Russia e Cina. Stabile il mercato statunitense, canadese e brasiliano, mentre sono in flessione quello tedesco, britannico, austriaco, giapponese e indiano.

“Il primo consuntivo dell’estate 2019 ci consegna un quadro non incoraggiante – commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti -. Questo significa che c’è ancora tanto da fare per stabilizzare i flussi turistici verso l’Italia e per fidelizzare i visitatori che hanno ripreso a frequentare altre mete del Mediterraneo. Il ritorno della delega al MiBACT riprende un percorso proficuo voluto dal Ministro Dario Franceschini che torna a guidarlo. L’auspicio è che il nuovo esecutivo e Franceschini, a cui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro, mettano il turismo tra le priorità dell’agenda politica e, in attesa che si concretizzi la possibilità da noi più volte indicata di un ministero ad hoc per il turismo, ci auguriamo che la delega non debba più essere soggetta a migrazioni perché questo si può leggere come un declassamento di un settore di importanza fondamentale per la riqualificazione del territorio e la crescita economica del Paese”.

Travelnostop 

 

castalia.jpg