Dal primo orologio impermeabile ai moderni smartwatch
Ormai quando si compra un orologio si da quasi per scontato una caratteristica fondamentale: la resistenza all’acqua. Quasi tutti i dispositivi da polso infatti hanno oggi un determinato grado di impermeabilità che parte da 3 ATM per arrivare a 100 ATM nei veri e propri dispositivi subacquei.
Oggi è in grande crescita il mercato degli smartwatch, che hanno in parte sostituito i tradizionali orologi analogici. Le motivazioni sono da ricercare principalmente nelle funzioni che offrono questi dispositivi perché non si tratta semplicemente di avere a portata di polso l’ora esatta ma con essi si può monitorare valori della propria salute come battito cardiaco o la saturazione dell’ossigeno nel sangue o ancora si può tenere traccia dei propri allenamenti, essere sempre connessi grazie al collegamento con il proprio smartphone.
Le nuove tecnologie hanno poi permesso di aggiungere anche negli smartwatch la caratteristica della resistenza all’acqua per cercare di rispondere alle esigenze dei nuovi consumatori che passano da un orologio analogico ad uno smartwatch con la certezza dell’impermeabilità del primo. Quindi anche questi nuovi dispositivi indossabili presentano una determinata resistenza all’acqua certificata da un codice IP67. La prima cifra (scala da 1 a 6) indica la protezione contro l'intrusione (per esempio polvere), la seconda cifra (scala da 1 a 7) invece indica la protezione contro l'umidità. Trattandosi di apparecchiature elettroniche, c’è una maggiore sensibilità all'acqua, alla temperatura e ad altri fattori ambientali rispetto ad un orologio analogico e per questo gli standard sono differenti.
Questi nuovi smartwatch capaci di resistere all'acqua non interessano solo i nuotatori e gli appassionati di immersioni, ma anche coloro che praticano sport all’aperto e hanno paura ad indossare uno smartwatch perché magari un’improvvisa pioggia può rovinarlo.
Ma sapete qual è stato il primo orologio impermeabile della storia? Parliamo di uno dei più grandi brand del lusso di questo mercato: Rolex. Siamo agli inizi del ‘900 e il fondatore di Rolex, Hans Wilsdorf, capisce che bisogna aggiungere qualcosa agli orologi per dare loro un tocco di modernità. L’intuizione si rivela essere l’impermeabilità che la casa produttrice decide di introdurre per la prima volta nel 1926 con l’orologio Oyster (“ostrica”). Il nome non è stato scelto a caso perché il prodotto può essere accostato ad un’ostrica in quanto la cassa dell’orologio lo protegge da polvere e acqua così come il guscio del mollusco protegge l’ostrica.
Si rivela un’intuizione geniale per quel periodo oltre che per l’impermeabilità anche per la strategia di marketing adottata per pubblicizzarlo. L’occasione si presenta l’anno successivo, 1927, quando una giovane donna britannica di nome Mercedes Gleitze decide di provare ad attraversare tutta la Manica a nuoto. Wildorf decide di appoggiare la sua impresa facendole indossare il suo Oyster per tutta la traversata. Mercedes alla fine riesce a portare a termine la prova e dopo una nuotata in acque gelide di più di dieci ore il suo orologio risultava ancora funzionante.
E così la ragazza divenne la prima testimonial di Rolex come esempio di successo che incarnava le grandi qualità del nuovo orologio.