A malincuore comunichiamo a tutti la presenza di una sola persona, nonostante i vari commenti positivi sotto i nostri post da parte di coloro che ci sostengono e che credono nelle nostre iniziative e nei nostri progetti.
In quanto ragazzi che crediamo fermamente in ciò che proponiamo e che portiamo avanti, chiediamo cortesemente a chi si cela dietro la tastiera solo per sollevare svariate critiche, a parer nostro infondate, di rendersi parte attiva e con buoni propositi.
Caro Bartolino,
mi ha fatto molto male leggere questo messaggio che dimostra tutta l'inerzia, come l'indifferenza, del governo, istituzioni, Centro Studi, Museo, Scuola, Servizi Sociali, etc.. Che vergogna!. :
"A malincuore comunichiamo a tutti la presenza di una sola persona, nonostante i vari commenti positivi sotto i nostri post da parte di coloro che ci sostengono e che credono nelle nostre iniziative e nei nostri progetti.
Non mollate, cari amici, continuate nella vostra bella attività che vi onora. Raddoppiate le attività.
Attività che onora il Direttore del Notiziario delle Isole Eolie, e tutto il suo staff, lettori, commentatori ,i tanti semplici cittadini che scrivono, promuovono, criticano, segnalano.. rendono vivo il tessuto sociale delle vostre isole, segnalando problemi, bisogni , paure, che sono le stesse di tutti noi.
Go ahead !
Caro Direttore,
leggo dal tuo prezioso Notiziario, che domenica 10 Ottobre 2021 alle ore 11 il gruppo Giovani Eoliani incontrerà la frazione di Acquacalda, a pochi chilometri da Lipari, per parlare dei problemi che da anni affliggono la comunità stessa.
Invitiamo gli stessi abitanti a partecipare per un confronto utile e produttivo."
Ottima iniziativa! Auguro ai " Giovani Eoliani", alle loro famiglie, nonni e nipoti, ai turisti, a tutti i viaggiatori che cercano il "bello" magari " l'unico"...lo " straordinario"....di andare tutti insieme ad Acquacalda.
Un bel nome che rievoca un delizioso senso di " benessere", ma non c'è pace ad Acquacalda, esposta a tutti i venti, alle forti mareggiate. Un destino infame. Una storia assai tormentata. Selvaggia la costa. Come raggiungerla se mancano le strade? Se si devono fare chilometri per arrivare e tanta fatica?
Sono gli uomini che l'hanno prima "goduta", poi abbandonata. Acquacalda meritava diverso destino. Si era attorno al 1890 quando inizia lo sviluppo urbanistico del piccolo borgo, grazie alla lavorazione della pomice.
Scrive Malaparte: " Ci recammo a Canneto, dove son le miniere di pomice, e raccolto un enorme blocco di quella porosa e leggera pietra che all’aspetto sembrava un blocco di granito di una decina di tonnellate, ma che in realtà pesava appena un paio di chili, lo sollevai sulla mia testa con ambe le braccia sorridendo. Il fotografo fece scattare l’obbiettivo, e così fui ritratto in quell’atteggiamento atletico. I giornali italiani pubblicarono la fotografia, e mia madre mi scrisse: “Sono felice di vedere che stai bene, e che sei diventato forte come un Ercole”».
Errore gravissimo non aver capito l'importanza della pomice. Nella pomice ci sono : titanio, alluminio, ferro, manganese. Gi ingegneri romani sapevano come trattare la pomice che mescolata con la calce idrata si ottiene un calcestruzzo estremamente resistente. Quello di cui dovremmo fare oggi. Invece i nostri ponti, malfatti, crollano.Le nostre autostrade e raccordi sono assai pericolosi. I nostri edifici prendono fuoco.
Tutto quello che oggi costruiamo non dura. " Costa troppo" dicono gli esperti. Coloro che controllano i " costi". Invece, grazie ai Romani, era importante fare bene, costruire bene. Oggi siamo ricchi perchè camminiamo lungo le loro strade, attraversiamo i loro ponti, ci serviamo dei loro acquedotti, godiamo del Colosseo, delle Arene in tutta Europa,dei moli dei nostri porti, dei massimi edifici, e luoghi di culto. Tutta dell'Europa e non solo, è impregnata dalla cultura di Roma. Della loro capacità e saggezza nel "costruire".
A Lipari, per sapere valorizzare la pomice era necessario capire come si muoveva il mercato. Il mercato dell'elettronica era in divenire. Era il futuro. Bisognava rischiare. Intuire quali fossero le nuove applicazioni. Quali mercati erano promettenti e quali invece erano meno. Ma non si è fatto nulla. A quei tempi si scriveva con la penna d'oca. Ci voleva cultura industriale, manageriale. Innovazione. Oggi c'è di tutto, dal PC a Whatsapp. Si vive in un altro mondo. In un secondo si mandano documenti a Sidney, e si ricevono dalla Terra del Fuoco. Chi studia ed innova ha un fururo. Acquacalda oggi significa contrasti e beghe. Interessi nascosti, storie mai chiarite. Caos amministrativo di diritti e contrasti su terreni demaniali, borbonici, vescovili, comunali, mai sanati. Confusi dati catastali. Poteri occulti. Silenziosi accaparramenti. Una classe dirigente quella di Lipari, che rimane statica. Che ruota su se stessa. Senza futuro. Casse di documenti ingialliti, slabbrati, ammuffiti, che non " parlano". Si tace. Silenzio tombale.
Occorreva a Lipari maggiore flessibilità, intuito, maggiori sostegni finanziari, sicurezza, crescita, innovative politiche di sviluppo. E' mancato tutto.
Nel 1961, oltre quarant’anni dopo il giornalista Francesco Rosso descrivendo la situazione delle cave scrive:
L’intero versante settentrionale dell’isola di Lipari è una immensa cava di pomice, parte a cielo aperto e parte solcata da centinaia di anguste gallerie. Vi lavorano un migliaio di operai. Nelle giornate ventose, una compatta nuvola bianca di polvere insidiosa avvolge il fianco del monte. Gli operai devono lasciare il lavoro: una giornata senza salario nel ristretto bilancio di un anno di fatica mal ripagato. Nei mesi estivi, quando il sole saetta implacabile, lavorare lassù è pauroso. La roccia libera un calore intollerabile, la polvere cocente soffoca, la sete tortura e i meno forti cedono. Un capogiro, uno sforzo maldestro per muovere sulla liscia parete le gambe impiombate di stanchezza, e la voragine si spalanca sotto gli ignari, che – storditi dall’insolazione – hanno già perduto conoscenza ancor prima di iniziare il volo di trecento metri verso l’abisso d’ombra…
Oggi tutto è fermo. Acquacalda tace. Soffre. Non si vive. Si aspetta. La montagna di pomice ci guarda. Restano chusi in casa i vecchi ed i cassa integrati. Non sanno come vivere. Sono abbandonati. Aiutiamo Acquacalda. Diamo loro una speranza.
Ps Con il magnifico ricordo di Acquacalda, estate 1984, tuffi senza fine dal pontile.
Ospiti della famiglia Toni a Quattropani, che ci hanno deliziato con le loro premurose attenzioni.
Sempre nei nostri cuori, con l'asinello mattiniero, ricco di deliziose provviste.
L'isola di Salina si poteva toccare con la mano.
Lipari, acqua a perdere a Marina Lunga VIDEO