di Germano Scargiali
Il 6 novembre 2020 è la data “fatidica” in cui il bando di gara per la sua realizzazione è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Il sindaco “emerito” Virgilio Ciampi, ultra ottuagenario, che spese una vita istruendo febbrilmente la pratica, è riuscito a vedere questo giorno.
A portare a termine l’impresa – da definire titanica – è l’attuale sindaca Clara Rametta, imprenditrice turistica d’alto livello, donna di grande energia.
Val la pena ricordare che la Rametta possiede e gestisce un hotel a 5 stelle in loco e la figlia è stata la prima chef donna stellata d’Italia. Ha ospitato in albergo le troupe dei film (“Il Postino” e altri) che hanno, in anni recenti, rilanciato Salina, l’isola della malvasia e dei ‘cappereti’: un’esclusiva mondiale – quella del cappero coltivato – che divide solo con Pantelleria. Ospite frequente dell’hotel è l’attrice Maria Grazia Cucinotta, che da testimonial ha sostenuto la sindaca alle elezioni.
Il nuovo porto non sarà grande, ma sappiamo quanto sarà prezioso alle Eolie, laddove i fondali sprofondano in mare assieme alle pendici di vulcani ed ex-vulcani. Gli strapiombi che fendono l’azzurro sono tali da far soffrire il capogiro ai sub: è vero, non è una battuta.
La destinazione dichiarata del porticciolo è “turistica e da diporto” ma certo darà asilo alla piccola comunità di pescatori che da sempre tira le barche a secco nella spiaggetta di ghiaia – che resterà agibile – dietro il troncone di molo già esistente. Piccolo ma polifunzionale, il porticciolo sarà la panacea per gli yacht in transito, anche di grossa stazza, e ospiterà stabilmente barche e gommoni stanziali. La ditta vincitrice, che prenderà l’appalto, potrà disporre dei 19 milioni e 200.000 Euro destinati a completare il porto.
Il governo Musumeci, distintosi per l’attenzione nei confronti della portualità turistica e per le isole minori in genere, ha reso disponibile la cifra necessaria tanto attesa. Era il 1990 quando l’amministrazione cittadina conferì l’incarico a un professionista per redigere il progetto. Trent’anni sono un tempo infinito se si pensa alle opportunità andate perdute in materia di turismo.
Presto, dunque, lo Scalo di Cala Galera – appunto il porticciolo di Malfa – farà il paio a Salina con il porto turistico di Santa Marina, approdo per eccellenza di aliscafi, catamarani e traghetti, provenienti anche dalla Campania. Questi, a Cala Galera (da non confondere con l’omonimo porto toscano), fruiranno della testata del molo di sottoflutto.
L’opera è sostanzialmente una messa in sicurezza dello specchio acqueo esistente, che sarà ampliato e reso ospitale anche con mare grosso. Non poco: Lipari non si decide a realizzare qualcosa di nuovo da tempo immemorabile, strattonata da progetti anche megagalattici e, proprio per questo, bocciati non solo dai ‘sempre all’erta’ ambientalisti, ma anche dagli albergatori.
I lavori, a Malfa, erano stati sospesi nel 2011, neanche a dirlo per mancanza di fondi.
Il progetto, approvato e finanziato, prevede, oltre alla riqualifica e all’adeguamento delle opere foranee, banchine interne, uno scalo di alaggio e lo scavo di adeguati fondali.(nautica.it)