Con il determinante e determinato contributo della Senatrice Pamela Orru ed in collaborazione con l'ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) è stato apportato un emendamento al Decreto Legge in materia di "Esenzione IMU" con il quale si esentano tutti i proprietari delle aree agricole delle Isole Minori aderenti all'Associazione dal pagamento dell'IMU agricola.
Questo rappresenta, per le Isole Minori, un risultato molto importante perché viene dato il giusto riconoscimento e peso al fattore di fragilità e criticità di questi territori.
Anche il DPS, nella mappatura delle aree interne, ha riconosciuto questo gap catalogando le Isole Minori tra le aree ultraperiferiche. La stessa Costituzione al 5° comma dell'art. 119 prevede che per aree con particolari disagi nei servizi essenziali debbano essere oggetto di provvedimenti particolari e di perequazione mirata.
L'esenzione dell'IMU Agricola è sicuramente un segnale nella direzione di prevedere norme che facilitino lo sviluppo economico delle aree delle piccole isole.
E' in corso anche un'ottima collaborazione con l'Agenzia Nazionale per le Politiche Comunitarie per dare seguito al DUPIM (Documento Unico di Programmazione delle Isole del Mediterraneo).
Il suddetto documento, elaborato con il determinante contributo dei Comuni ma anche delle forze economiche locali, ha già individuato gli interventi pubblici e privati, questi ultimi da definire attraverso un bando pubblico comunale, che saranno realizzati con i fondi comunitari del 2014/2020.
E' iniziata anche la collaborazione con le Regioni -sedi di Isole Minori- per la condivisione programmatica e finanziaria.
I Comuni delle piccole isole, aderenti al GECT Archimed (strumento comunitario per la cooperazione economica territoriale della UE), intendono valorizzare questo strumento, particolarmente innovativo, per l'attuazione del Documento Unico di Programmazione delle Isole del Mediterraneo ad esso aderenti.
I Comuni dell'ANCIM ritengono che il GECT Archimed possa essere lo strumento più idoneo per snellire anche il percorso amministrativo che spesso è il maggiore ostacolo nell'attuazione dei programmi comunitari.
Dyaqua Art Studio, che dal 2012 collabora con l'Enea nelle operazioni di ottimizzazione e ingegnerizzazione del Fotovoltaico Invisibile, apre le candidature per la costituzione di una Società Cooperativa S.p.A. cui affidare la vendita esclusiva del cosiddetto Fotovoltaico invisibile in Italia e «invita gli installatori fotovoltaici italiani a candidarsi aspiranti Soci e riservare così una zona propria dove installare i primi moduli fotovoltaici indistinguibili dai tradizionali elementi architettonici.
Il Fotovoltaico invisibile è un brevetto europeo basato su un particolare processo produttivo che consente di produrre moduli fotovoltaici che vengono definiti ad «integrazione perfetta». Alla Dyaqua spiegano che «realizzati in forma di elemento architettonico i moduli riproducono qualsiasi oggetto edilizio e nascondono le celle in silicio sotto una speciale superficie, opaca in apparenza e trasparente solo ai raggi solari. Finora sono stati realizzati moduli in forma di coppo in cotto, pietre e legno; ma la grande versatilità dell'invenzione consentirà di ampliare la gamma con modelli sempre più adatti ai diversi stili architettonici. L'invenzione consente per la prima volta di installare impianti su tutti gli edifici, anche protetti da vincoli architettonici-paesaggistici, assicurandone la massima continuità estetica.
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A maggio a Capri è stato installato il primo prototipo di impianto formato da pietre fotovoltaiche: l'installazione, promossa da Enea e Marevivo, alimenta un impianto a LED e serve a raccogliere dati per verificarne l'efficienza ed è stata premiata al Concorso Internazionale di idee "L'energia solare per le isole minori Italiane" indetto da Marevivo, Centro di Ricerca Interdisciplinare Territorio, Edilizia, Restauro, Ambiente dell'Università di Roma La Sapienza, Enea, Gse ministeri di beni culturali e dell'ambiente.
La proposta di candidatura è rivolta soltanto agli installatori con sede in Italia e che operano nel fotovoltaico ha l'obiettivo di far nascere un rivenditore nazionale per il Fotovoltaico Invisibile al quale partecipino gli stessi professionisti di settore.
Per informazioni: www.dyaqua.it E-mail: info@dyaqua.it
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di Enzo De Luca
L'Autorità condivide e ritiene effettivamente perseguibile, nel medio termine, l'obiettivo di una riduzione dei costi del sistema elettrico per le isole minori non interconnesse. Tale obiettivo, tuttavia, a parere dell'Autorità richiede un intervento più incisivo, mirato ad un trattamento omogeneo di tutte le realtà isolane minori, sia quelle ammesse al regime di integrazione tariffaria previsto dall'articolo 7 della legge 9 gennaio 1991, n. 10 (le cosiddette imprese elettriche minori) sia quelle per le quali la sostenibilità economica della produzione dell'energia elettrica è garantita dall'essenzialità degli impianti in ragione della assenza di interconnessione con il sistema elettrico nazionale.
Il sistema delle integrazioni tariffarie, di cui all'art. 7 della legge n. 10/91, per le imprese elettriche minori riguarda 12 isole (con consumi annui non superiori, nei casi più rilevanti, a poche decine di GWh/anno, comunque ben al di sotto della soglia di 500 GWh/anno fissata dalle Direttive comunitarie per identificare i micro-sistemi isolati), e comporta oneri in bolletta pari a poco più di 60 milioni di euro, a fronte di una produzione complessiva oggetto di integrazione pari a circa 200 GWh. Tale integrazione, ai sensi della legge 10/91, copre gli scostamenti tra costi e ricavi effettivi relativi sia ai costi di distribuzione e misura che ai costi di produzione dell'energia elettrica nelle isole.
Diversamente, le restanti circa 10 isole non interconnesse, gestite da Enel Produzione, non partecipano a meccanismi di integrazione per la distribuzione e misura, mentre sono ammesse al regime di reintegrazione dei costi per l'attività di produzione, secondo quanto previsto dalla richiamata deliberazione 89/096. Gli impianti di Enel Produzione su reti non interconnesse sono caratterizzati da una produzione estremamente contenuta (in media, meno di 5 GWh/anno). L'onere conseguente alla reintegrazione dei costi dei predetti impianti è pari a circa 10 milioni di euro annui ed è integralmente coperto mediante i proventi derivanti dall'applicazione agli utenti in prelievo del corrispettivo a reintegrazione dei costi di generazione delle unità essenziali per la sicurezza del sistema elettrico. L'articolo 28 del decreto-legge 24 giugno 2014 n. 91, come attualmente formulato, non ha effetti su tali realtà.
L'Autorità ritiene che sia necessario perseguire la piena compatibilità del nuovo regime per tutte le isole minori con il quadro normativo comunitario e, dall'altro, l'attivazione di meccanismi di regolazione che inducano il recupero di efficienza e, di conseguenza, riducano l'onere sostenuto dal sistema per garantire il servizio elettrico in tali isole. In tale prospettiva, l'Autorità ritiene essenziale aborogare, a valere dall'1 gennaio 2015, l'articolo 7 della legge 10/91, in materia di integrazioni tariffarie alle imprese elettriche minori e disporre che l'Autorità, anche avvalendosi della Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico, definisca un meccanismo transitorio di integrazione, sostitutivo del meccanismo abrogato, che preveda forme di graduale recupero di efficienza da parte delle imprese elettriche minori in vista di una completa riforma. Tale riforma, da applicare a tutte le isole non interconnesse, ispirata a criteri di efficienza e finalizzata a indurre da una parte recuperi di efficienza produttiva nell'erogazione del servizio elettrico (anche tramite forme di concorrenza comparativa) e dall'altra incentivi la progressiva copertura del fabbisogno tramite fonti rinnovabili e l'efficienza energetica da parte dei gestori del servizio elettrico, come già previsto dall'articolo 1, comma 6-octies, del decreto legge 145/2013 (green islands). Inoltre, ai fini di una completa riforma della materia nel medio termine, l'Autorità propone che venga dato mandato al Governo di richiedere alla Commissione Europea l'ammissione alle deroghe di cui all'articolo 44 della Direttiva 2009/72/CE per tutti i microsistemi isolani non interconnessi, al fine di consentire, in tali realtà, la gestione del servizio elettrico da parte di imprese verticalmente integrate, in regime di regolazione completa del servizio, anche per le fasi di produzione e vendita.
Oltre a quanto sopra, l'Autorità ritiene inoltre prioritario che, a valle di approfondite analisi costi/benefici, il gestore del sistema di trasmissione (Terna S.p.A.) valuti la fattibilità e la convenienza economica a procedere all'interconnessione di tali reti alla rete di trasmissione nazionale per promuovere la coesione elettrica del Paese, e in caso positivo proceda ad inserire tali sviluppi nel proprio piano decennale, come avvenuto di recente per l'isola di Capri.