di Rino Giacalone
Il trasporto marittimo veloce in Sicilia nelle mani di un solo gruppo imprenditoriale. La cosa si è determinata dopo il passaggio della compagnia Siremar, aliscafi e traghetti, dalla Compagnia delle Isole - che ha vista annullata la precedente vendita operata da Tirrenia - alla neo nata Sns, Società di navigazione siciliana, con sede a Trapani.
Di questa compagine armatoriale fanno parte due colossi dell’armamento navale siciliano, la Ustica Lines dell’armatore Vittorio Morace (patron del Trapani Calcio e che di recente ha ceduto al figlio Ettore la guida della flotta di aliscafi) e la Caronte & Tourist della famiglia messinese dei Franza (traghetti).
A navigare in Sicilia sono quindi da qualche giorno solo mezzi navali dei due gruppi imprenditoriali, considerato che l’altra compagnia che gestisce i collegamenti con i traghetti è la Ngi espressione anche questa del gruppo Franza.
Una situazione di monopolio che è oggetto di una interrogazione presentata alla Camera, ai ministri dei Trasporti e dello Sviluppo Economico, dal deputato Davide Mattiello (Pd).
La Sns ha acquisito così i contratti di servizio pubblico assegnati alla Siremar, le compagnie Ustica Lines, Caronte & Tourist e sopratutto Ngi a loro volta mantengono i contratti, con Governo nazionale e regionale, anche questi “onorati” di servizio pubblico.
Mattiello fa i conti in tasca alla Sns, «vedrà entrare nelle proprie casse in 9 anni circa 560 milioni di contributi, 50 milioni di sgravi fiscali, 300 milioni di incassi da vendite dirette». Nell’interrogazione il deputato Mattiello chiede quali siano le motivazioni per le quali non si è atteso il parere della Corte dei conti, e perché, «alla luce della macroscopica posizione di dominanza (circa il 100%) non ci si sia rivolti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, consegnando con i fondi pubblici tutto il trasporto siciliano ad un solo soggetto economico».
L’interrogazione è stata trasmessa anche al presidente della Commissione Nazionale Antimafia.
Mattiello evidenzia che la Società di Navigazione Siciliana è una «identità economica commerciale finanziaria» riconducibile totalmente alle famiglie Franza, Morace, Matacena, La Cava, Genovese. Sulla scena dell’affare compaiono i nomi dell’ex politico da tempo rifugiato all’estero Amedeo Matacena (anche se il Matacena socio dei Franza ha smentito coinvolgimento del noto latitante) e dell’on. Francantonio Genovese (per lui la procura messinese ha ipotizzato anche i reati di concussione e riciclaggio).
Mattiello ha perciò evidenziato come «sarebbe stato quanto meno prudente verificare meglio la posizione dei soci e delle società».
La Compagnia delle Isole, guidata dall’armatore Salvatore Lauro, è stata costretta a cedere la Siremar dopo un ricorso al Tar che configurava in quelle procedure di acquisto l’aiuto di Stato perché azionista della società, presieduta dall’armatore Salvatore Lauro, Mediterranea holding il cui capitale di maggioranza è nelle mani della Regione siciliana.
Il Tar ordinò al Ministero dello Sviluppo Economico di riavviare la procedura dismissiva del ramo entro 120 giorni, ma alla scadenza del giugno 2015 tutto è rimasto tale e quale, sino a pochi giorni addietro quando, dopo 350 giorni dal pronunciamento del Tar, si è arrivati alla cessione a favore della Sns.
Nel frattempo la Compagnia delle Isole, che con gli ex aliscafi Siremar ha garantito i collegamenti, è stata sanzionata da ministero e Regione Sicilia per 6 milioni di euro.
L’on. Mattiello chiosa in questo modo: «si è determinata nella società una difficoltà finanziaria tale da costringere Compagnia delle Isole ad accettare di fatto le condizioni della transazione, per realizzare “a tutti i costi” la procedura di aggiudicazione, pur essendo abbondantemente scaduti i termini di ottemperanza del giudicato, sono state sanate le citate sanzioni in capo alla gestione Compagnia delle Isole di Siremar accordando di fatto uno sconto di circa il 10 per cento alla Società di Navigazione Siciliana, evenienza questa che configurerebbe un danno erariale».
Il danno per la Sicilia è ancora maggiore: «aggravato dalla perdita di valore della quota detenuta in Compagnia delle Isole attraverso Mediterranea Holding, il valore nominale della quota regionale è passata da circa 4.2 milioni di euro a circa 1.5».
Nell’interrogazione l’on. Mattiello solleva anche un “giallo”: il passaggio della Siremar dalla Compagnia delle Isole alla Sns è stato segnato da due decreti emessi dal Governo regionale siciliano nell’arco di 12 ore: «l’assessorato regionale Infrastrutture, ha emanato due decreti, uno per condizionare la propria rinuncia alle sanzioni solo dopo la valutazione della Corte dei conti ed un altro per abrogare il primo, ambedue provvedimenti adottati nella stessa data». Per l’on. Mattiello si è in presenza di «un gravissimo danno erariale».