di Monica Blasi
"Fusion" è stata recuperata il mese scorso dalla motovedetta dei carabinieri di Messina in grave difficoltà perché completamente avvolta in un sacco di plastica che le strozzava la pinna anteriore sinistra. L'esemplare è stato prontamente consegnato al personale di Filicudi Wildlife Conservation, Pronto Soccorso Tartarughe Marine Isole Eolie che impossibilitato a trasferire l'esemplare presso il centro di Filicudi per effettuare le operazioni di primo soccorso ha curato l'esemplare a Lipari, prima presso l' hotel Carasco, e poi a Marina Corta in locali forniti per l'emergenza dal comune di Lipari, con l'appoggio della Lega navale.
A seguito delle opportune indagini radiografiche e cliniche è stato constatato che la pinna di "Fusion" era in necrosi e che era in corso una grave infezione. Se la pinna non fosse stata amputata l'esemplare sarebbe morto. Fortunatamente la scorsa settimana "Fusion" ha effettuato l'intervento presso il centro di recupero di Portici, centro specialuzzato per questo tipo di interventi, dove ora sta effettuando cicli di laser terapia per la ricostituzione dei tessuti.
Durante il periodo invernale, presso il centro di Filicudi, sono state salvate e curate ben 9 tartarughe marine Caretta caretta. Un numero elevato rispetto ad altre aree del Mediterraneo. Purtroppo il centro di Filicudi, a causa dei disagi invernali sull'isola ha molte difficoltà ad essere operativo in inverno, soprattutto per la carenza di volontari in loco, l'isolamento dei trasporti a causa del maltempo e la mancanza di servizi utili all'efficienza del centro stesso. L'associazione Filicudi Wildlife Conservation chiede da anni una sede a Lipari dove il trasporto degli esemplari tra le isole sarebbe agevolato e il primo soccorso operativo tutto l'anno con personale sempre a disposizione per le emergenze e le cure primarie.
Ci auguriamo che questo primo passo possa essere il trampolino di lancio per avere finalmente una sede per le nostre amate Tartarughe a Lipari ma soprattutto ci auguriamo che "Fusion" si rimetta presto e possa tornare finalmente libera nel nostro mare!
NOTIZIARIOEOLIE.IT
Purtroppo mentre nuotavamo nella zona dei faraglioni di Lipari ci siamo imbattute nella carcassa di una giovane Caretta caretta.
La corrente aveva portato sotto costa, insieme alla tartaruga, moltissime meduse e anche tantissima immondizia, principalmente plastica che si era concentrata tutta in un punto.
A seguito della necroscopia sull' esemplare non abbiamo riscontrato la presenza di ami e lenze ma diversi frammenti di plastica in stomaco e intestino.
Le condizioni della carcassa non erano tali da effettuare ulteriori valutazioni per stabilire le cause certe di morte.
Durante la nuotata abbiamo comunque recuperato diversi pezzi di plastica e liberato una decina di meduse e altri organismi marini intrappolati (anche loro meritano di essere salvate...)
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che si svolge anche oggi a Messina la prima rassegna ME-doc promossa dall’Associazione Italiana Sommelier Sicilia, dedicate alle eccellenze enologiche custodite tra i due mari dello Stretto: il Faro, il Mamertino e la Malvasia delle Lipari rappresentata da ben 7 produttori tra i quali Francesco Fenech di Malfa a cui è stato assegnato un premio speciale.
L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Città Metropolitana di Messina e fortemente sostenuto dal Sindaco Federico Basile, si tiene al Teatro Vittorio Emanuele, grazie anche alla disponibilità offerta dal suo Presidente Orazio Miloro.
La prima edizione di ME-doc si prefigge l’ambizioso obiettivo di accendere i riflettori su un territorio produttivo di incomparabile bellezza la cui viticoltura ha vissuto un rinnovato interesse solo a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, grazie all’impegno degli imprenditori locali e al supporto dei consorzi di tutela. Sarà una due giorni scandita da appuntamenti tematici e iniziative dedicate alla valorizzazione e promozione di questo vocato areale produttivo.
Il #bycatch non è solo lo scarto del pescato ma la cattura accidentale di specie marine che non sono il bersaglio diretto della #pesca, ma che sono molto spesso protette e minacciate.
Questo squalo capopiatto, Hexanchus griseus, è rimasto intrappolato in una rete da posta del tipo tramaglio, ma grazie alla campagna informativa e alle azioni di conservazione che abbiamo attivato con i pescatori artigianali delle isole #Eolie nell'ambito del progetto #LifeDelfi è stato prontamente liberato, fortunatamente vivo, e rilasciato in mare!
Grazie per le foto al pescatore rispettoso e sensibile!
LA REAZIONE NEL WEB
Camilla Irine Mura Segnalo a tutti l'iniziativa dei Cittadini Europei #StopFinningEU per la salvaguardia degli squali. Votiamola tutti su www.stop-finning-eu.org/it per chiedere alla Commissione Europea di mettere al bando il commercio delle pinne di squalo (che al momento esporta per un totale di 3500 tonnellate annue). più info su StopFinning_italy
LO SQUALO CAPOPIATTO
Lo Squalo capopiatto appartiene al genere Hexanchus ed è il più grande squalo della famiglia, in quanto può raggiungere i 5.4 metri.
Molti dei membri di questa famiglia sono oggi estinti, mentre gli squali oggi esistenti più vicini geneticamente allo squalo capopiatto sono gli Scyliorhinidae, gli Squalidae, i Dalatiidae ed il Somniosus microcephalus, nonché le altre specie con 6 e 7 fessure branchiali. Si possono comunque trovare molte più specie somiglianti a questa tra i fossili che tra le specie viventi. Alcuni di queste specie estinte risalgono a 200milioni di anni fa, e l’Hexanchus griseus ha caratteristiche peculiari sia primitive che tipiche di squali più moderni.
Il colore del corpo varia dal rossastro al marrone fino al nero. Ha una linea laterale luminosa lungo i fianchi e sulle punte delle pinne. Sui fianchi ci sono anche dei punti più scuri. In genere il corpo appare pesante e potente e fusiforme, con la testa tozza, arrotondata e dei piccoli occhi. Mentre la pupilla è nera il resto dell’occhio è di un blu marino fluorescente.
Questi squali hanno sei paia di fessure branchiali molto allungate, mentre sappiamo che la maggior parte degli squali odierni ne ha 5. La bocca è ventrale con sei file di denti disposti a pettine e simili a lame. La pinna anale è più piccola di quella dorsale. Sono dotati di una sola di queste ultime, posta vicino alla pinna caudale. Le pinne pettorali sono allargate e con le punte arrotondate. Negli adulti le dimensioni possono diventare considerevoli, e variano in base al genere. Il maschio è infatti al massimo lungo tra i 309 ed i 330 cm, mentre la femmina è in media lunga tra i 350 ed i 420 cm. Si sono registrati comunque dei casi di lunghezza pari a 482 cm. La massa corporea più grande mai misurata è invece di 590 kg. La specie assomiglia a molti dei fossili di squalo del Triassico. Sono infatti più numerosi gli Hexanchus estinti che quelli ancora viventi.
LIPARI - Nel mare delle Eolie rinvenuto e salvato un piccolo squalo capopiatto che era finito “intrappolato” ina una rete da pesca. Lo ha liberato un pescatore isolano. “Questo squalo capopiatto, Hexanchus griseus – spiega Monica Blasi, biologa romana in servizio a Filicudi dove gestisce un 'mini ospedale per delfini e tartarughe' - è rimasto intrappolato in una rete da posta del tipo tramaglio, ma grazie alla campagna informativa e alle azioni di conservazione che abbiamo attivato con i pescatori artigianali delle isole Eolie nell'ambito del progetto “LifeDelfi” è stato prontamente liberato, fortunatamente vivo, e rilasciato in mare. Grazie al pescatore rispettoso e sensibile”.
Lo Squalo capopiatto appartiene al genere Hexanchus ed è il più grande squalo della famiglia, in quanto può raggiungere i 5.4 metri. Il colore del corpo varia dal rossastro al marrone fino al nero. Ha una linea laterale luminosa lungo i fianchi e sulle punte delle pinne. Sui fianchi ci sono anche dei punti più scuri. In genere il corpo appare pesante e potente e fusiforme, con la testa tozza, arrotondata e dei piccoli occhi. Mentre la pupilla è nera il resto dell’occhio è di un blu marino fluorescente. La bocca è ventrale con sei file di denti disposti a pettine e simili a lame. La pinna anale è più piccola di quella dorsale. Sono dotati di una sola di queste ultime, posta vicino alla pinna caudale. Le pinne pettorali sono allargate e con le punte arrotondate.(ANSA)