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Era il 1943, un nostro compaesano era militare a Percoto di Pavia di Udine e diserta. Camminando a piedi o su mezzi di fortuna percorre tutta l'Italia e torna in Sicilia, va a Lipari a trovare la moglie e la sua prima figlia. Poi va a Palermo e si costituisce alle forze alleate: viene mandato in servizio a Patti, nella Frazione Gallo presso la polveriera in località Annunziata.

E disegna la cartina dell'Italia sulla quale traccia una linea rossa per segnare il percorso seguito. 1500 km! Percorsi per gran parte scalzo... a piedi nudi perché per strada le scarpe si erano rotte... si proteggeva i piedi con stracci di stoffa che trovava strada facendo... Era il 1943, aveva la terza elementare...
Chi sarà mai questo nostro compaesano?
"Erika Campochiaro: mio nonno Peppino Campochiaro aveva una cartina ... 

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di Salvatore Agrip 
Questa è la storia di mio zio Peppino Campochiaro, che, insieme a mia zia Peppina, più volte abbiamo sentito raccontare e in famiglia mio padre Antonino ogni tanto ricordava questo evento di quando mio zio arrivò a Lipari. I miei zii si erano sposati qui a Lipari, forse nel 1940, e nel gennaio del 42 nacque mia cugina Claudia Campochiaro, ma mio zio purtroppo fu chiamato in guerra e come di tanti soldati che erano partiti, nel finire della guerra non si seppe più nulla. Mia zia Peppina lavorava qui a Canneto in un baraccone dove si faceva la selezione della pomice, di mio zio ormai da mesi non si sapeva più nulla e le Isole Eolie erano isolate: l'unica nave di linea era stata affondata da un sommergibile inglese il 9 maggio del 43 e quando mio zio arrivo a

Milazzo per raggiungere a Lipari la moglie e la figlia piccola si imbarcò su una barca a remi che da Milazzo andava a Salina: per consentire a mio zio di sbarcare su l'isola di Lipari fece tappa nella frazione di Acquacalda, davanti all'isola di Salina. Mio zio Peppino molto debilitato e con i piedi pieni di piaghe per i lunghi mesi di cammino, doveva ancora fare circa 7/8 Km a piedi per arrivare a Canneto dove c'era mia zia e quando stava per arrivare, qualche chilometro prima,

qualcuno lo riconobbe e si sparse la voce della notizia a Canneto... mio papà aveva 10 anni, corse subito nel baraccone dove lavorava la sorella Peppina dicendo a gran voce "Peppina, arrivò Peppinu, sta viniennu i l'Accacauda" (Peppina è arrivato Peppino e sta venendo da Acquacalda). Tutta la famiglia andò in soccorso di mio zio e lo portarono a casa... diceva mio papà che era ridotto come un crocefisso e ci vollero diverse settimane di cure e buona alimentazione per riprenderlo..."

La storia di Peppino Campochiaro é teneramente uguale a quella di Nino Leone, padre di Gennaro, Salvatore e Bartolino e felice sposo di Angelina Carretti.

Anche Lui nel 1943 partì a piedi da Trento diretto nella sua casa di Lipari. Aveva in dote solo i vestiti, un paio di scarpe ai piedi, uno appeso al collo e la classica borraccia.

Tutto il tragitto di 1300 km a piedi passo dopo passo. Solo una decina di chilometri trasportato su un carretto pieno di paglia pagato con lo scarico. Lo Stretto di Messina attraversato, per bontà di un pescatore calabrese, su una barchetta a remi.

Lui remava e l'altro pescava. Milazzo-Lipari fu il salto per la casa. Un peschereccio preso al volo con doppio salto dopo, il mollate le cime, perché stracarico e non voleva imbarcare…

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