salentodi Giacomo Susca "Il Giornale"

Sarà anche vero che «la Puglia non è la California», per citare un fortunato saggio dell'ex presidente Enel Franco Tatò, ma di sicuro nel frammentato panorama delle vacanze italiche quasi quasi ci assomiglia. Dopo una prima metà di luglio un po' travagliata in cui il meteo ha fatto i capricci così come quasi in tutta Italia, questo weekend il ritorno del caldo ha ripopolato le spiagge nonostante il forte maestrale. Per accorgersene basta percorre verso Sud la statale 16 adriatica, già intasata dal traffico alle prime luci del mattino. E del resto dati «macro» parlano chiaro: il 2014 è partito con il turbo. Già dai primi quattro mesi dell'anno gli arrivi sono aumentati del 3 per cento, certifica l'Osservatorio Regionale sul turismo. La stagione estiva mostra trend a doppia cifra, facendo risultare la Puglia tra le destinazioni favorite. Alcuni tour operator registrano incrementi delle prenotazioni fino al 20% rispetto a un'estate fa. Ma bisognerà aspettare agosto, previsto sold out. Per quanto riguarda maggio e la prima decade di luglio, invece, federalberghi Puglia non è pienamente soddisfatta. «Fino al 20 luglio si è fatto fatica a lavorare - sottolinea il presidente Mimmo De Santis - Ma dipende però molto dalle zone». Intanto le premesse per il recupero ci sono. A far tiare un sospiro di sollievo e a scacciare lo spettro della crisi sono le notizie che arrivano dai tour operator .com tedeschi, francesi, cechi, belgi, giapponesi e soprattutto del Regno Unito. Con un patrimonio di 700 chilometri di coste balneabili, arte, cultura, food and wine (come dicono quelli che sanno vendersi con il marketing). Sono questi i motivi per cui la Puglia è diventata la Regione più riconosciuta dagli italiani quando si parla di pianificare le ferie (sondaggio Sigma Consulting), meglio della mitica Sardegna che da queste parti sembrava un modello irraggiungibile sono fino a pochi anni fa, della Sicilia, e pure della Versilia. Funziona da sempre il Gargano, così come il fascino dei trulli nella Valle d'Itria; la litoranea barese da Polignano a Mare in giù, passando per i lidi di Monopoli fino alle spiagge del brindisino (Torre Canne e Ostuni su tutte). Racconta Giuseppe Sardella, titolare del Lido Bambù-Centro surf Monopoli a Capitolo, sintetizzando il pensiero di parecchi suoi colleghi: «Abbiamo aperto il nostro stabilimento nel 2004. Negli ultimi quattro-cinque anni il turismo è aumentato in maniera esponenziale. Inglesi e tedeschi arrivano già a giugno, oppure vengono a chiudere la stagione a settembre; invece gli italiani come sempre preferiscono luglio ed agosto». Cosa manca per fare un ulteriore salto di qualità? «Non basta riempire lettini e ombrelloni, quello riesce a tutti - spiega Sardella - bisogna riuscire a conquistare i turisti con attività parallele, dagli sport acquatici alla ristorazione. Soprattutto se si considera il fatto che gli italiani, quando sono al mare, crisi o non crisi, tendono a fare economia su tutto il resto. E poi servirebbe maggiore coordinamento tra noi imprenditori balneari, fare più gruppo...». Intanto quando chiedi a un milanese dove trascorrerà le vacanze in Puglia in nove casi su dieci ti risponde: in Salento. O «Salentoshire», visto che gli anglosassoni un tempo cercavano sole e relax nel Chianti, per dire, e da un po' invece hanno preso a ristrutturare antiche masserie e torri fortificate nelle campagne leccesi. E chi li ha visti se li ricorda bene: «Arrivano con le valigie piene di contanti». Il quadrato semiotico delle vacanze, che sta spopolando sui social network, colloca il Salento al centro della scena, equidistante dalla destra e dalla sinistra, dall'essere luogo di massa a buen retiro elitario. Frikkettoni, snob, radical chic e truzzi, infatti, li trovi fianco a fianco sulle sdraio di Porto Cesareo. Sarà pure un esercizio di stile virale, ma nasconde qualcosa di vero. Gallipoli ha messo la freccia e sta per superare Rimini e Riccione. Protagonista di un turismo a trazione giovanile che ha trovato nella movida gallipolina un paradiso paragonabile a quello delle isole Cicladi in Grecia o addirittura di Ibiza. Non senza disagi per i residenti o problemi di ordine pubblico. Dopo i casi di violenza sessuale, ai danni di due turiste lo scorso ferragosto, il sindaco Francesco Errico in accordo con la prefettura ha confermato una serie di divieti per limitare abusi e incidenti. «Un vero e proprio coprifuoco», insorgono i balneari, e subito il pugno di ferro è giunto a un compromesso: negli stabilimenti della baia stop ad alcol e musica alle 22. Fine dei party-rave selvaggi, insomma. Ma l'exploit del Salento non si concentra soltanto a Gallipoli, ovviamente. Trentaduemila le camere (comprese le piazzole camping) censiti dalla Federalberghi in provincia di Lecce per oltre 78mila posti letto, 288 hotel, 452 strutture extra alberghiere tra cui gli agriturismi, 1.045 bed&breakfast. L'obbiettivo dichiarato è superare la performance del 2013, quando l'incremento di occupazione delle camere è stato del 4%, ma con un ricavo medio per stanza di 29,32 euro da maggio a settembre, in leggero calo (4 euro) rispetto all'anno precedente «perché qui si fa sentire la concorrenza aggressiva dei privati e degli altri Paesi del Mediterraneo, tipo Croazia e Malta». Il che spinge a tariffe competitive se raffrontate alle località del Centro-Nord, però ritenute troppo basse da molti albergatori. Eccola un'altra faccia della crisi, nascosta nei dettagli e nelle pieghe del boom. Lo confessa il ristoratore di Santa Maria di Leuca che ha visto ridurre il numero dei coperti da un anno all'altro perché «con quello che si spende qui per l'alloggio, o per andare al mare (almeno 25 euro al giorno con punte da 40 per un ombrellone e due lettini nei lidi sulla costa jonica, parcheggio escluso, ndr), alla fine la famiglia o la coppia giovane preferisce cenare alle sagre di paese». Che da queste parti tra luglio e agosto rappresentano un'offerta notevole, istituzione e business non indifferente per le casse dei piccoli centri, non certo immuni da critiche dal punto di vista dell'igiene e sotto l'aspetto fiscale, sebbene i controlli siano diventati anche molto stringenti rispetto al passato. Focaccia&pizzica, il brand Puglia tira e resiste alla crisi anche e soprattutto grazie ai turisti stranieri. E se, come abbiamo scritto nella prime puntate della nostra inchiesta, il «Forte» va piano e la riviera ligure rincorre, quaggiù la controtendenza è evidente. Il Salento continua a viaggiare veloce.

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