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Intervistato dal Tg1, il direttore della sezione di Palermo dell’INGV, Antonio Paonita, ci descrive quanto accade a Panarea, la più piccola e selvaggia delle isole Eolie.
 
A pochi passi dalla terra ferma esiste, infatti, un luogo che produce emissioni gassose a bassa profondità, meta di turisti curiosi e studiosi di svariate discipline. Queste colonne di bolle raccontano a chiunque si avvicini che Panarea è un vulcano ancora attivo. Colonne di gas, composte principalmente di anidride carbonica e zolfo (causa principale di quell’odore fastidioso), creano un paesaggio fiabesco, tra luoghi innevati che contrastano con il colore scuro delle rocce vulcaniche.
 
L’INGV da anni e con strumentazioni all’avanguardia, effettua un monitoraggio di quest’area che per la sua eccezionalità rappresenta, come spiega il dr Paonita, un laboratorio naturale unico al mondo. Prima di tutto per l’accessibilità: fenomeni simili si trovano a tremila metri nell’oceano Atlantico, ma anche perché rappresenta un sistema incomparabile per valutare i cambiamenti climatici.

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