Dimenticare Mykonos; quest’anno il frocismo senza limitismo ha inondato Stromboli, presa d’assalto in agosto da legioni di gay chic arrivate in aliscafo da Napoli. Pochi yacht, non pervenuti Dolce e Gabbana né Re Giorgio Armani forse per paura delle colate laviche o della Finanza. Invece tanti vetrinisti e architetti milanesi e francesi (oltre a una romanella sempre più gaia) che hanno assurto l’isola di Roberto Rossellini a meta prediletta seppellendo i polverosi intellettual-chic (vedi alla voce Ravera) che si sono rinchiusi nei dammusi meditando indignati trasferimenti a Ginostra. Reuccio dell’isola anche quest’anno è Martin Hatebur, sulfureo riccone elvetico del giro dell’arte contemporanea, soprannominato a Stromboli mr. Burns per la somiglianza col vecchietto dei Simpsons. Tra le altre cose, è presidente della Kunsthalle di Basilea. Nella sua casa Falk (una delle più belle dell’isola, affacciata sul mare di Piscità, cinta da muraglioni e ristrutturata in chiave minimalista) quest’anno però nessun artista: non c’era nemmeno la sua amica editrice Angelika Taschen (quella dei libroni d’arte); né la Nicoletta Fiorucci collezionista; come al solito invece è sbarcata la corte di Hatebur, formata da ventenni (e anche meno) italici e francesi, capitanati dal fiorentino Leonardo Bigazzi, tipo ape regina gaia, curatore d’arte contemporanea; e con conto aperto (dal nonnetto) in tutti i locali dell’isola. La corte dei miracoli di Hatebur però quest’anno è stata trovata un po’ borderline: già l’anno scorso con la kermesse “Volcano Extravaganza” di Nicoletta Fiorucci, con tanto di artista trans, aveva fatto storcere il naso a molti; quest’anno alla Tartana, night club tradizionale dell’isola, gli olgettini targati Basilea hanno occupato ogni sera il privé con fiumi di champagne e altre sostanze, e conseguenti avvinghiamenti e baci e carezze e bicchieri rotti che qualche turista non solo etero ha trovato eccessivi (e molti after hours sulla spiaggia, e il giorno dopo parecchi profilattici in giro…). Scafisti alla riscossa. Hatebur ha poi messo a dura prova i nervi dei locali anche in un’altra occasione, sbarcando da uno yacht targato Montecarlo d’una sessantina di metri fatto arrivare proprio fino alla spiaggia sotto casa, contro ogni regola, mentre la corte di bonazzi veniva prontamente trasbordata sul panfilo, e diversi turisti spaventati hanno inutilmente chiamato la capitaneria di bordo. (Intanto, tutti a alzare il ciglio per i barconi da Tropea che arrivano in giornata, carichi di calabresi panzoni, coi loro panini unti e bisunti, tipo scafisti con borsello). Tra i turisti eccellenti, avvistata Marina Abramovic. E il direttore di Rai 3 Andrea Vianello. E Anton Emilio Krogh, reuccio del pink power tra le due Sicilie, con gruppo di amici palestrati. La romana DJ Grace, ha invece tenuto all’Osservatorio sul vulcano un dj set molto esclusivo per pochi intimi saliti in fuoristrada. Manca solo il tricolore (francese). In edicola non c’è Le Figaro ma ormai il 90% dei turisti a Stromboli sono francesi, tra i venti e i quarant’anni. Molti parigini, innamorati delle Eolie, anche in quest’annata di eruzioni e erezioni (e molte meduse). Sull’isola anche Jean-Marc Barre, francesissimo protagonista di Nynphomaniac. E Eric Tallon, consigliere culturale e numero due dell’ambasciata di Francia a Roma, che ha presentato il romanzo (“Addio, monti”) di Michele Masneri nella libreria dell’isola, in un evento très chic per francesi e italiani anti-cafonal assetati di cultura anche in vacanza. Per il secondo anno di fila non si è presentato il presidente Giorgio Napolitano, segregato in Alto Adige e in partenza per Venezia. Anche quando un elicottero della aeronautica militare è stato visto volteggiare sull’eliporto di contrada Ficogrande gli entusiasmi sono stati delusi: era solo il numero uno della protezione civile, Franco Gabrielli, arrivato a inaugurare un centro vulcanologico. All’edicola di Ficogrande molta arrabbiatura per l’articolo di Roberto Napoletano sul Sole-24 ore del 17 agosto, in cui il direttore del quotidiano confindustriale descriveva l’isola come sporca e puzzolente, al contrario di Salina.