Le persone spesso dicono di volere andare a vivere su di un’isola, di volersi rifarsi una vita sopra una manciata di terra circondata dal mare. Quanti lo fanno poi per davvero? Qualcuno sì. E Stromboli, nell’Arcipelago delle Eolie, la più settentrionale con una superficie di 12 chilometri quadrati, nei suoi due abitati, l’uno dallo stesso nome dell’isola, l’altro Ginostra — sul cono di Strombolicchio, in mezzo all’acqua, c’è soltanto il faro della Marina — sembra essere la meta prediletta di chi cerca una second life a stretto contatto con la natura, in cui non essere inglobato nel sistema, come si usa dire.
Non si tratta di una scelta comoda e sicura perché questo è un vulcano, non un’isola normale, per due terzi sott’acqua. Il terreno è lavico, ma di sicuro il paesaggio è suggestivo sia di giorno, con le case bianche che si stagliano sull’azzurro orizzonte su di uno sfondo nero come in una tragedia di Sofocle, sia di notte, con la scia che proietta nel cielo le sue spire di fuoco. Le ragioni che spingono a venire a vivere in mezzo al Mar Tirreno col rischio di essere travolti dalla lava sono diverse e personali, magari si scoprono meglio col trascorrere degli anni, però tutte hanno in comune quel senso di protezione e timore che incute il vulcano e in fondo sono un po’ la stessa cosa.
Stefania ha imparato cosa è la lava e adesso lo spiega a tutti
Stefania Bacherini, genovese, racconta di esservi approdata a diciannove anni per un lavoro stagionale in un albergo e di essersi chiesta mentre stava per attraccare cosa fosse il fumo che fuoriusciva dal vulcano. «Non sapevo niente, erano gli anni ’90, poi col trekking, sei ore tutti i giorni, ho capito che per assurdo quest’isola ti coccola, la sua natura dominante è come se apprezzasse il fatto che l’hai voluta, ti spaventa ma al tempo stesso non ti tradisce. Il mio pegno nei suoi confronti è Stromboli Adventures, l’agenzia per accompagnare i visitatori sino al cono, all’interno della quale ho ricavato uno spazio molto ampio per un Visitor Center in cui do informazioni gratuite su tutto quello che c’è da conoscere sulla sismologia locale. Si può scrutare su monitor e pannelli collegati coi centri più importanti di vulcanologia tutta la vita in tempo reale di Stromboli».
Davide e Monica si sono fatti la casa praticamente da soli
Davide Luini odiava l’isola. Il padre gli faceva sempre trascorrere qui le sue estati, a rappezzare la vecchia scuola del paese che era di sua proprietà. A diciotto anni fugge e parte per girare l’Europa ma poi torna e col trascorrere degli anni matura la convinzione di restarci anche se nel frattempo è diventato un bravo compositore musicale, anche per il cinema. «Era un rudere, adesso l’ho recuperata usando i materiali naturali locali, nelle antiche aule metto a disposizione gli spazi per laboratori di yoga, meditazione, teatro, sperimentazioni artistiche. Nel giardino è stato rappresentato anche il Sogno di una notte di mezza estate. Mi alzo prestissimo per dedicarmi alla permacultura, recupero l’acqua piovana, impiego pannelli fotovoltaici, insomma cerco di essere il più rispettoso e meno invasivo possibile. Mancano le relazioni musicali, però qui si compone egualmente ispirati e Roma non mi manca troppo». Monica Nuzzo invece è arrivata da Napoli 35 anni fa, un po’ per casualità, un po’ per bisogno di avere il mare tutto intorno, un po’ per amicizia. Poi però ha dovuto rimboccarsi le maniche e lasciare un po’ da parte la sua formazione intellettuale. «Ho scoperto qui di avere due mani, abili per coltivare la terra, lavorare il legno, mi sono persino costruita questa casa che ora condivido con chi voglia temporaneamente provare esperienze legate all’anima più profonda dell’isola. Esco a pesca coi locali. ho imparato la loro cucina. Ad anni alterni faccio la pedonale settimanale con Napoli, viaggiando di notte. Un vulcano come casa dice tutto su cosa si cerca e trova qui».
Francesco e Sara, l’amore trovato sull’isola
Lui, Francesco Imperiali, pirotecnico lo è in fondo sempre un po’ stato. Negli amori e nei lavori, sempre vissuti e svolti intensamente da Napoli sino alla Lombardia e al Lago di Garda, dove questo napoletano verace e vorace aveva trovato una seconda casa e le donne che gli hanno dato figli belli. Poi è arrivato a Stromboli dove ha incontrato Sara e tra un mese si sposeranno.«Sono cresciuto al Vomero, ho girato per venti anni, gestendo hotel, aprendo centri commerciali e sale bingo, poi il mio migliore amico mi chiese di gestire temporaneamente alcune sue proprietà sull’isola, denominate Le Case del Capitano. Io pensavo di ripartire subito dopo per l’India, Marsiglia, invece sono già trascorsi cinque anni. Non passa giorno senza che mi chieda perché sto qui: le spiagge sono sassose, si va a fondo subito, il mare è scuro, fa paura, e poi c’è lui, il vulcano che non sta mai cheto. La risposta è che qui senti di abitare in un posto appunto vivo. Lo vedi, lo avverti, sai che sei in sua balia. In pratica è come vivere sul cono dell’Etna. Certo, adesso che condivido tutto questo con Sara il legame con l’isola in cui ci siamo conosciuti e amati praticamente subito sarà sempre più stretto». La risposta al perché si viene a vivere qui è proprio questa: l’amore. Un sentimento che ha un mittente e destinatario sempre diverso, però ha in comune l’intensità e la fuggevolezza.
VIVERE A STROMBOLI
Isola del Mar Tirreno raccontata da Alexandre Dumas, Jules Verne, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Mario Soldati nella letteratura, Roberto Rossellini, Nanni Moretti al cinema, Stromboli in estate assiste sempre all’arrivo di molti vacanzieri dalla Campania e dal Lazio che hanno una casa di villeggiatura o ne affittano un’altra per i mesi caldi. I prezzi sono elevati in agosto, mentre in settembre e ottobre, quando i bagni sono ancora all’ordine del giorno, si possono trovare soluzioni più abbordabili. Il prezzo cambia se si decide di abitare qui in pianta stabile, acquistando una casa in stile eoliano. La struttura tipica è quella cubica o a parallelepipedo in pietra e calce, con tante porte e finestre per farla spesso arieggiare. Caratteristici sono il baglio, ovvero la terrazza larga come la casa stessa, i bisola, consistenti in muretti in pietra con funzione di seduta, e le colonne cilindriche denominate pulèra. Sul mercato immobiliare possono costare anche mezzo milione di euro.(corsera.it)
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