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Morta la Regina Elisabetta: il tweet ufficiale della famiglia reale

Il ricordo del Notiziario quando il 1° maggio 1961 sbarcò a Vulcano  

Il primo maggio del 1961 sbarcò, a Vulcano, la regina Elisabetta. Sorrise a tutti in modo dolce e simpatico. Quel sorriso regale e reale rimase immortalato nelle foto che Nello Raffaele scattò per la storia turistica eoliana. Una regina a Vulcano. Il sogno dell'isola per consacrarsi regina del turismo. Santo Vinciguerra mise in mano alla regina Elisabetta ed al principe consorte un’anfora e un marranzano come ricordo della visita. Lei provò ad imitare il suono del marranzano con 2 parole: grazie tantu. Una in italiano e una in siciliano. Una grande Regina abituata al regno delle isole e sicuramente nel suo viaggio celeste passerà ancora sopra Vulcano con il suo amico a 4 zampe che chiamò Vulcano. Insieme ascolteranno l'angelo col marranzano. Grazie tantu per la visita signora regina Elisabetta.

Dal Notiziario Eolie del 10 maggio 2011

Eolie&Amarcord. Maggio 1961, la Regina Elisabetta II d’Inghilterra e il principe Filippo di Edinburgo visitano l’isola di Vulcano

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di Emanuele Carnevale

Lipari – I Reali d’Inghilterra hanno avuto sempre le Eolie nel “cuore”.
Non solo il principe Carlo e Lady Diana o Kate e William, ma anche la Regina Elisabetta II, già nel 1961 scopri’ l’Arcipelago Eoliano. In particolare l’isola di Vulcano.

Grazie all’archivio del “Centro Studi Eoliano”, vi riproponiamo un articolo scritto da Emanuele Carnevale (avvocato) sullo “storico” “Notiziario delle isole Eolie”, diretto da Salvatore Saltalamacchia (che coincidenza ed oggi a parlare di Kate e William a Panarea è “Il Notiziario delle Eolie online).

Le foto (e non poteva essere diversamente) sono dello “storico fotografo liparoto” Nello Raffaele.

Il 1′ maggio 1961 la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, accompagnata dal principe consorte Filippo di Edinburgo è giunta col “Britannia” a Vulcano. Visita assai gradita, quanto inaspettata. La giornata non era certo una di quelle della nostra primavera: imbronciato il cielo, agitato il mare, quà e là punteggiato da candide creste di spuma mentre il vento di ponente creava un sottile velo di sabbia che spesso mulinava sul cratere di Vulcanello e nelle piccole ferre dell’isola. Erano trascorse da poco le 10 quando un veloce motoscafo si staccò dalla nave reale e con rapida manovra si attraccò al molo di Levante.

Ne sbarcarono i sovrani accompagnati da un piccolo seguito, accolti festosamente da un gruppo di turisti e dai pochi isolani che sostavano sulla banchina. Visita al faraglione di Levante e poi alle “fumarole”, dove il mare dall’azzurro piu’ turchino degrada verso il giallo zolfo passando dal verde smeraldo. Elisabetta, vestita con semplicità, appariva sorridente e guardava interessata la bellezza primitiva dell’isola, lei che pur di meraviglie d’ogni genere, nel girare il mondo, aveva visto e ammirato.

Nell’andare il piccolo gruppo seguiva un itinerario già percorso l’anno scorso da una comitiva di nobili inglesi che per un pò avevano soggiornato nell’isola del sole. Sulla soglia del grande albergo “Les Sables Noirs”, la proprietaria, Marchesa Mirta di Campolattaro, attendeva gli illustri ospiti. Dopo la visita dell’albergo i sovrani guidati dal direttore dell’hotel, si sono soffermati sulla grande terrazza per ammirare il ponente dell’isola di Salina, per quanto la foschia ne velasse la vivacità e la bellezza dei colori veramente unici che fanno di questa terra l’attrazione di turisti di ogni paese.

Allegra la colazione consumata nella grande sala da pranzo, armonizzata tra l’antico e il moderno, tra i tavoli di canna di Malacca e le sedie fiorentine cinquecentesche, unitamente ai turisti ivi presenti. E’ stato servito: spaghetti alla matriciana, cannelloni alla palermitana, pollo con prosciutto, melenzane alla parmigiana, cassata alla siciliana, malvasia di Lipari e vino dell’Etna. Gli ospiti hanno fatto onore alla tavola e la spigliata conversazione l’ha resa lontana da ogni protocollo e con soddisfazione dei protagonisti e dei fortunati commensali, che certamente il giorno avanti non avrebbero immaginato di poter partecipare al desco di una regina.

Il direttore dell’albergo ha offerto alla sovrana un’anfora romana da lui stesso pescata nelle acque di Filicudi, mentre al principe Filippo veniva offerto uno strumento locale, il “marranzano” che poggiato alle labbra trae suoni melodiosi che sanno di pastorali e languide serenate campestri. Alle 16,30 i sovrani lasciavano l’isola e s’imbarcavano sul “Britannia” per partire alla volta di Napoli.

Due immagini ci restano ora dopo il non lungo tempo dalla partenza della regina, distaccate l’un dall’altra: quella di Elisabetta, signora coronata, vista piu’ volte in fotografie e in televisione, e quella di una giovane donna, semplice, sorridente, vista in realtà, felice di aver vissuto un giorno libera da etichette e da norme che regolano il rango sovrano, in una terra che è nata e vive per far sognare e dare la serenità che solo la natura piu’ bella può concedere.

L'intervento

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di Lino Donato

Caro Bartolino, mi piace precisare che l'anonimo Direttore dell'Hotel Sabbie Nere menzionato nell'articolo di oggi, altri non era che Santo Vinciguerra, mio grande maestro e di tanti altri, consorte della Marchesa Di Campolattaro, comproprietario dell'hotel e gestore dei famosi Pagghiari.

Anche lui di nobile lignaggio, fu educato in Svizzera, grande, con pochi altri, promotore del turismo a Vulcano che con carisma, naturalezza, modestia e praticità diede il via alle stagioni più belle ed interessanti, già da quando Vulcano era conosciuta solo dai cacciatori di conigli che alloggiavano da Don Cesarino Giuffrè oggi Mari Del Sud.

Sai bene che io ho respirato quell'aria fino al 1986, prima di acquisire,fino al 2003 il non meno glorioso H/Arcipelago.

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