Turismo, bene la Sicilia. Taormina rimane in testa ma è boom dell'area iblea Una stagione che, nel suo insieme, fa registrare numeri positivi per la Sicilia facendo ben sperare gli operatori del settore. 

"Questa stagione sembra essere iniziata con la marcia giusta - ha detto all'Adnkronos Nicola Farruggio, vicepresidente vicario di Federalberghi Sicilia e presidente di Federalberghi Palermo - I numeri delle prenotazioni per luglio e agosto sono in crescita e abbiamo già prenotazioni anche per settembre e ottobre, un fatto che non si verificava da un pò di tempo data la tendenza degli ultimi anni a vacanze last minute piuttosto che programmate su lunga scadenza".

Sul turismo della Sicilia non sembra aver avuto effetti l'introduzione della tassa di soggiorno mentre un apporto in positivo è stato dato dagli eventi che hanno colpito le altre mete del Mediterraneo. "L'instabilità di paesi come la Tunisia e la Turchia, da sempre concorrenti della Sicilia come mete di vacanze hanno giovato alla nostra regione e influito positivamente sui numeri di turisti", spiega Farruggio.

Palermo rimane la meta con maggiori presenze turistiche per tutto l'anno anche se, pur essendo una città di mare, è scelta soprattutto per le sue bellezze culturali e artistiche. "Maggio e giugno sono i periodi in cui il capoluogo siciliano registra il maggior numero di turisti - spiega il presidente di Federalberghi Palermo - Luglio e Agosto invece risentono delle alte temperature e del fatto che la città non riesce ancora ad essere venduta bene come località balneare, ma su questo stiamo lavorando".

L'anno scorso il capoluogo dell'Isola ha chiuso la stagione estiva con un più 7% e per quest'anno le previsioni sono di un ulteriore aumento del 3%, realizzando così un 10% in più nel biennio. Rimane fra le mete preferite Taormina che con il suo mare, il teatro antico e i suoi panorami mozzafiato non smette di attirare turisti.

Il mese di giugno ha confermato l'andamento positivo dello scorso anno mentre il picco delle presenze è atteso per agosto quando l'anno scorso si è raggiunta quota 166mila. Perde invece Cefalù che, fra le altre cose, risente della chiusura del Club Med. "Era una struttura che attirava molti turisti - dichiara Farruggio - ma il problema non è solo quello. Negli ultimi due anni Cefalù ha perso il 12% e quest'anno, nonostante il timido risveglio di Aprile, ha chiuso maggio e giugno con un calo di circa il 5%. Il problema è che l'offerta turistica è rimasta quella del boom degli anni ottanta e non ha saputo modernizzarsi. Oggi una settimana di vacanza a Cefalù è monotona per il turista".

Ma la vera punta di diamante della Sicilia per questa stagione sembra essere l'area iblea. Rispetto all'anno scorso, fra Ragusa e provincia, i dati mostrano un incremento del 65%, con una fortissima presenza soprattutto di stranieri. A giocare un ruolo determinante è la capacità della zona di soddisfare le esigenze di tutti i tipi di turisti coniugando il mare e le spiagge con le bellezze artistiche e culturali e le specialità enogastronomiche.

"Fondamentale per lo sviluppo turistico della Sicilia orientale - sottolinea il vicepresidente regionale di Federalberghi - è stata l'apertura dell'aeroporto di Comiso che in un anno di operatività ha fatto registrare 180mila passeggeri con previsioni, per il 2014, di circa 300mila passeggeri".

"Gli sforzi fatti dalle società di gestione degli aeroporti dell'Isola hanno dato i loro frutti - spiega Farruggio - Il nuovo scalo di Comiso, il potenziamento delle tratte low cost su Palermo e Catania così come i collegamenti più efficienti con Roma hanno reso la Sicilia più facilmente raggiungibile e l'hanno anche aperta a un flusso diverso di turisti". Francesi e tedeschi fanno sempre la parte da leone ma sono sempre di più gli americani, i giapponesi e anche i sudamericani che scelgono l'Isola come meta delle loro vacanze".

Le previsioni per quest'estate sono dunque rosee ma rimangono alcune criticità. "Quattordici milioni di turisti per le potenzialità della Sicilia sono una cifra ridicola - aggiunge il vicepresidente di Federalberghi Sicilia - La nostra è un'offerta turistica troppo confusa e fino adesso la maggior parte delle cose che sono state fatte sono state lasciate all'iniziativa dei singoli operatori. Dobbiamo rivedere l'immagine che diamo all'estero della Sicilia e riuscire a comunicare meglio tutto quello che l'Isola può offrire".

Secondo il vicepresidente di Federalberghi quello che manca è un "sistema turismo" che segua la scia dell'asset nazionale di coniugare turismo e cultura ponendo al centro dell'attenzione le esigenze e le richieste del turista. "Dobbiamo superare l'idea della Sicilia come meta da vacanza di massa e allo stesso tempo ampliare l'offerta accostando all'ormai noto binomio 'mare-bel tempo' tutte le potenzialità culturali della nostra regione. Stiamo lavorando per metterle a sistema - conclude - ma

ci sono delle criticità che non dipendono da noi: penso ad esempio a tutti gli eventi che si svolgono in Sicilia ma che non sono promossi bene e con largo anticipo, oppure al turista che arriva davanti ai musei e li trova chiusi. Su questo sono gli assessorati che dovrebbero lavorare".

R.it

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