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Foto: Pixabay

Anche se potrebbe suonare strano, alla fine degli anni '60, Torino si configurava come la "terza città meridionale" d'Italia, proprio per il numero di cittadini originari del meridione che ospitava, immediatamente dopo Napoli e Palermo.

La Juventus iniziò dunque a ingaggiare giocatori nativi del Sud Italia, la maggior parte di questi si erano trasferiti a Torino per diventare operai della Fiat. Questo scelta fu una strategia di fidelizzazione dei tifosi. Furono dunque gli operai della Fiat i primi a tifare la squadra juventina e trasmettendo questa passione alle proprie famiglie rimaste al Sud. Ciò che faceva presa sulle persone era il miraggio della ricchezza settentrionale e l’idea di successo che ben incarnava l'immagine della Juventus. I bianconeri dominarono, infatti, gli anni '70 calcistici, riuscendo a consolidare la propria immagine vincente a livello mondiale. Tra le regioni italiane in cui la Juventus è maggiormente popolare, possiamo sicuramente annoverare la Sicilia. La tradizione calcistica nell’isola italiana è sicuramente decennale e tanti grandi giocatori hanno raggiunto i massimi livelli della competizione calcistica.

migliori siti di scommesse, quest’anno, sono tornati a puntare sulla squadra della Vecchia Signora che, per l’appunto, ha avuto storicamente uno stretto rapporto con i giocatori meridionali e in particolare con quelli siciliani. Non c'è dunque da stupirsi, infatti, se sono tanti i siciliani che sono anche i tifosi della squadra bianconera, la più amata d'Italia con quasi 10 milioni di supporter in totale.

Uno dei primi siciliani della storia ad arrivare molto in alto fu proprio Pietro Anastasi, cannoniere che con la maglia della Juventus formò una delle coppie d’attacco più forti della storia con Roberto Bettega, con il quale avrebbe giocato anche in nazionale. Vincitore di tre scudetti negli anni '70, fu addirittura nominato il “Pelè bianco”. Altro nome rimasto ben scolpito nella mente dei tifosi juventini è Totò Schillaci, l’eroe delle notti magiche della Nazionale anni '90 durante i mondiali italiani, persi poi in semifinale con l’Argentina di Maradona.

Tra i pali possiamo invece citare l’intramontabile Michelangelo Rampulla da Patti, secondo portiere per eccellenza che ha difeso i pali della squadra torinese per ben dieci anni, tra il 1992 e il 2002, pur scendendo in campo solo 49 volte.  Non va dimenticato, in questo ruolo, Massimo Taibi, autore di varie stagioni importanti e soprattutto di uno storico goal di testa quando vestiva la maglia della Reggina. Avanzando alla difesa, ricordiamo Nicolò Napoli, palermitano terribile arrivato a Torino nel 1987 dal Messina. 94 partite condite da sei goal in bianconero, vincerà una Coppa Italia e una Coppa Uefa.

Dalla punta dello Stivale sono arrivati una serie di calciatori molto talentuosi che si sono distinti negli ultimi decenni. Uno dei primi nomi, per chi ha seguito il calcio degli ultimi vent’anni è Giuseppe Mascara. Dotato di una tecnica fuori dal comune, il folletto di Caltagirone, ha passato gran parte della sua carriera al Catania (185 presenze condite da 45 goal), con una breve parentesi al Napoli ed al Al Nassr dove, in entrambi i casi, ha saputo farsi apprezzare dai tifosi locali con la propria raffinatezza. Gaetano D’Agostino, centrocampista classe 1982, si afferma nell’Udinese dove gioca circa 100 partite, guadagnandosi anche una convocazione in Nazionale.

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