di Francesca Ciancio

La prima delle isole Eolie, partendo da Milazzo, è Vulcano. Prima di vederla si sente, con il suo odore di zolfo. A due passi dal porto ci sono i bagni geotermali di fango con la soffice argilla da stendere sulla pelle. Se si punta alle spiagge, la più famosa è quella delle Sabbie Nere, a forma di mezzaluna. La più tranquille sono quelle a Gelso, un porticciolo al centro della Spiaggia dell'Asino e di Cannitello.

L'attrazione principale però è il cratere dormiente della Fossa del Vulcano, da conquistare con un'ora di passeggiata. Per i patiti di soste gustose, la prima va fatta qui, al ristorante Il Cappero del Therasia Resort che ha conquistato la stella Michelin grazie alla bravura dello chef ischitano Crescenzio Scotti. Mare e terra nei piatti e un tramonto che scompare tra Alicudi e Filicudi.

Qualcosa che non ci si aspetta di mangiare qui è la ricotta fresca di capra. La produce Fabrizio Lo Piccolo con il suo piccolo caseificio La Vecchia Fattoria. Lipari è la "città galleggiante" dell'arcipelago, l'isola con più servizi e più caos d'estate, che scema anche qui, con la fine dei mesi caldi. È anche l'isola del bianco e nero, della pomice e dell'ossidiana e delle cave ormai in disuso. Ha uno dei musei archeologici, per reperti di civiltà preistoriche e antiche, tra i più importanti d'Europa, con una bella sezione dedicata alla vulcanologia.

Le spiagge sono scenografie imponenti, come quella di Acquacalda, con la montagna di pomice che la sovrasta, un unicum in Europa che ha pari solo in Turchia. Il corpo dell'arcipelago ha al suo centro Salina, l'isola verde fra tanto nero-lava. La sua vocazione agricola è fatta di filari di Malvasia e piante di capperi. Gli escursionisti possono affrontare i mille metri di Fossa delle Felci, uno dei due vulcani estinti dell'isola, con un'immersione tra pini, castagni e felci.

Un'"escursione" la merita anche il Signum, l'hotel più bello di Salina: per dormirci ma anche mangiarci grazie alla sapienza culinaria di Martina Caruso. Una Malvasia delle Lipari passito, servita fresca, sul terrazzo con vista su Stromboli e Panarea è un aperitivo perfettamente local.


Eolie. Vulcani, natura e...capperi

Come su due lunghe braccia tese si poggiano Filicudi e Alicudi da un lato, Panarea e Stromboli dall'altro. La mondana Panarea indossa di nuovo le vesti di isola minuscola con la fine dell'estate e il mare torna al centro. Ottobre è mese di acque calde, perfette per vedere i delfini che arrivano sotto costa o per le immersioni subacquee.

Poco distante dal porto infatti, c'è una voragine da cui fuoriescono colonne di bolle: è l'idrotermalismo di Panarea, uno dei fenomeni più affascinanti del Mediterraneo. Anche l'hotel Raya punta sull'effetto benefico delle piscine geotermiche, nonché sulla cucina del cuoco Beppe Fontana, dai cui piatti sono banditi fritti e soffritti.

Iddu è Stromboli perché l'isola è il vulcano, il più attivo di Europa. Bisogna mettere in conto fatica e stupore se si affronta l'ascesa al cratere. Fino a 400 metri si fa da sé e qui, dall'Osservatorio, si apre la vista sulla Sciara di Fuoco (il versante scuro della montagna scavato dalla lava) e sulle esplosioni. Per proseguire  -  quota 926  -  serve invece una guida. Il meritato ristoro è alla locanda Barbablù, un tempo ristorante, oggi solo locale per aperitivo, ma è posto immancabile per chi si sente "stromboliano".

La pasta alla Strombolana (alici, olive, capperi, peperoncino, finocchietto e Malvasia) si mangia al ristorante Il Canneto. Stromboli è l'isola con più spiagge. Mentre solo via mare si arriva a Ginostra, la parte meridionale dell'isola: qui c'è il porto più piccolo del mondo, il "Pertuso" e alle poche camere in affitto si arriva a dorso d'asino. La ricerca del silenzio continua a Filicudi e Alicudi, in tutto 400 abitanti. Poche strade carrabili, l'uso consueto degli asini, l'elettricità che è una conquista degli ultimi vent'anni.

Alicudi, l'antica Ericusa  -  come suggerisce il nome  -  è da sempre coperta di erica. Il mare di Filicudi preserva millenni di storia: nei suoi fondali esiste un museo sottomarino fatto di nove relitti datati a partire dal V secolo a. C e accessibile solo ai sub esperti. E la trama dell'arte continua in terraferma, con quella contemporanea, con la più piccola Biennale d'Arte del mondo che si tiene qui, nell'atelier Basler, ogni estate. In una sola notte, in una casa, al mare.

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