rnapoletanodi Roberto Napoletano

Ho davanti agli occhi una lunga lingua rossa di colata lavica che scende fino a mare. Parte dalla montagna conica di Stromboli, un impasto di tufi, scorie, lapilli e cenere, come una specie di braciere largo che assomiglia a una pista di sci illuminata di notte. Poi le "piste" si moltiplicano, si dividono, si assottigliano e diventano come i tizzoni del braciere, tanti piccoli sassi rossi che rotolano in acqua.

Una luna piena illumina lo spettacolo e si riverbera sulla stessa acqua, i due riflessi giallo argenteo della luna e quello rosso della colata lavica si proiettano e si affiancano sul mare placido quasi con la intensità dei colori di un Vesuvius di Andy Warhol, l'odore lieve del fumo si mescola con i sapori del mare, si impongono le luci di un tramonto unico al mondo. Questo incanto assoluto appartiene alla forza di un'isola che mette insieme monte e mare, un vulcano che ha ripreso a eruttare con garbo e un'acqua limpida. La sera dopo facciamo quattro passi in paese. Nel porticciolo un pescatore taglia le corde con i denti e infila centinaia di ami in un cesto nero, una paninoteca, bar pizzeria il Malandrino, folla accalcata di ogni età, rumore. Poi risaliamo tra stradine strette, un "fiume" di pezze bianche, ancora molte voci, un ciclista e qualche spintone, una farmacista gentile e una sensazione di sporco, in strada, che non ti abbandona mai. Arriviamo in cima e ci affacciamo su una terrazza mozzafiato, nella piazza principale del paese, rivediamo l'incanto del tramonto e viene voglia di sedersi a un tavolino del bar. Ci rinunciamo, il pavimento è un tappeto di carte e rimasugli, si levano odori maleodoranti. Gino, che non mi ha mai abbandonato in questa passeggiata, mi guarda, e dice: «Hanno l'oro in casa e lo buttano via, come può un paese che ha avuto così tanto dalla natura e da Dio distruggere tutto con le sue mani?». Purtroppo, ha ragione, e non ci resta che sperare di avere sbagliato serata. Riprendiamo la strada in discesa per tornare al porto, ripercorriamo lo stesso "fiume" di pezze bianche, ci fermiamo davanti al negozio più accorsato, mi rimane dentro una frase: «Dalle dieci a mezzanotte ho accolto non so quanta gente, ma ho venduto solo per 150 euro, poi dicono che qui non c'è la crisi, la verità è che non ci sono più soldi». Verità amara, anche questa.

Ho trascorso qualche giorno alle Eolie e porto con me i mille colori del suo mare caldo, la bellezza delle cale, scogli, pietre e angoli di spiaggia, la rada di Panarea, le casette bianche e gialle di Salina, passeggiata Massimo Troisi che qui ha girato molte scene del suo ultimo capolavoro, Il Postino, un lungomare con le panchine di muratura e porcellana, cespugli rossi, oleandri, odore di gelsomino, il colpo d'occhio finalmente "rammendato" di un borgo di mare che conserva intatto i suoi sapori ma ti trasferisce un senso di ordine e pulizia, un corso tagliato da stradine illuminate che ti portano a mare dove gli angoli sono curati, porte e finestre aperte, un cartello scritto a mano dove si legge «NNI LAUSTA Cucina isolana ma orgogliosamente isolata da 20 anni». Mi è rimasta impressa la bellezza selvaggia di Filicudi, la festa della montagnola con la sua processione di luci, torce e telefonini accesi fino all'alba e una lunga coda umana che si dipana tra sentieri stretti e impervi, il faraglione della Canna e il biliardino di Villa La Rosa, le terrazze che si affacciano sul mare e vedono in lontananza la spiaggia di Pollara, quella del Postino, il molo di Pecorini. Soprattutto mi è rimasta dentro una festa di popolo, nel giorno di ferragosto, a metà del corso di Lipari tra quattro o cinque magnolie, sotto i balconcini, davanti al cafè La Precchia. Centinaia di uomini e donne di ogni età cantano e ballano fino a notte, in strada tra i tavolini, a volte sopra, con un repertorio che parte dagli anni Sessanta e arriva ai giorni nostri scelto dal cantante chitarrista. Ricordo, alcuni passaggi liberamente interpretati: «Centro di gravità permanente? Lipari»; «L'ombelico del mondo? Lipari» e così via. «Voci di Lipari, fatevi sentire?» esorta il cantante, ma non ce n'è bisogno: voci e corpi si muovono all'unisono, si canta e si balla in allegria. Dice: l'ultima, ma non è mai l'ultima, non può. Alla fine, mi avvicino, saluto, ringrazio e chiedo qualcosa di lui. Risponde: Francesco Megna, cantante dilettante, di Lipari. Tutto qui, forse è poco, a me è sembrato tanto.

L'OPINIONE.

di Bartolomeo Spinella

Dovrebbe far riflettere quanto scritto sul Sole 24ore. Far riflettere gli amministratori, i gestori degli esercizi pubblici e tutti i cittadini dell'Arcipelago eoliano. Quando ci si interroga del turismo che vogliamo, dovremmo non avere il prosciutto sugli occhi e capire che se noi Eoliani non rispettiamo il nostro ambiente, gli altri non ci rispetteranno. Non sappiamo dare l'esempio, crediamo che il pubblico non appartenga a ciascuno di noi. Manchiamo di educazione civica.
E poi ci chiediamo che turismo vogliamo...
Prima guardiamoci dentro.

di Felice D'Ambra

Turismo alle Eolie & Riflessioni.
Ieri lunedì 18 agosto sulle pagine del Notiziario Eolie online di Bartolino Leone, ho letto quanto riportato dall'autorevole giornalista Roberto Napoletano dell'Il Sole 24 ore. Sono rimasto alquanto perplesso delle indecenze delle altre Isole Eolie, esclusa l'Isola verde e della Malvasia la meravigliosa Salina, la cittadina più organizzata turisticamente. La notizia non mi ha colto di sorpresa, e poiché amo il mio paese natio,mi ha molto demoralizzato. Da quando ho iniziato a conoscere il Notiziario online di Bartolino Leone, e da quando ho iniziato a commentare, nei miei scritti ho sempre citato che nonostante io ami il mio paese, non ho mai gradito il modus vivendi dei concittadini e non solo. Ho sempre parlato della mia disapprovazione, adducendo che si dovrebbe cambiare il senso dell'educazione civica che con sorda indifferenza, non importa a nessuno. Ciò è la conseguenza, causata dalla possibilità per tutti di fare turismo, anche se non ho nulla in contrario, ma sarebbe anche giusto non dimenticare quelle che sono le norme istituzionali, che sono come il vivere quotidiano di ognuno. Ciò che maggiormente mi ha sempre colpito, è la lasciva indifferenza o meglio dire strafottenza nei confronti dei propri abitanti e di quei tanti visitatori che vengono a fare turismo a Lipari e alle altre Isole. La mancanza di una scuola alberghiera anche di una di livello superiore per Manager, sembra non interessare nessuno, visto lo scarso interesse, secondo me causato dalla "super" esperienza di una classe d'imprenditoria turistica polifunzionale a discapito di quei veri pochi seri imprenditori, che però sono coinvolti da quelli che più numerosi, hanno voce in capitolo e insieme fanno la legge del più forte. Metti poi l'indifferenza della grande politica del passato da quando sono iniziati declino turistico e abbandono del territorio, soprattutto cittadino. Secondo il mio parere non è incapacità ma, leggerezza oppure indifferenza o altro, giacché sono uomini intellettuali e capaci di vedere ciò che avviene dentro le mura cittadine e dintorni. Secondo me, si dovrebbe pensare ai problemi di ogni giorno che ai favoritismi, mentre l'anarchia è in continuo aumento e il mondo del turismo non va in vacanza, viene per turismo alle Eolie. Ed è a loro che va rivolto il pensiero di soddisfarli, poiché Le Isole vivono prevalentemente di turismo. Governare sei Isole distanti una dall'altra, certamente non è un compito facile, ma quando si fanno i programmi elettorali per le elezioni, i personaggi politici che si propongano, dovrebbero sapere a che cosa vanno incontro. Il guaio serio e che a Lipari manca il rispetto civico e delle istituzioni e quando più volte ho scritto che non si ama il proprio paese, non è una cattiveria, poiché lo vedo in diretta a proprio spese, anche se non faccio di tutta l'erba, un fascio, scusandomi per quelle persone per bene che a Lipari sono tantissime e il mio scritto non è rivolto a loro. Quanto ha scritto il giornalista sull'importantissimo quotidiano ad alta tiratura nazionale, è veramente pesante ma veritiero, anche se a essere sincero quanto è stato scritto, avviene ovunque nel resto del nostro Paese. E' a proposito proprio ieri 18 agosto e questo ci sta proprio a pennello, rientrando da Tortolì cittadina in Ogliastra al centro della costa Orientale sarda, diretto a Cagliari, come di consueto sono sempre sintonizzato su Radio Rai 1, Radio anch'io, presentata dal vecchio conduttore Giorgio Zanchini, che da giugno ha ripreso le redini della trasmissione che conduceva alcuni anni fa. Guarda caso la trasmissione era basata esclusivamente sulla Cultura italiana e Turismo in atto. Erano le 9.15 circa e quanto ho sentito è aberrante per il nostro paese che soltanto alcuni anni fa era turisticamente al primo posto e come niente, è balzata al sesto posto della classifica mondiale del turismo. L'Italia s'è fermata, anzi continua a regredire trascinando con sé, anche le povere Regioni soprattutto del meridione d'Italia, mentre quelli che si salvano sono veramente pochi mentre la Sicilia con sei milioni d'abitanti detiene l'11%, del turismo. Mentre l'85 per cento dei turisti che frequentano l'Italia non scendono da Roma in giù. Sarebbe necessario per il nostro paese, com'è stato detto, l'istituzione di un Ministero del Turismo che appartenga all'Industria e che assieme al Ministero della Cultura, valorizzasse tutto il paese, puntando su un turismo culturale. Sono state criticate dai cittadini alcuni siti del Lazio e tutto il Sud con la città di Napoli in testa, la costiera amalfitana, criticata in modo terrificante la Calabria, l'incompiuta autostrada Salerno Reggio Calabria e tutta la Calabria turistica e la nuova sede dei Bronzi di Riace procura poche visite l'anno. Criticata anche la piccola Basilicata, ma nell'insieme tutto il Sud è lambito dal degrado; dati preoccupanti di lamentele, alti prezzi e con servizi alberghieri catastrofici da Caporetto. Preoccupante anche la voce in diretta Rai di un operatore turistico di Trapani, di nome Andrea che lamenta l'abbandono del teatro e parco archeologico di Segesta a pochi chilometri da Calatafimi e del parco archeologico di Selinunte ricca e popolosa antica città greca sita sulla costa occidentale della Sicilia nel Comune di Castelvetrano, dove si trova l'Efebo di Selinunte. Andrea lamenta inoltre le chiusure di stazioni ferroviarie del territorio senza collegamento che lascerebbero isolate città ricche di siti archeologici di fama mondiale, siti Unesco e disservizi di collegamento dell'Aeroporto di Trapani Birgi Vincenzo Florio. Il Sindaco che comanda una città, come si è detto a Radio Anch'io, deve pensare alla bellezza della città, sia per i cittadini sia per i turisti sia per la stessa Amministrazione comunale che rispecchia lo Stato Italiano. E'intelligenza pensare al futuro, ma non ha senso se il presente è inqualificabile com'è nell'evidenza di tutti i giorni, quando si vive con l'incertezza dei trasporti e del quasi degrado cittadino. Le Eolie sono isole meravigliose, e per questo dovrebbero essere tutelate con regole più severe e non con l'indifferenza. Le allarmanti notizie del degrado della cultura e del turismo del territorio italiano sono tante e se voleste saperne di più, cliccate sul motore di ricerca google e cercate "Radio Rai /Radio anch'io 18.08.2014", per ascoltare l'importantissima trasmissione. Il cittadino di ogni paese si comporta come un primitivo e privo di buon senso, quando gli è consentito di farlo, e poiché non sussistono regole ben precise, sarebbe sufficiente un controllo anche notturno, onde evitare disturbo alla quiete pubblica e deprecabile immagine, anche istituzionale.

di Salvatore Leone

Cotta&Cruda. Alcuni lettori del Notiziario che leggono o sfogliano anche giornali economici sono convinti che se invece del direttore de "Il Sole 24 ORE" a Stromboli ci fosse stato il direttore di "Italia Oggi", questi avrebbe potuto scrivere:" Ho davanti agli occhi quel fumo che si alza dal mare e innalza possente verso Dio un vortice grazie anche al vento prodotto da Eolo. Lo Stromboli un braciere largo che trasforma a giorno i sentieri che scendono a mare. Tutti illuminati di rosso vivo. Che meraviglia questa montagna di fuoco. Stromboli un mondo genuino da scoprire con tutte quelle vie e sentieri battuti da qualche asino stanco, da una vecchia moto ape a benzina ed una nuova elettrica e cingolatini a pedalata assistita. Ritornato nella sede del mio giornale porto ancora nel cuore e nella mente le bellezze delle Eolie, la pace di Salina, la veracità di Filicudi ed Alicudi. Modelli per l'economia italiana. Renzi dovrebbe venire in queste isole per imparare come risparmiare. Invece le strade di Lipari, isola principe, sono invase di notte da masse di turisti e dalle musiche assordanti dei bar dove migliaia di uomini e donne senza vincoli d'età ballano e sballano per strada sopra e sotto i tavolini, con il gusto nel sangue di disturbare la quiete di chi a casa non riesce a dormire perchè non è piu' in grado di ballare. Vorrebbero solo passeggi, passeggini e passeggeri". Nel nostro ricamo giornalistico con scambio di direttori di testata, si desidera solo che ciascuno possa vivere le isole, nei giorni di agosto, proponendo lo stile della propria libera vacanza per libera scelta senza ore e senza orari. Ma con educazione e che ciascuno si porti dietro i propri comodi con i comodini contenenti i propri rifiuti morali e materiali. Le Eolie non scelgono, sono scelte da questi turisti mentre agli eoliani non resta che capire chi sono quelli che la vogliono cruda e quelli che la vogliono cotta. Cosi è solo al sangue.
Baciamo le mani

rando_filicud2.jpg