di Anna Maria Boniello
Oltre un milione di euro sono entrati nelle casse dei due Comuni isolani a seguito del varo della tassa di sbarco istituita con il decreto legislativo 23 del 2011 su proposta dell’Ancim, l’associazione che riunisce le isole minori che varò un regolamento che con il ticket di sbarco abolì l’imposta di soggiorno fino a un massimo di 1,50 euro. Un importo che sarebbe stato aggiunto al prezzo del biglietto da parte delle compagnie di navigazione e di altre società che effettuano servizio di trasporto passeggeri. Il regolamento del Comune di Capri e del Comune di Anacapri fu inviato al Ministero dell’economia e delle finanze che impugnò mediante un ricorso al Tar della Campania la normativa varata dai Comuni isolani chiedendo l’annullamento della norma che prevedeva di far pagare l’imposta anche ai passeggeri che raggiungevano Capri con mezzi non di linea, crociere, yacht e motonavi abilitate ad effettuare i collegamenti verso l’isola. Il ricorso che è stato accolto dal Tar ha esentato così dal pagamento del ticket migliaia e migliaia di passeggeri, in gran parte crocieristi o turisti che arrivano dalle località limitrofe, Positano, Amalfi, Ischia, Procida, con motonavi di piccolo cabotaggio, ed anche quelli che sbarcano da superyacht o che atterrano con l’elicottero. Quello che è parsa una palese disparità di trattamento è stata sollevata dal gruppo di opposizione nel consiglio comunale “Avanti Capri” che ha fatto inserire l’argomento all’ordine del giorno della seduta che si è tenuta ieri, raggiungendo un’unanimità di intenti con l’amministrazione comunale che ha fatto integrare alcune sue proposte e ha stabilito di presentare ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’annullamento della sentenza del Tar. “La sentenza – ha spiegato il relatore in consiglio comunale Salvatore Ciuccio – è una palese violazione dei principi costituzionali, una disparità di trattamento dei diritti dei passeggero. Il lavoro di studio e di collaborazione con l’Ancim – aggiunge il consigliere Ciuccio – portò alla stesura di un regolamento che prevedeva di applicare l’imposta ai passeggeri che sbarcano sulle isole minori utilizzando vettori che forniscono sia collegamenti di linea o aeronavali sia trasporti di persone a fini commerciali”. La modifica normativa è stata approvata dalla commissione bilancio del Senato e oggi è in corso di esame presso la commissione bilancio della Camera. La sentenza del Tar, così come pronunciata, rischia di provocare gravi danni economici e di ripercuotersi sui bilanci dei Comuni che perderanno una gran parte degli introiti che deriva proprio dall’imposta di sbarco. Una proposta risolutoria è arrivata dall’amministrazione comunale. Il consigliere delegato al turismo Antonio Esposito nella sua dichiarazione ha sottolineato che “nel caso di Capri, Anacapri, Giglio e Capraia si potrebbe fare un verbale di conciliazione nel quale le parti dichiarano che essendo stato presentato l’emendamento, già approvato dal Senato, teso a far chiarezza, si superano anche i motivi del ricorso. Un atto che dimostra la chiara volontà del Governo di approvare il testo che rispecchia totalmente le argomentazioni dei Comuni esposte nelle loro memorie difensive”. Il consigliere Esposito ha chiesto quindi al Ministero delle finanze di non procedere all’attuazione della sentenza del Tar mantenendo in essere il regolamento vigente. L’argomento tassa di sbarco con conseguente approvazione di un unico ricorso, firmato dai sindaci di Capri ed Anacapri Gianni De Martino e Franco Cerrotta, sarà anche oggetto della seduta di consiglio comunale di Anacapri del 26 novembre.