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La quinta edizione del Marosi Festival porta alla luce il concetto Variations on the Roofs riprendendo la volontà di fare esibizioni sugli antichi tetti delle case strombolane e si terrà nell’arcipelago delle Eolie da mercoledì 21 a domenica 25 giugno 2023. Nell’arco di appena 5 giorni a Stromboli saranno accolti oltre 20 artisti provenienti dall’Italia e dal mondo. Tra i tanti, i collettivi Munerude e FUNA. Il giapponese Hideki Umezawa e lo sloveno Juri Konjar. L’italo-tedesca Delfina De Lillo, l’americana Laurie Schwartz con Elisabetta Ventura. Enrico Malatesta, Anna Basti, Claudia Catarzi, Simone Niro e Andrea Di Marco, il duo Serratore|Sguotti. Infine Teodora Grano, Renato Grieco e Hugo Sanchez, Giorgia Briguglio, Giuseppe Cordaro, Chiara Indelicato. In particolare, l’arrivo di Umezawa in dialogo con Giuseppe Cordaro nasce dalla collaborazione tra Marosi e l’associazione Interzona [Liminaria e Interferenze] che stavolta danno vita a Paroxisms: of Sounds and Other Volcanisms.

CAST e PERFORMER > Le installazioni visive e la danza sensoriale. Il disegno introspettivo, le performance di danza nel tempo e le acrobazie in verticale ispirate ai versi di Rilke e Lorca. Il sound design estratto dallo spazio e il ritmo originato dall’immaginazione. E la coreutica nei vigneti e sui tetti, o la coreutica antitesi della paura. I movimenti tap, il suono di banda che va a inseguire il mare, il vulcano che assume le sembianze femminili. La musica tattile, i preludi e le fughe di Bach. Improvvisando, alimentando un processo di sperimentazione collettiva in cui artisti e pubblico vivono la medesima condizione. Laddove convivono acqua aria terra fuoco. Laddove un vulcano genera idee, conoscenza, processi produttivi. Dal 2017 accade così a Stromboli, casa del Marosi Festival. Una avventura estetica che in estate scolpirà ancora una volta le emozioni e la meraviglia dei cittadini isolani, dei viaggiatori, degli artisti che si avvicinano a questo lavorìo che sgorga dal confronto, dalle percezioni, dalle azioni, dalle composizioni. Assecondando il desiderio di comunità delle direttrici artistiche Giulia Ferrato e Anna Basti.

“Giunto alla 5° edizione – raccontano Giulia Ferrato e Anna Basti – torniamo a Stromboli con il tema “Variations on the Roofs”. Oltre agli spazi pubblici, saranno ancora i tetti delle case il luogo di lavoro degli artisti per la costruzione di performance, pratiche e happening sospesi tra mare e cielo. Il territorio non è solo il luogo in cui il festival accade ma è componente drammaturgica del suo svolgimento. Il concept della variazione equivale al possibile dato della nostra azione di curatela che deve essere sempre potenzialmente pronta a ridefinirsi, mutando la composizione del festival, portando alla consapevolezza di essere noi stessi dentro a un processo di creazione.

La totale apertura agli eventi atmosferici, alla variazione dell’attività vulcanica ci impone di relazionarci ogni giorno con lo stato delle cose, perché siamo sempre in ascolto di una imminente forza maggiore. Eppure la parola “variazione” – ribadisce il duo direttivo Ferrato|Basti – indica anche uno dei principi attivi nei metodi di composizione nella danza e nella musica quando la variazione – insieme al suo opposto, alias la ripetizione – interviene a creare la materia dell’opera”.

Fin dai tempi classici, la variazione è stata in ambito artistico un principio creativo capace di rendere un’opera viva. A fronte di un evento performativo definito, la variazione riporta una modifica dell’evento originale, pur rimanendo aderente a esso. “In questo sottotitolo - ribadiscono Ferrato e Basti - è racchiusa una proposta, una linea di confronto che abbiamo cominciato a intessere con gli artisti e le artiste invitatə: cosa succede se partendo da un oggetto artistico piuttosto definito e concluso io riapro le maglie di quel processo, lo rimetto in discussione magari, poi lo guardo da un altro punto di osservazione e ne analizzo le novità?”.Elisabetta Ventura.jpeg

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