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La rivista racconta la storia del progetto realizzato dallo Studio Mangano Architettura per una famiglia del Lussemburgo tanto innamorata delle nostre isole da volervi stabilire una propria dimora.

All’interno dell’articolo spunti, cenni e accenni sulla materia dell'abitare, raccontati dallo stesso Gianluigi Mangano, progettista e architetto d’interni che ha ideato e realizzato una casa moderna ma rispettosa della migliore tradizione eoliana, un progetto in cui passato e presente si incontrano, dialogano e crescono.

«Per me le più belle case del mondo guardano mari come questo, dal Marocco alla Turchia, dall'Egitto alla Liguria, e mi piace immaginare che tutto possa viaggiare contaminarsi e ritornare a casa diverso» dice nella sua intervista a proposito della casa mediterranea e della sua architettura.

A Salina una villa eoliana dove l’estate non finisce mai (o quasi)

A Salina una villa eoliana diventa il luogo dell’estate senza fine di un famoso pasticciere del Lussemburgo e della sua famiglia.
terrazza vista mare casa salina

Salina una villa eoliana diventa il luogo dell’estate senza fine di un famoso pasticciere del Lussemburgo e della sua famiglia, complice uno di quei colpi di fulmine che capitano poche volte in una vita. Perché a Salina non si arriva per caso, se non per mare. Ci vuole una certa motivazione, se non si vive in Sicilia, a raggiungere le Eolie, soprattutto fuori stagione. Ma è navigando che il direttore di una delle realtà pasticciere più importanti del Lussemburgo, ormai giunta alla terza generazione, ha scoperto la scogliera di Capofaro a Salina e il grappolo di case eoliane poco sopra, tra le quali ha individuato quella che sarebbe stata la sua, immersa in un uliveto. Una casa in origine poverissima e, nella ristrutturazione a opera dell'architetto d’interni Gianluigi Mangano, rimasta inalterata nella sua essenzialità: «Un tempo, in case come questa, al massimo potevi trovare qualche mensola di legno, un tavolo, qualche sedia e materassi sul pavimento dove rifugiarsi la sera a dormire. Poi è arrivato il turismo e le case eoliane sono diventate ville. Ma io ne rispetto l’animo rurale, evitando di riempirla di mobili e di oggetti», racconta Mangano.

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 Foto di Gianfranco Taranto

Imparare dal passato

A Salina questa villa è quindi il risultato di un’attenta e rispettosa ristrutturazione, non un’interpretazione con troppe licenze poetiche. Qualcosa che Mangano fa in modo del tutto naturale e con grande passione, forse perché è nato a distanza di un braccio di mare, a Lipari, forse perché è il mestiere che ha imparato da suo padre. «Quando ho incontrato per la prima volta i proprietari mi sono presentato già con una bozza di progetto. Loro non l’hanno presa benissimo, erano un po’ sospettosi… Ma poi ha vinto l’entusiasmo: ci siamo ritrovati un mese dopo e avevo già contattato tutti gli artigiani locali». Nella solida e piena muratura originale tipica del Mediterraneo, Mangano ha ricavato vani, nicchie e ripostigli dove stivare oggetti, evitando, per esempio, di dover dotare la cucina di pensili. Gli spigoli tondi della muratura e le curve che insistono in tutti gli ambienti della casa, scale esterne incluse, sono frutto di un’attualizzazione del metodo antico di costruzione delle case eoliane: «Calce e pietrame erano disposti a mano e senza ausilio di piombo o tavole per rettificare l’opera», spiega l’interior designer. «Io uso questo metodo ancora oggi anche se la tecnologia costruttiva non lo richiede.

Sapete che cos’è un cufularu? Qui c’è
In ogni cucina eoliana del passato c’era il "cufularu", ovvero il focolare a legna, in uso fino al dopoguerra e oltre. La cucina era la stanza più vissuta della casa, anche perché, grazie al cufularu, era sempre riscaldata. Qui si mangiava, si produceva, ci si riposava e i vecchi, accanto al focolare, raccontavano storie d’altri tempi. È pensando a questa eredità che Mangano ha messo mano alla cucina, utilizzando suggestioni antiche.

« In modo particolare ho copiato l’alzatina dove un tempo si metteva la legna a bruciare, che oggi è diventata un poggia oggetti vicino al piano cottura a induzione bianco. Ho dotato la cucina di un ripostiglio/dispensa per gli alimenti e di un altro per gli utensili». In questa stanza l’isola centrale è rivestita di piastrelle dipinte a mano (di Elsalina Ceramiche), un elemento che dà un tocco allegro ma che nell’antichità era appannaggio dei ricchi. I cassettoni e le porte in legno sono di rovere rustico, mente le travi di recupero sono in castagno, di cui un tempo le Eolie erano ricchissime.

A Salina, e in tutte le Eolie, sono fortunati: salvo qualche settimana, l’estate non finisce mai veramente e si può tranquillamente vivere nello stesso modo fuori e dentro casa. Per questo questa villa a Capofaro ha un living esterno, con vista sul mare e sull'arcipelago, barbecue e una pergola per proteggere dal sole nei mesi più caldi. «In origine le pergole erano coperte con le foglie di una vite, e lasciavano filtrare i raggi del sole, creando bellissimi disegni d'ombra. Oggi, però, sono state sostituite, come qui, con i cannicciati. Più gestibili, ma sicuramente un po' meno affascinanti», racconta Mangano. La modifica non toglie nulla alla bellezza della casa. «Per me le più belle case del mondo guardano mari come questo, dal Marocco alla Turchia, dall'Egitto alla Liguria, e mi piace immaginare che tutto possa viaggiare contaminarsi e ritornare a casa diverso».

 Link: leggi l'articolo e l'intervista

https://www.ad-italia.it/article/salina-villa-eoliana-vista-mare-terrazza/

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